“FACILE FARE DELL’EUROPA E DELL’EURO I CAPRI ESPIATORI DEI DEMERITI DELLE POLITICHE ECONOMICHE NAZIONALI”
IL CAPO DELL’IFO FUEST CHIEDE ALLA BCE DI VERIFICARE SE COMPRARE I BOND ITALIANI: “L’ITALIA RISCHIA DI DOVER LASCIARE L’EURO”… PERCHE’ PRESTARE ANCORA SOLDI A CHI MINACCIA DI NON RESTITUIRLI?
Nel contratto di governo della Lega e del Movimento 5 Stelle è contenuto un forte rischio per gli italiani: il Paese potrebbe finire in una crisi del debito senza precedenti, che alla fine renderebbe di fatto inevitabile la sua uscita dall’euro.
L’allarme arriva da Clemens Fuest, presidente dell’istituto economico Ifo di Monaco, un osservatorio da sempre severo sul Sudeuropa, ritenuto punto di riferimento nel paese di Angela Merkel.
Ed è lo stesso economista ad aver chiesto alla Bce di “verificare se si possano ancora acquistare bond italiani”.
Se gli si fa notare che il governo non è ancora neppure stato nominato, la risposta è che i piani annunciati lasciano già prevedere che i titoli potrebbero non esser ripagati.
“Bisogna aspettare per vedere come il governo voglia concretizzare il suoi piani. Se il deficit statale salirà al 4-5%, il governo correrà un forte rischio. Sulle cui conseguenze si può solo speculare”, ha affermato Fuest in un’intervista all’ANSA, proponendo il suo scenario.
“Questo potrebbe infatti comportare un consistente aumento dei premi di rischio sui bond italiani. Anche le condizioni di rifinanziamento delle banche peggiorerebbero. Una situazione che probabilmente neutralizzerebbe gli impulsi congiunturali positivi della politica di bilancio espansiva. L’Italia a questo punto finirebbe in una crisi finanziaria a causa del forte aumento del debito statale – va avanti l’economista -. La fiducia nella stabilità dell’eurozona sui mercati finanziari si ridurrebbe. La Bce finirebbe sotto pressione politica affinchè compri più titoli di Stato italiani. Questa avrebbe però il problema che un’azione del genere contribuirebbe alla violazione dei trattati europei”.
Ecco perchè, la conclusione, “il governo rischia con il suo corso che l’Italia debba lasciare l’euro”.
Nonostante l’esecutivo non sia ancora in piedi, Fuest non ridimensiona l’allarme lanciato stamani alla Bce, e sul perchè di tanta fretta risponde: “Poichè il nuovo governo ha spiegato che non intende attenersi alle regole europee sulla solidità delle finanze statali, e vuole emettere una specie di valuta parallela (mini-bot), la Bce deve prevedere che il corso dei titoli cadrà e che magari addirittura i titoli non saranno ripagati. Le perdite dovrebbe assumerle la Banca d’Italia, ma non è chiaro se la Banca centrale italiana abbia a disposizione abbastanza capitale per questo. Se il governo in Italia ritratterà in modo credibile i suoi piani la Bce potrà riprendere gli acquisti”.
Fuest ritiene che in questa fase serva nettezza: “Gli altri Stati europei dovrebbero cercare il dialogo con il nuovo governo, ma chiarire che l’Italia potrà scegliere se vorrà rispettare le regole comuni, oppure lasciare l’euro”.
Sulle previsioni di spesa immaginate nel contratto del Paese che invoca il cambiamento, Fuest non vede margini: “L’Italia non ha spazio di manovra per nuovi debiti, perchè il debito pubblico è troppo alto”. Roma dovrebbe invece “ridurre le spese del consumo e alzare gli investimenti pubblici”.
Provocandolo su una riflessione sugli svantaggi che l’euro ha provocato al paese, reagisce: “In molti paesi si fanno dell’Ue e dell’euro capri espiatori dei demeriti delle politiche economiche nazionali.Tutti possiamo trarre vantaggio, invece, dalla moneta unica, se i soldi del budget vengono usati in modo intelligente: più investimenti comuni per infrastrutture, apparecchiature militari, ricerca e sviluppo. I problemi economici italiani sono in gran parte casalinghi, e devono essere risolti in Italia”.
“Se l’Italia esce dall’euro – avverte – si inaspriranno soltanto, anche se la svalutazione nel breve periodo promette un alleggerimento”.
(da “Huffingtonpost”)
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