DOPO DUE ANNI DI INDAGINI SUL NULLA LA PROCURA DI CATANIA ORA SI DEDICA AGLI ABITI USATI DAI PROFUGHI
“SMALTIVANO VESTITI INFETTI COME RIFIUTI NORMALI” E SEQUESTRA LA NAVE AQUARIUS (CHE STA A MARSIGLIA)… MEDICI SENZA FRONTIERE: “PROCEDURE REGOLARI, I NOSTRI LEGALI HANNO GIA’ IMPUGNATO IL PROVVEDIMENTO, ENNESIMO ATTACCO STRUMENTALE DELLA PROCURA DI CATANIA”
Dopo due anni di indagini sulle presunte complicità tra le Ong e i trafficanti di uomini che non hanno portato ad alcun risutato, l’inchiesta della Procura di Catania ripiega sullo smaltimento illecito dei rifiuti da parte delle navi umanitarie nei porti siciliani.
E con questa accusa che il gip di Catania Carlo Cannella, su richiesta del procuratore Carmelo Zuccaro, ha disposto il sequestro della nave Aquarius di Msf e Sos Mediterranee ferma da settimane nel porto di Marsiglia dopo il ritiro della bandiera da parte delle autorità panamensi. Sequestrati anche alcuni conti bancari di Msf.
“Aquarius non avrebbe smaltito come rifiuti pericolosi gli indumenti dismessi e i materiali utilizzati a bordo per il primo soccorso delle persone”, queste le accuse secondo l’inchiesta della procura di Catania.
In 44 sbarchi, negli ultimi due anni e mezzo, secondo il procuratore Zuccaro, sarebbero state smaltite illecitamente 24 tonnellate di rifiuti pericolosi, con un risparmio di costi di 460.000 euro, cifra per la quale è stata sequestrata la Aquarius. Ventiquattro le persone indagate che “avrebbero avuto la consapevolezza della pericolosità degli indumenti indossati dai migranti in quanto fonte di trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio”. E tra questi tutti i capimissione di Msf che si sono avvicendati alla guida degli equipaggi.
Gli avvocati di Msf hanno già avuto mandato di impugnare il provvedimento di sequestro davanti al tribunale del Riesame.
“Abbiamo sempre seguito le procedure standard previste nei porti e le autorità competenti non hanno contestato queste procedure nè individuato alcun rischio per la salute pubblica da quando Msf ha avviato le attività in mare nel 2015. Siamo pronti a chiarire i fatti e a rispondere delle procedure che abbiamo seguito ma riaffermiamo con forza la legittimità e la legalità della nostra azione umanitaria. L’unico crimine che vediamo oggi nel Mediterraneo è lo smantellamento totale del sistema di ricerca e soccorso”, dice Gabriele Eminente, direttore generale di Msf Italia.
“Dopo due anni di indagini giudiziarie, ostacoli burocratici, infamanti e mai confermate accuse di collusione con i trafficanti diuomini – è la dura replica – ora veniamo accusati di far parte di un’organizzazione criminale finalizzata al traffico di rifiuti. È l’estremo inquietante e strumentale tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare”, dice Karline Klejer, responsabile delle emergenze per Msf.
(da agenzie)
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