ECOBALLE GIALLOVERDI: L’ACCORDO RAGGIUNTO NELLA TERRA DEI FUOCHI E’ UN COMPROMESSO CHE FA GIA’ ACQUA, I RETROSCENA
SALVINI DISERTA LA CONFERENZA STAMPA E PARLA DELLA PISTA DA SCI SUL TETTO DI COPENAGHEN, DE LUCA FIRMA SOLO UNO DEI DUE PROTOCOLLI, FUORI SI SFIORA LA RISSA CON I CONTESTATORI CHE URLANO “RICICLATI” AI NEOLEGHISTI
“Lo vedi quanta gente c’è? Non possiamo non andare”. Gli staff dei ministri 5 stelle mostrano sugli smartphone le immagini di una sala piena.
È a Caivano, dove gli attivisti aspettano Luigi Di Maio e una schiera di suoi colleghi per un incontro con don Maurizio Patriciello.
Una sera buia e fredda, le cataratte del cielo si sono aperte tutte in una volta pochi chilometri da lì, sulla prefettura di Caserta, dove il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sei ministri e il presidente della Campania Vincenzo De Luca hanno appena firmato un protocollo d’intesa sulla Terra dei fuochi.
E rattoppato una giornata che è stata più volte a un passo dall’andare a rotoli.
E al termine della quale l’accordo del governo c’è solo a parole, perchè la rottura sui termovalorizzatori è molto più profonda di quel che si vede a una ricognizione superficiale.
Riavvolgiamo il nastro.
Un paio d’ore prima dell’arrivo di mezzo governo nella città della reggia, Palazzo Chigi diffonde una nota. La firmano premier e vicepremier. E dice che “si lavora a una situazione condivisa e senza polemiche”, e rimanda la gestione “delle criticità ” alla gestione del ministro dell’Ambiente Sergio Costa, affidandogli la responsabilità di “soluzioni innovative, concrete e realizzabili”.
Questione chiusa? Nemmeno per idea.
Quando si chiede al governo come si è arrivati al punto di caduta, alcuni gabinetti dei ministri cadono dalle nuvole. E in ambienti 5 stelle si ribadisce una forte perplessità sul fatto che si sia apposta la parola fine alla vicenda.
Il documento firmato dai tre nasce dalla mediazione di Conte. “Non possiamo presentarci nella Terra dei fuochi insieme e divisi sulla vicenda, bisogna trovare un compromesso”. Salvini accetta. Dice a Di Maio e Conte che non vuole rompere nè incartarsi sugli inceneritori. Basta che gli si offra una soluzione credibile.
Si mette alla finestra, di fatto. Il leader della Lega è convinto che Napoli e il suo hinterland all’alba dell’anno prossimo verranno investiti da una nuova crisi di rifiuti. E si mette nella posizione di poter scaricarne la colpa sull’alleato, capitalizzando un’eventuale patatrac nella campagna elettorale di primavera.
Quando entra in prefettura mulina l’indice destro, come a dire parlo dopo. Fuori un gruppetto di simpatizzanti è quasi venuto alle mani con una pattuglia di contestatori. Ma dopo non parlerà .
Imbocca una porta laterale e se ne va. Lo si capisce subito, quando un solerte funzionario rimuove il suo tegolino dal tavolo dove si terrà la conferenza stampa. “Doveva andare al Quirinale per un ricevimento ufficiale, è l’unico rappresentante del governo”, spiega l’avvocato del popolo italiano e del ministro dell’Interno Giuseppe Conte.
Evento effettivamente in programma, ma il tempo per due battute non sarebbe mancato. Il suo staff spiega che si tratta di “una cena di gala, con tanto di smoking”.
I portavoce si affrettano a dire che si tratta dell’unica spiegazione. Ma Di Maio sull’argomento glissa. E dal Viminale filtra che “la volontà di rispettare il contratto di governo va accompagnata alla necessità di rispondere ai problemi concreti e improvvisi”.
Tutto questo dopo che Conte e il capo politico del Movimento avevano ribadito in tutte le salse che proprio il contratto (nel quale i termovalorizzatori non ci sono) fosse l’unica bussola possibile.
Ed è sempre dal ministero dell’Interno che si spiega come Salvini “prossimamente intende recarsi a Copenaghen dove un moderno termovalorizzatore prevede una pista di sci sul tetto”. La trollata definitiva.
La sedia lasciata vuota dal segretario del Carroccio, qualunque interpretazione le si voglia dare, è uno smacco. E arriva al termine di oltre un’ora e mezza di trattativa serratissima.
Perchè oltre alle tensioni che scorrono tra alleati, il protocollo firmato rischia di essere monco. Anzi, i protocolli.
Perchè ne sono stati firmati due, uno integrale senza la firma del presidente della Campania, e l’altro depurato da alcune parti delle quali il colonnello del Pd proprio non voleva sentir parlare.
Una trattativa che è arrivata vicinissima al punto di rottura quando De Luca si è alzato e ha abbandonato la sala, sbottando contro l’allarmismo 5 stelle. Salvo poi rientrare e trovare la soluzione di compromesso, che renderà di complicata applicazione le norme contenute nel documento.
“Da sette giorni stiamo assistendo ad una campagna propagandistica, mistificatoria e irresponsabile – ha tuonato poco dopo convocando i giornalisti – che non ha fatto altro che arrecare un grave danno di immagine alla Campania e alla sua economia”.
Uno degli ultimi giapponesi all’imperversare del governo gialloverde, che con tutte le sue contraddizioni detta l’agenda pubblica nelle praterie lasciate dalle opposizioni.
A pochi metri dalla prefettura c’è un ristorante. Si chiama Antica hostaria Massa, come tante ha incorniciate le foto di vip che sono passati di lì a mangiare. Un posto d’onore lo ha un trittico di Silvio Berlusconi, più una foto che lo immortala accanto a Francesca Pascale.
§Fuori la pioggia sferza Caserta. I nuovi potenti sono lontani pochi metri. Ma non passeranno per arricchire i muri del ristorante con un altra cornice, altri impegni li attendono.
Almeno per oggi.
(da “Huffingtonpost”)
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