È VERDINI IL VITALIZIO DI RENZI
DENIS ASSISTE IN SILENZIO ALLO SCONTRO IN FORZA ITALIA, PRONTO A SOCCORRERE RENZI SE NECESSARIO
Denis Verdini assiste in silenzio allo sfogatoio sul Nazareno. Non una parola, neanche con chi gli è seduto vicino.
Bretellone sotto la giacca, aria sorniona. Non un sms mandato, non un cenno di distrazione. I nemici del Nazareno sono i suoi nemici.
Ma nessuno ha il coraggio di pronunciare il suo nome, nel parlamentino di Forza Italia, durante l’ufficio di presidenza.
Parla Berlusconi. Parlano la Carfagna, Matteoli, Baldelli, Toti: ognuno, con toni più o meno forti, critica — accusa — Renzi e il Nazareno.
Ma la parola “Verdini”, che di quel patto è il nume tutelare e quindi il principale accusato, non viene nominata.
Maria Rosaria Rossi, la grande accusatrice a nome del “cerchio magico” del “duo tragico” non gli ripete in faccia quello che ha detto ai cronisti e nelle riunioni riservate.
L’Innominato, silente, osserva. “Pareva il Padrino” sussurra un azzurro.
Nel suo silenzio c’è il destino del Nazareno. “Denis sta riflettendo” dice uno dei pochi azzurri che ci ha parlato sinceramente.
Perchè tutto ruota attorno alla “trattativa” tra Verdini e Berlusconi.
È stato durissimo il colloquio di due ore martedì pomeriggio a Grazioli. Avvolto dal reciproco sospetto. Perchè Berlusconi si è fatto l’idea che, se Renzi lo ha fregato, è anche colpa sua, che è stato il principale mediatore.
Non è questa la tesi del mediatore. Che ricorda che il “bischero” ha fregato tutti. Pure Lotti e Guerini gli dicevano di non rompere con Silvio. È tutta di Renzi la mossa, ma per Verdini a quel punto si doveva votare Mattarella.
A tratti i toni di voce di sono alzati. “Stai giocando col fuoco” è la tesi di Denis. Perchè Renzi non è tipo che aspetta le convulsioni di Forza Italia, è uno che manda a quel paese.
Suona così il ragionamento di Verdini: “Con 120 parlamentari abbiamo fatto un miracolo in questo anno, tu sei comunque stato centrale nel gioco delle riforme, chiedilo a quelli del Pd quanto sei stato centrale, visto che stavano diventando matti. Le aziende, il clima sui processi, lo sconto ai servizi sociali… Il Nazareno ha funzionato. E poi, quale è l’alternativa? Rompere? Così quello ricompatta il Pd e fa una legge elettorale con le preferenze?”.
Fin qui la politica. Poi il capitolo odio e faida interna per conquistare ciò che resta di Forza Italia.
Mentre Verdini è a palazzo Grazioli, quelli che hanno chiesto la sua testa sono a San Lorenzo in Lucina.
Maria Rosaria Rossi, Deborah Bergamini, Giovanni Toti convocano una riunione con una trentina di parlamentari, tra cui Maria Stella Gelmini, Jole Santelli, Laura Ravetto.
L’obiettivo è mostrare che i fedelissimi hanno più truppe sia di Fitto sia di Verdini. L’iniziativa pare essere benedetta da Berlusconi: “Il messaggio che vuole lanciare — spiegano i ben informati — è che, se gli rompono le scatole, non potendo cacciare nessuno, fa un gruppo Forza Silvio e arrivederci”.
Più della rottura del Nazareno è la testa dell’Innominato la richiesta del cerchio magico. È il potere interno, l’Organizzazione di quel che resta di Forza Italia l’oggetto della contesa.
Se si vota adesso, le liste (bloccate) le fa Verdini, se salta le fa Toti o Fiori o Bertolaso.
E oltre a questo c’è il ruolo di “chi tratta con Renzi”. Già circolano ipotesi di delegazione senza Verdini, nella faida per le spoglie di Forza Italia.
Toti, Bergamini, Rossi, Romani.
I nemici di Verdini si pongono come nuovi mediatori di un Nazareno “meno supino”. Ammesso che Renzi ci parli, visto che all’ultimo incontro il premier usò parole molto poco lusinghiere sui componenti del cerchio magico.
Tanto che, per carità di patria, il Cavaliere dovette cambiare discorso di fronte ai giudizi sprezzanti del premier.
Difficile, dicono pure i collaboratori del premier, immaginare che uno come Matteo possa rispondere al telefono alla Rossi o a Toti o alla Bergamini.
Non li riconosce come interlocutori.
Il bivio del Nazareno è il bivio del rapporto tra Berlusconi e Verdini. Denis ha in numeri, lo ha dimostrato nel corso dell’elezione del capo dello Stato organizzando i franchi soccorritori. E Denis ha i segreti.
L’uomo della cosiddetta compravendita che fece cadere Prodi o dell’operazione “responsabili” per resistere a Fini, è stato il cuore pulsante del berlusconismo.
Non è un caso che, da mesi, anche uno come Fedele Confalonieri ha rapporti pressochè quotidiani con lui, e non solo con Letta.
Per ora Verdini tace. E Berlusconi in pubblico ribadisce la “fiducia”.
Se si rompe il rapporto tra i due non trema solo il Nazareno.
Trema tutto.
(da “Huffingtonpost“)
Leave a Reply