EDITORIALE
LODO SCHIFANI-BIS, NORMA BLOCCA PROCESSO … NON AMIAMO IL FUOCO DI SBARRAMENTO. DI PIETRO VA AFFRONTATO IN CAMPO APERTO E NE USCIREBBE DISTRUTTO … PERO’ SILVIO LA SMETTA DI RACCOMANDARE DELLE DEFICIENTI …
Siamo tornati indietro di anni, alla madre di tutte le battaglie, una stanca ripetizione di cose già viste purtroppo: processo Mills a Berlusconi e contromossa del blocco dei processi, Csm in ebollizione e lodo Schifani per garantire immunità alle quattro più alte cariche dello Stato. Un Governo che avrebbe tutto l’interesse a caratterizzarsi per la fase “propositiva”, costretto ad arrancare sempre per i soliti problemi dei rapporti con la Magistratura, in parte politicizzata. Sul processo Mills avevamo già espresso il nostro punto di vista, Berlusconi, fatta approvare la legge, avrebbe dovuto annunciare ” Dato che non l’ho fatta per me, sapete ora che vi dico? Vi rinuncio e mi faccio processare. Mi volete condannare ad ogni costo? Fatelo, vedremo cosa penseranno di voi gli Italiani”. Avrebbe spiazzato tutti.
Sul lodo Schifani bis, per una volta siamo d’accordo col giudice Casson, andava fatto, ma non in via d’urgenza, bensì a tempo debito col coinvolgimento del Pd, attraverso un’apposita norma condivisa ampiamente dal Parlamento.
In realtà , agendo come tarantolati, si sta facendo il gioco di Di Pietro e dei suoi amici forcaioli. Di Pietro andava sfidato in un dibattito televisivo: tre ore di tete a tete tra Silvio e lui.E fuori tutte le sentenze che fanno riferimento al “galantuomo” di Bisaccia: 100 milioni senza interessi ricevuti dall’impenditore inquisito Gorrini, restituiti poco prima di dimettersi dalla magistratura, 100 milioni senza interessi dall’imprenditore inquisito D’Adamo, restituiti in una scatola da scarpe, periodiche buste di contante dal D’Adamo, centinaia di milioni ottenuti da Gorrini, D’Adamo e Maggiorelli per pagare i debiti di gioco del suo amico Eleuterio Rea, una Mercedes CE da 65 milioni ottenuta da Gorrini e poi rivenduta all’avv. Lucibello, pagata poco prima delle dimissioni, una Lancia Dedra per la moglie di Di Pietro da parte di D’Adamo, l’utilizzo di una garconierre di proprietà di D’Adamo, l’utilizzo di una suite da 5 milioni al mese pagata dal D’Adamo al Residence Myfair a Roma, l’acquisto di un appartamento a Curno coi soldi del Gorrini, pratiche della Maa di Gorrini alla moglie, le consulenze legali di Gorrini passate alla moglie, i benefit vari da D’Adamo, vestiario di lusso nelle boutique Tincati, Fimar e Hitman di Milano, 15 biglietti aerei Milano Roma, i benefit ricevuti da Gorrini, viaggi in jet privato per partite di caccia in Spagna e Polonia. Il gup Anna di Martino scrisse nella sentenza di non luogo a procedere contro Di Pietro nel 1997 che però ” vi sono fatti specifici che presentano connotati di indubbia rilevanza disciplinare” .
Silvio deve sfidare Di Pietro, documenti e sentenze alla mano, e sommergerlo di fatti e testimonianze, in tre ore televisive lo distruggerebbe per sempre e finalmente gli Italiani avrebbero un quadro esaustivo del ” gran moralizzatore” …Se non bastasse c’è un elenco lungo così di inquisiti nell’Italia dei Valori, chiedere al suo ex amico Veltri per conferma.
Invece no, giochiamo a nascondino, si fanno leggi speciali ad personam e così si fa il gioco degli altri. Quando uno ha il consenso del 60 per cento degli Italiani, va anche in galera per una sentenza ingiusta, in 10 giorni esce con l’80% dei consensi a furor di popolo e per chi l’ha politicamente accusato è finita per sempre.
Invece stiamo riuscendo a resuscitare un moribondo, sembra che esista solo l’emergenza giustizia in Italia.
Una cosa, però è doveroso dirla: ci fanno schifo le intercettazioni che sui giornali sputtanano fatti privati. Avremmo fatto una legge che desse l’ergastolo a chi passa i verbali alla stampa. I processi si fanno in tribunale. Ma mai avremmo impedito le intercettazioni da parte della Magistratura.
E un’altra cosa bisogna aver il coraggio di dire: vorremmo un premier che al telefono parlasse di politica, magari apostrofasse in malo modo un avversario politico o un alleato, ma non parlasse di attricette, veline e modelle da raccomandare. Lo impone il decoro della carica e il rispetto del ruolo che si vuole avere.
Inutile lamentarsi delle intercettazioni private che escono, bastava certe cose non dirle e nessuno avrebbe potuto trascrivere una mazza. Lo vogliamo dire a chiare lettere o no? Gli italiani tutti si sono raccomandati a Berlusconi perchè cambi l’Italia, non perchè raccomandi la visione in Rai delle cosce di una piuttosto che di un’altra.Basta con svenevoli amichette se si vuole ambire a qualcosa di grande, a settant’anni bisogna anche saper invecchiare con dignità e senza esporsi al senso del ridicolo.
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