ELEZIONI REGIONALI FRANCIA, DUE SBERLE PER MARINE LE PEN E MACRON, VINCONO REPUBBLICANI E SOCIALISTI
NEANCHE IN PROVENZA PASSANO I SOVRANISTI…. REPUBBLICANI INTORNO AL 29%, MARINE LE PEN AL 19%%, EN MARCHE ALL’ 11%, VARIE SIGLE DI SINISTRA AL 34%
Un risultato a sorpresa: per ora si tratta soltanto di exit poll, ma i Repubblicani sembrerebbero aver risalito, e di gran lunga, la china, risultando la formazione politica con il maggiore numero di voti in queste elezioni regionali transalpine.
Se questo scenario dovessere essere confermato, le carte in vista delle presidenziali (ma anche dell’imminente secondo turno) sarebbero rimescolate e non di poco.
Marine Le Pen, che contava molto su questo giro elettorale per sondare il terreno in vista della sfida per l’Eliseo con Emmanuel Macron, potrebbe andare incontro ad un’ inaspettata delusione. Il suo boom era decantato dai sondaggi che hanno preceduto questo appuntamento.
Questa sarà comunque ricordata come un’elezione poco partecipata, che ha però segnato una possibile svolta moderata: la tornata regionale francese è stata contraddistinta da una bassa percentuale di affluenza alle urne.
Mentre scriviamo, già si parla di un tasso davvero risicato, con soltanto il 35% degli aventi diritto recatosi alle urne.
Come riporta l’Agi, peraltro, il dato relativo alle ultime amministrative era invece pari al 43,01%. Un bel tonfo all’indietro rispetto all’andazzo, che non è mai un buon segnale in termini di democrazia.
L’attesa per questo primo turno era tutta centrata sulla performance di Marine Le Pen e del suo Rassemblement National: Il test di oggi era percepito come centrale.
Si ipotizzava che la Le Pen potesse sbancare, in specie al Sud, zona dove il RN è riuscito a costruire più di una roccaforte. Al contempo, la tornata è considerata un appuntamento per comprendere lo stato di salute del consenso di Emmanuel Macron, che si è misurato con la pandemia, dopo aver affrontato, nel corso di questo suo primo mandato, la protesta sociale dei gilet gialli.
Contro molte delle previsioni, però, i Repubblicani potrebbero aver tracciato una strada diversa.
Marine Le Pen – come sottolineato dalla Lapresse – potrebbe e anzi dovrebbe, almeno secondo gli exit poll, aver conseguito una sostanziale battuta d’arresto.Stando a quanto si apprende da Le Monde, inoltre, neppure i macroniani dovrebbero poter cantare vittoria, mentre la sinistra socialista avrebbe tenuto.
Secondo le prime stime dell’istituto Elabe per l’emittente “Bfm”, le liste dei Repubblicani sono in testa con il 29,3%, distanziando di molto quelle del Rassemblement National, al 19,1% e la maggioranza presidenziale, al 10,9%.
La sinistra, arrivata frammentata al voto, scopre un suo potenziale, con un 34,3 per cento complessivo che si sarebbe potuto raggiungere in caso di alleanza tra tutti i partiti. Dati che si confermeranno nelle prossime ore, e che al momento danno l’idea della tendenza nazionale.
A sorprendere di più è il risultato in Provenza-Alpi-Costa Azzurra, considerata dai sondaggi degli ultimi giorni già nelle mani della Le Pen grazie al suo candidato Thierry Mariani.
Le stime dell’istituto Elabe per “BfmTv” vedono Mariani primo al 35,7%, seguito da Muselier al 33,5%. Un testa a testa che ridimensiona notevolmente lo slancio del Rassemblement National in vista del ballottaggio di domenica.
Il partito di estrema destra incassa una cocente sconfitta anche nell’Hauts-de-France, dove, sempre secondo le prime stime, il presidente uscente e candidato alle prossime presidenziali, l’ex repubblicano Xavier Bertrand, raccoglie tra il 39 e il 46,9 per cento, schiacciando uno dei volti noti del partito di estrema destra, Sebastien Chenu, tra il 22,5 e il 24,4%.
Stesso scenario in Occitania, dove la Le Pen si vede superare dalla socialista Carole Delga, prima al 39,6 per cento, contro il 22,8% per cento di Jean-Paul Garraud.
La République en marche paga la sua giovane età e la conseguente scarsa presenza a livello locale. Il partito di maggioranza non deteneva nessuna regione, visto che alle precedenti elezioni del 2015 neanche esisteva. Il recente “tour” intrapreso a inizio giugno dal presidente in giro per il Paese non sembra aver dato i risultati sperati, così come gli annunci a sorpresa sulla cancellazione delle restrizioni anti-Covid, arrivati a pochi giorni dal primo turno.
In quest’ottica Macron spera nella formazione del “fronte repubblicano” che più volte ha arginato l’avanzata dell’estrema destra raccogliendo i voti provenienti da diversi schieramenti politici.
La settimana che si apre sarà cruciale per determinare il risultato finale di domenica prossima. Un “laboratorio” utile a testare la strategia politica delle prossime elezioni presidenziali.
(da agenzie)
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