FORCONI, LA DESTRA RADICALE SI SPACCA: CASAPOUND C’E’, FORZA NUOVA NO
“LA DESTRA PER MILANO” SOGNA LA MARCIA SU ROMA, NON SI SCHIERANO IL FRONTE NAZIONALE E IL MOVIMENTO SOCIALE EUROPEO
Come è accaduto per il coordinamento dei cosiddetti forconi, anche la destra radicale si spacca in vista della manifestazione a piazza del Popolo organizzata dagli scissionisti di Danilo Calvani. All’appuntamento si presenteranno i militanti di Casapound ma non quelli di Forza Nuova. Mentre promettono “una marcia su Roma come nel 1922” i militanti della Destra per Milano guidata da Roberto Jonghi Lavarini, protagonista in questi giorni del presidio a piazzale Loreto ma anche nelle campagne varesotte in cima ai trattori dei coltivatori in lotta
Era stato proprio Calvani nei giorni scorsi a ribadire: “Casapound e Forza Nuova non manifesteranno assolutamente con noi”.
Il timore, espresso soprattutto dagli altri coordinatori delle proteste cominciate il 9 dicembre come Mariano Ferro e Lucio Chiavegato, è che nel primo appuntamento romano dei forconi possano accadere tafferugli come a Torino.
Il leader degli agricoltori pontini aveva poi ripetuto di non condividere le frasi antisemite pronunciate da Corrado Zunino.
“Andremmo a manifestare anche se Casapound non esistesse”, conferma il vicepresidente di Casapound Simone di Stefano, condannato a tre mesi per avere sfilato la bandiera Ue dalla sede della Commissione europea a Roma domenica durante un blitz.
Di Stefano spiega che il suo movimento non ha aderito formalmente all’appuntamento di piazza del Popolo ma ugualmente i suoi militanti — in arrivo anche da molte parti d’Italia – ci saranno “senza le nostre bandiere ma soltanto con la bandiera italiana perchè questa non è una protesta politicizzata e ogni italiano è benvenuto se vuole contribuire a una giornata festosa”.
Di parere opposto Roberto Fiore, segretario di Forza Nuova, secondo il quale la manifestazione di domani potrebbe prendere una “piega imprevedibile”.
Il rischio sono le “ infiltrazioni da parte di persone e ambienti che mirano a destabilizzare il Movimento dei Forconi e che possano anche solo lontanamente portare a provocazioni di tipo golpistico-massonico”
Da Milano Roberto Jonghi Lavarini invece promette: “Marciamo su Roma come nel 1922”. Con un linguaggio apertamente contradditorio: “Dobbiamo pacificamente assediare ed assalire i palazzi del potere politico ed economico”.
Il leader della Destra per Milano, ex candidato per An e per La Destra di Storace, finora ha partecipato con i suoi militanti al presidio di piazzale Loreto.
Ma si è anche fatto fotografare con un forcone in mano in cima al trattore di coltivatore agricolo di Varese – suo parente, specificano i comunicati apparsi sul sito dove campeggiano foto di saluti romani, motti della Xmas e poster che richiamano il periodo fascista.
A scomunicare “il barone nero” Lavarini è proprio il coordinatore del presidio di piazzale Loreto, Giuseppe “Chewbe” De Leo, che mantiene la linea dettata da Mariano Ferro e Lucio Chiavegato.
Ossia: non partecipare alla protesta di Danilo Calvani.
“Piazza del Popolo è pericolosa, sarà la piazza degli interventisti mentre noi siamo pacifisti”.
La ragione di tanto timore, spiega De Leo, corre nel web: “In molti luoghi virtuali abbiamo visto associare Calvani all’ex generale Pappalardo. Non vorremmo che dietro la sua figura ci fossero persone pronte a organizzare un colpo di stato usando poveri cittadini che vogliono soltanto protestare”.
Non pervenute invece le altre formazioni della destra radicale.
Nei giorni scorsi Adriano Tilgher, portavoce del Fronte Nazionale, aveva spiegato che i suoi militanti stavano partecipando ai presidii a titolo personale pur condividendo la rabbia dei forconi mentre i neofascisti del Movimento sociale europeo — protagonisti dei tafferugli sotto la sede del quotidiano “La Repubblica” e lungo la Cristoforo Colombo il 9 dicembre — preferiscono rimanere in silenzio nonostante condividano le richieste di chi protesta.
Un gruppo è accampato al Circo Massimo per chiedere un alloggio da destinare alle famiglie povere.
(da “Huffington Post“)
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