FITTO STA SFILANDO FORZA ITALIA A BERLUSCONI: 40 PARLAMENTARI CON LUI
BERLUSCONI NELLA MORSA TRA L’IMBOSCATA DI RENZI E LA SCALATA DELL’EX GOVERNATORE
C’è chi, a palazzo Grazioli, la chiama “la morsa”. Che rischia di stritolare Silvio Berlusconi.
Da un lato Matteo Renzi che, pur di costringerlo a trattare (o meglio: pur di piegarlo) sulla legge elettorale, ha giocato di sponda con i grillini.
Dall’altro, i ribelli di Forza Italia. Che stanno “sfilando” il partito a Silvio Berlusconi. Per ora nella “morsa” è finita stritolata la candidata azzurra alla Consulta, Stefania Bariatti, i cui 493 voti non bastano a superare il quorum.
Mentre lo superano alla Corte Silvana Sciarra, candidato del Pd, e al Csm Alessio Zaccaria, il candidato dei 5 Selle.
È successo che un pezzo di Forza Italia si è praticamente ammutinato, oltre 45 assenti. In più in parecchi hanno votato in libertà . Fin qui i “ribelli”.
Ma il segnale che fa scattare l’allarme rosso è un altro.
Secondo i fedelissimi che Berlusconi sguinzaglia in Parlamento a prendere informazioni, anche Renzi avrebbe fatto un’imboscata.
Nel senso che una “pattuglia di fedelissimi del premier”, almeno 50 secondo i calcoli a Grazioli, ha ricevuto il mandato di non votare il candidato di Berlusconi, ma solo quello del Pd e quello di Grillo: “Renzi — dicono della cerchio stretto — vuole spaventarci, mostrando che ha un asse con Grillo per costringerci a chiudere sulla legge elettorale. Prima in mattinata al Senato è passata la norma sulla responsabilità civile, poi c’è stato il voto sulla Consulta”.
Una mossa, quella di Renzi, che i maligni definiscono molto “verdinesca”, nel senso di concordata con Verdini, che dopo la frenata del Cavaliere sulla legge elettorale, si è messo a lavoro per ricucire lo strappo.
Eccola, la “morsa”. Per ora Berlusconi è convinto che quello di Renzi con Grillo sia un “bluff”, ma che non è con i Cinque stelle il vero “piano B” di Matteo.
Il premier è troppo scaltro, troppo furbo per affidarsi al comico genovese, uno che, per dirla con un azzurro di rango, “prima ti porta in mare aperto, poi ti scarica”.
Lo usa per “spaventare”, ma non ci crede. Il “piano B” è un altro.
È approvare le riforme a maggioranza, anzi con la maggioranza di governo: “Se non chiudi — ha detto il premier a Berlusconi alla fine dell’incontro — faccio la legge con Alfano abbassando la soglia di sbarramento dal 5 al 2 per cento”.
Al momento, l’ex premier è convinto che Renzi stia alle minacce, ai giochi tattici con l’obiettivo di ricomporre il Nazareno che dà maggiori garanzie.
Il problema vero si chiama Forza Italia. Perchè è difficile tenere un negoziato duro con Renzi se il partito esplode.
E Forza Italia è una polveriera con una miccia accesa dentro. Il ribelle Fitto si sta prendendo il partito.
Alla conferenza stampa di ieri, dove ha presentato i “suoi” emendamenti alla legge di stabilità , c’erano una trentina di parlamentari. Ma è solo una mossa.
La prossima, domenica, è un’iniziativa in perfetto stile berlusconiano (di una volta). Ovvero la celebrazione, a Roma, del 25esimo anniversario del crollo del Muro di Berlino. Il 27, sempre a Roma, una grande iniziativa nazionale di opposizione al governo.
È il segno che Fitto non è più isolato, che ha una macchina organizzativa non più solo pugliese, ma nazionale.
E che pezzi di organizzazione sono passati con lui. Fonti attendibili assicurano che i 33 parlamentari nelle prossime due settimane diventeranno 40, praticamente la metà degli eletti di Forza Italia.
Per tenere assieme il difficile negoziato con Renzi e il partito, Berlusconi ha preso tempo. Rimandata, con la scusa della bolla d’acqua su Roma, la riunione dei parlamentari alla prossima settimana.
Al premier aveva detto, congedandosi, “ci sentiamo dopo che riunisco i miei”. Riunirli tra qualche giorno consente di fare melina sulla trattativa. E di respirare.
La morsa stringe.
(da “Huffingtonpost”)
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