“ELETTORI M5S DETERMINANTI PER IL SUCCESSO LEGHISTA IN TOSCANA MA IL PATTO NON REGGE OVUNQUE”
L’ANALISI SUI FLUSSI DELL’ISTITUTO CATTANEO: A PISA IL 70% DEI VOTI GRILLINI SONO ANDATI AL CANDIDATO DELLA LEGA, MA A BRINDISI E TERAMO L’OPPOSTO, HANNO VOTATO QUELLO DEL PD
Gli elettori 5 Stelle avevano un candidato del Movimento sono in 7 dei Comuni coinvolti nei ballottaggi di ieri (Ragusa, Avellino, Imola e Terni quelli principali). Come hanno votato, in tutti gli altri casi?
In che misura sono stati determinanti per il largo successo dei sindaci del centrodestra, e in particolare di quelli leghisti?
Rinaldo Vignali – ricercatore dell’Istituto Catteneo – sta studiando i flussi elettorali di alcuni dei Comuni chiave di questa tornata.
“In Toscana – risponde – l’elettorato dei 5 Stelle è stato determinante per il trionfo leghista”.
Il dato più significativo è quello di Pisa. “Qui su 100 cittadini che avevano votato M5S al primo turno, ben 70 hanno scelto il candidato di centrodestra. Solo l’8,7 per cento ha preferito il centrosinistra. Il resto si è rifugiato nell’astensione. E mi sento di dire che il trend è simile anche nelle altre roccaforti rosse cadute in Toscana”.
Dunque il patto gialloverde regge nelle urne, lo stesso meccanismo è stato registrato anche nelle altre città principali?
“Il dato è tutt’altro che omogeneo. Pensiamo ad Ancona. Qui gli elettori che al primo turno avevano scelto il Movimento, al ballottaggio si sono divisi in parti quasi uguali: 43 per cento astenuti, 34 per cento al centrodestra. Ma c’è anche un 21,9 che ha scelto centrosinistra. A Brindisi addirittura il 41 per cento ha scelto Riccardo Rossi del centrosinistra, contribuendo al suo successo a sorpresa. Il 59 per cento ha preferito non votare. A Teramo il 56 per cento si è astenuto, il 33 per cento ha votato centrosinistra, l’11 per cento centrodestra. A Siracusa c’è stata una situazione del tutto diversa: ben il 94 per cento degli elettori ha preferito non tornare alle urne”.
Insomma, il voto dell’elettore 5 Stelle è difficilmente catalogabile. Come si spiega il quasi totale travaso in Toscana verso i candidati leghisti?
“In Toscana il Pd è percepito maggiormente come un blocco di potere, come un sistema. Nelle regioni tradizionalmente rosse l’elettorato M5S è più ideologico. Se al Sud, dunque, può spostarsi a destra come a sinistra, al centronord è principalmente ostile al Partito democratico”.
Come si è comportato l’elettorato di centrosinistra lì dove non aveva un proprio candidato?
“Abbiamo esaminato due casi. A Terni in massa gli elettori di centrosinistra hanno disertato le urne. Un 14,5 per cento ha scelto il candidato dei 5 Stelle. Solo il 4,6 il centrodestra. A Ragusa, su 100 elettori del centrosinistra il 52 per cento ha votato 5 Stelle, il 44 per cento si è astenuto, solo il 4 ha votato centrodestra”.
E i leghisti? Lì dove non erano presenti hanno votato 5Stelle? A Imola sembra evidente
“A Imola ha vinto il modello Pizzarotti, il modello Parma. Lì dove i grillini sono contrapposti al centrosinistra, tutti gli altri elettori al ballottaggio scelgono i 5Stelle”
(da “La Repubblica”)
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