E DALLA CASALEGGIO DISSERO: “SU TERRORISMO E GUERRA BASSO PROFILO”
M5S E IL TIMORE DI FAR SCOPPIARE LE CONTRADDIZIONI INTERNE: CONTANO PIU’ I VOTI CHE AVERE UN’IDEA
L’apertura del blog di Beppe Grillo dice tutto. Il comunicato numero 56, pezzo più importante della giornata, propone una consultazione. Che non riguarda il conflitto mondiale in atto. Ma se togliere o meno il nome “Grillo” simbolo dei 5 Stelle. Argomento certamente significativo per quella comunità , ma che indica una certa fuga dal tema del giorno.
Accade questo: continua la caccia ai terroristi sulle strade di Parigi, Putin schiera le navi russe contro l’Isis, l’Europa si interroga sul “come” dare assistenza militare alla Francia e, in questo quadro, l’ultimo post su Parigi, sul blog di Beppe Grillo è datato 14 novembre, alle ore 10,16.
Scarno, asciutto, praticamente un telegramma di cordoglio: “Quanto accaduto a Parigi è scioccante. Siamo vicino alle famiglie delle vittime, alla Francia, a tutto il popolo francese, colpito oggi da un attacco terribile, che deploriamo con fermezza”.
E se, a questo, aggiungiamo il profilo basso di tutti i principali esponenti dei Cinque Stelle sul tema del terrorismo e se aggiungiamo pure la frase di Casaleggio buona per tutte le stagioni (“Non si risponde alla guerra con la guerra, sì al dialogo ma non con l’Isis”) si capisce che la questione è enorme.
E riguarda quello che a microfoni spenti più di un M5S definisce “disagio” e “difficoltà politica” sul tema.
Il Professor Aldo Giannuli non ama essere definito l’ideologo dei Cinque Stelle, anche se da tempo viene identificato in questo ruolo dopo il tramonto del Professor Becchi.
Comunque è un punto di riferimento politico e intellettuale per quel mondo, basta leggere il suo blog, a volte anche severo con quelle che considera posizioni sbagliate di Grillo&Co.
Spiega all’HuffPost: “C’è un imbarazzo di fondo dei Cinque Stelle sull’attuale crisi internazionale. La partecipazione alla guerra sarebbe una sciocchezza e non possono proporla perchè in contrasto con il loro zoccolo duro pacifista. Nè possono essere quelli che vogliono la guerra. Se sono morbidi o troppo anti-guerra passano per amici dell’Isis. E questo li rende prudenti, anche perchè temono i titoli sparati dei giornali. Prima o poi, per runa forza che si candida a governare il paese sarà necessaria una posizione accompagnata da una riflessione forte”.
Ecco, la sfida del governo è una lente che ingigantisce le contraddizioni dei 5Stelle.
È come quando, di fronte allo scandalo di Mafia Capitale e alle dimissioni di Marino, invece di schierare la propria migliore classe dirigente e dirsi pronti a governare, con la scusa delle regole statutarie i 5Stelle spiegarono che è giusto candidare un Carneade perchè, era il leitmotive di quei giorni, “se vinci le amministrative rischi di bruciarti in vista delle politiche”.
Con la guerra rischi di ardere. Stefano Esposito, senatore del Pd ed esponente di punta dell’Antimafia, ad Omnibus, ha sciorinato dati molto interessanti, carte alla mano: “Volete sapere con cosa i 5 Stelle volevano finanziare il reddito di cittadinanza? Con il taglio di 3,5 miliardi alla Difesa”.
Effettivamente è così. L’articolo 20 del disegno di legge S. 1148 “Istituzione del reddito di cittadinanza nonchè delega al Governo per l’introduzione del salario minimo orario” individua la copertura finanziaria di 17 miliardi per il primo anno e 16 a regime.
Alla lettera f si legge il taglio di 3,5 miliardi alla Difesa, mentre alla p la cessazione del personale militare in servizio in ausiliaria.
Difficile, sussurrano i maligni, diventare alfieri della sicurezza su queste premesse. Impossibile non farsi male su una materia dove è stato detto di tutto.
Più di un parlamentare del Pd, in questi giorni, andava nelle trasmissioni televisive con estratti delle posizioni di Di Battista sull’Isis, che scatenarono parecchie polemiche: “Dovremmo smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione. Non lo sconfiggi mandando più droni, ma elevandolo a rango di interlocutore”.
Frasi di qualche tempo fa che, in questi giorni, si presterebbero a far male davvero. Chi conosce bene la comunicazione pentastellata dice: “Stanno tenendo il tema basso, per questo non parlano Grillo e Casaleggio perchè rischiano di perdere voti. Un partito che ormai è attorno al 30 per cento posizionandosi sulla guerra scontenta qualcuno. Il grosso della base è pacifista senza se e senza ma, ma un pezzo di elettorato è leghista e vorrebbe la chiusura delle frontiere. Come fai a conciliare Salvini e Gino Strada senza perdere voti?”.
È un problema che alla Casaleggio Associati si sono posti. E l’esito della riflessione è stato, appunto, la prudenza.
Perchè è vero che il grosso della base è pacifista ed è pacifista (e terzomondista) il grosso del gruppo dirigente, a partire da Di Battista fino a Stefano e Sibilia, già fautori in tempi non sospetti della revoca delle sanzioni alla Russia, ma è anche vero che “l’opinione pubblica è appiattita sulle posizioni mainstream, sull’onda dell’effetto emotivo”.
Posizioni in relazione alle quali il pacifismo senza se e senza ma entra in rotta di collisione. Insomma, rischia di cambiare l’aria positiva che accompagna l’irresistibile ascesa verso il governo.
Nei talk televisivi i big dei Cinque Stelle vengono trattati bene, negoziano quasi sempre one to one col conduttore.
I giornali sono poco ostili e non vanno a scavare più di tanto tra i fallimenti delle giunte amministrate.
E loro crescono, senza uno straccio di posizione sul tema su cui discute il mondo intero.
(da “Huffingtonpost”)
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