GLI ITALIANI NON SI FANNO INFINOCCHIARE DAL KETAMINICO MUSK, UN ELETTORE SU DUE (IL 51%) CREDE CHE L’INGERENZA DEL MILIARDARIO SUDAFRICANO NEGLI AFFARI NAZIONALI SIA UN FATTO NEGATIVO
IL SONDAGGIO DI ALESSANDRA GHISLERI: SOLO IL 31,4% DEGLI ITALIANI È FAVOREVOLE A UN ACCORDO TRA GOVERNO E SPACE-X DI MUSK, MENTRE IL 47,1% È CONTRARIO A METTERSI NELLE MANI DELL’IMPRENDITORE VICINISSIMO A TRUMP… SULLA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA IL 46,7% DEGLI ELETTORI SI DOMANDA QUALE SARÀ IL PREZZO DA PAGARE AGLI IRANIANI
La detenzione di Cecilia Sala ha attirato molta attenzione sui rischi che i giornalisti affrontano in contesti di conflitto e repressione, offrendo la possibilità di leggere la sua scarcerazione come una piccola vittoria per la libertà di informazione. Emerge una felicità diffusa tra la comunità per la liberazione della giornalista italiana, tuttavia emerge anche il sospetto che ci sia un prezzo ancora sconosciuto da pagare (46.7%).
Infatti, seppur il 48.6% dei cittadini non ha un’opinione precisa in materia, 1 su 3 (31.6%) crede nella prossima consegna dell’ingegnere Abedini direttamente alle autorità iraniane, mentre il 15.1% crede che presto per lui ci sarà l’estradizione verso l’America (poveri illusi…)
In tutto questo la visita lampo e improvvisa di Giorgia Meloni a Donald Trump è una delle chiavi di lettura che la maggioranza degli italiani (58.4%) interpreta come un acceleratore nella liberazione di Cecilia Sala.
Uno dei grandi protagonisti delle domande dei giornalisti è stato sicuramente il Tycoon Elon Musk oggetto di molte domande e che ha diviso l’opinione pubblica tra chi sarebbe favorevole ad un accordo istituzionale con la sua azienda Space-X (31.4%) e chi contrario a questo possibile accordo imprenditoriale (47.1%).
Ben 1 elettore su 2 (51.0%) riconosce la sua ingerenza negli affari nazionali come un fatto negativo.
Per Giorgia Meloni è stata l’occasione di delineare le azioni che il suo Governo intende intraprendere tuttavia, la traccia delle domande è stata focalizzata – oltre che su Elon Musk – su determinati temi che oggi risultano più lontani dalle esigenze dei cittadini.
Infatti nella scala delle priorità delle 4 riforme citate in conferenza stampa al primo posto troneggiano la riforma del fisco (37.5%) e la riforma della giustizia (30.1%), molto più distanti rimangono la riforma dell’autonomia differenziata (6.9%) e la riforma del premierato (5.4%).
Gli italiani affrontano il nuovo anno con una combinazione di emozioni che spaziano dall’ottimismo alle riflessioni più cupe.
Infatti sebbene pensare al futuro aiuta ad avere una – scaramantica – speranza, per molti il senso di incertezza prevale, soprattutto in periodi di difficoltà economica, politica o sociale,attraversati da conflitti internazionali.
Le principali preoccupazioni della quotidianità delle persone nel 2025 – purtroppo – non sono variate e offrono sempre ai vertici delle classifiche il tema del carovita e della difficile situazione legata alla stabilità economica delle famiglie e alla perdita del potere di acquisto, nonché il complicato rapporto con le criticità della sanità nazionale e la propria salute, con tutte le difficoltà legate alle lunghe lista di attesa, alla carenza di personale e alla gestione delle risorse.
Così, nella conferenza stampa di giovedì è emersa una certa disconnessione tra ciò che avrebbe potuto interessare maggiormente i cittadini e ciò che è stato trattato. Sicuramente argomenti fondamentali per il futuro del nostro Paese, ma di più difficile interpretazione per la gente comune che cerca le risposte nel proprio piccolo mondo
(da La Stampa)
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