DISSEQUESTRATA LA SEA WATCH, I LEGALI DELLA ONG DIFFIDANO IL DIFFAMATORE SALVINI
IL LEGHISTA ORA TEME DI FINIRE LUI INDAGATO DAL TRIBUNALE DEI MINISTRI
Il procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, e il pm Cecilia Baravelli hanno disposto il dissequestro della Sea Watch 3, la nave della ong tedesca che lo scorso 18 maggio, nonostante la diffida a entrare nelle acque territoriali italiane inviata dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva attraccato a Lampedusa con a bordo 47 migranti soccorsi in acque libiche, dopo averne già fatti sbarcare 18, ed era poi stata sequestrata e trasportata nel porto di Licata.
L’imbarcazione potrà lasciare l’approdo siciliano, dato che i pm hanno ritenuto cessate le esigenze probatorie. “Abbiamo ricevuto la notifica del dissequestro e della conseguente restituzione della nave”, hanno esultato i responsabili della ong attraverso il profilo Twitter dell’organizzazione.
Il provvedimento, immediatamente esecutivo, è stato notificato anche agli avvocati dell’unico indagato, il comandante della nave, Arturo Centore, al quale si contesta il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Dopo la notifica di dissequestro, i legali della ong, Alessandro Gamberini e Leonardo Marino, che difendono il comandante Centore hanno dihiarato: “Speriamo che ciò valga a interrompere una campagna diffamatoria nei confronti della ong Sea Watch di cui si è reso responsabile in più occasioni il ministro dell’Interno italiano. Il dissequestro della Sea Watch 3 da parte della Procura di Agrigento — sottolineano i due legali — conferma la correttezza dell’operazione di salvataggio operata dall’equipaggio della ong. Il provvedimento arriva anche grazie alla piena collaborazione fornita da noi alla polizia giudiziaria e al fatto che le modalità doverose e necessitate del salvataggio dei naufraghi sono state pienamente confermate dai documenti fotografici e fonografici, nonchè dalle corrispondenti email rinvenute a bordo. In tempi molto brevi la nave potrà riprendere le operazioni di salvataggio”.
Salvini, uscito a pezzi dalla vicenda, oggi non vuole più denunciare il procuratore Patronaggio ma si limita a definire quella procura “buonista” e aggiunge “Non mi stupirebbe l’apertura di un procedimento penale a mio carico da parte del tribunale dei ministri di Catania”.
Chissà se i grillini garantirebbero ancora l’impunità a un sequestratore di persone…
(da agenzie)
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