EXPO DELLA VERGOGNA: UN CAVEAU IN SVIZZERA PER LE TANGENTI, L’ULTIMA CONSEGNATA IL 24 APRILE
LE RIUNIONI SI TENEVANO NEGLI UFFICI DI UNA ONLUS…IL RUOLO DI GRILLO E GREGANTI
Un caveau in Svizzera per custodire le mazzette, una onlus come ufficio operazioni costantemente “bonificata” per evitare di essere intercettati, funzioni pubbliche “vendute” e “impegnate” anche per il futuro, e l’ultima una bustarella consegnata e “fotografata” dagli inquirenti il 24 aprile scorso.
Sono solo alcuni dei tasselli che portano alla ricostruzione di un mosaico che sembra rimasto lì da 22 anni.
Con nuovi protagonisti che delinquono e vecchi che sembrano non aver mai smesso. L’operazione, che ha portato a una nuova bufera sugli appalti Expo, non solo vede come protagonista il direttore della pianificazione acquisti di Expo, Angelo Paris, ma protagonisti in negativo del passato l’ex segretario regionale della Dc lombarda e parlamentare di Forza Italia (pluricondannato) Gianstefano Frigerio, lo storico esponente del Pci Primo Greganti (il “compagno G”) e l’imprenditore Enrico Maltauro.
È proprio quest’ultimo che viene immortalato dagli investigatori e per cui il gip scrive che “il citato imprenditore assume un ruolo attualmente fondamentale in seno all’organizzazione in quanto consustanziale alle stesse turbative… “.
C’è poi il pubblico ufficiale Paris che “mette a completa e totale disposizione del sodalizio di appartenenza non solo la pubblica funzione da lui nell’attualità svolta, cioè quella di Direttore Generale di EXPO s.p.a., ma si impegna con l’associazione e nell’associazione a subomare anche le ulteriori e future pubbliche funzioni che eserciterà , in particolare anche presso la IL s.p.a., in vista del perseguimento dei fini delittuosi del sodalizio alla quale attuazione sono collegati gli avanzamenti di carriera agognati dal pubblico ufficiale ed a lui promessi in seno al sodalizio quale remunerazione per l’attività illecita svolta”.
Gli altri a essere stati raggiunti da un ordine di custodia cautelare in carcere sono stati l’intermediario genovese Sergio Catozzo (ex Cisl, ex Udc infine berlusconiano) e l’ex senatore del Pdl Luigi Grillo, già coinvolto in numerose inchieste (la più nota quella sulla Banca Popolare di Lodi, alla fine della quale è stato assolto in appello).
Ai domiciliari, infine, Antonio Rognoni, direttore generale di Infrastrutture Lombarde, già arrestato due mesi fa per presunte irregolarità negli appalti delle opere pubbliche.
Per tutti scrive il gip “sono stati accertati i gravi indizi di colpevolezza … anche in ragione delle personalità degli indagati evidenziate dalle suddette modalità di esecuzione delle fattispecie in oggetto, poste in essere con ‘professionalità ‘ e ‘gestione imprenditoriale’ dei diversi ‘settori’ nei quali operano corrotti e corruttori in funzione delle turbative. Rilevano quindi le notevoli capacità e proclività a delinquere degli indagati”.
Con “le persistenti, riprovevoli ed attuali ‘strumentalizzazioni’ delle pubbliche funzioni poste in essere mediante ‘riunioni’ eseguite non solo presso la più volte citata Onlus ma addirittura in luoghi pubblici o aperti al pubblico”.
Il giudice sottolinea anche “la condotta di” Grillo “addirittura tenuta anche antecedentemente alla cessazione nel marzo 2013 delle sue funzioni di Parlamentare-Senarore delle Repubblica italiana”.
Il magistrato di Frigerio e Greganti ricorda anche il curriculum. Per il primo “in particolare, è stato condannato con due sentenze passate in giudicato oltre che per ricettazione anche per una corruzione, per due concussioni e per cinque fattispecie in materia di violazione delle norme sul finanziamento ai partiti politici. Il detto indagato ha altresì agito, commettendo i reati per i quali sono innanzi accertati i gravi indizi di colpevolezza, nonostante l’intervenuto affidamento in prova per i reati contro la pubblica amministrazione di cui alle condanne innanzi indicate e nonostante la conseguente riabilitazione concessa, con riferimento a tutti i reati, dal Tribunale di Sorveglianza di Milano con ordinanza del 17 aprile 2008″.
Greganti “invece, è stato condannato con tre sentenze passate in giudicato per dieci fattispecie in materia tributaria e per due fattispecie in materia di violazione delle norme sul finanziamento ai partiti politici. Il detto indagato ha inoltre agito, commettendo i reati per i quali sono accertati i gravi indizi di colpevolezza, nonostante aver beneficiato per ben due volte della sospensione condizionale della pena”.
Grillo e Greganti avevano “la istituzionale’ funzione di coordinare, coltivare e sfruttare i rispettivi collegamenti e contatti nel mondo politico per strumentalizzarli ai fini del sodalizio”.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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