GOVERNO, DIFFICILE TRATTATIVA: IMPOSSIBILE VARIARE I SALDI, E’ CACCIA ALLA COPERTURA
PENSIONI PAGATE CASH FINO A 980 EURO… OGNI SCONTO COMPORTERA’ UN AUMENTO DELLE TASSE O TAGLI IN ALTRI SETTORI
Su almeno due fronti la manovra dovrebbe essere emendabile: i limiti alla indicizzazione delle pensioni e il peso dell’Imu sulla prima casa, due misure che anche il governo sarebbe disposto ad ammorbidire.
Modifiche condivise, ma costose.
Per garantirle a parità di saldo si dovranno quindi recuperare coperture per 5 miliardi di euro. La discussione fra governo e maggioranza sul cosa cambiare e come finanziare è proseguita per tutta la giornata e la notte di ieri: oggi comunque le Commissioni dovrebbero dare il via libera al testo che passerà domani in Aula.
Fra le modifiche sicure, anche perchè non richiede copertura, l’innalzamento per i pagamenti “cash” della pubblica amministrazione che permetterebbe ai pensionati di ritirare l’assegno senza dover aprire un conto corrente (il limite passerebbe da 500 a 980 euro).
Resta in ballo la rivalutazione delle pensioni fino a 1400 euro – e l’indicizzazione non sarebbe totale per tutti – e l’aumento delle detrazioni per l’Imu, che nei piani del governo favorirebbe però solo le famiglie numerose a reddito basso.
Ma ad ogni modifica del testo dovrà corrispondere una copertura: fra gli interventi più probabili quello sullo scudo fiscale e sull’imposta di bollo.
La previdenza
Due opzioni sull’indicizzazione totale o parziale, ma con tetti diversi
Per i sindacati si tratta di una modifica “irrinunciabile”: l’indicizzazione delle pensioni, ora prevista solo per gli assegni non superiori ai 936 euro (due volte tanto la pensione minima), deve essere riconosciuta ad una platea più vasta.
Per chi supera il tetto, secondo quanto ora fissato dalla manovra Monti, nei prossimi due anni non ci sarà la rivalutazione in base al costo della vita.
La correzione di cui si sta parlando prevede due ipotesi, diverse a seconda della copertura assicurata.
La prima alzerebbe il limite ai 1.400 euro (tre volte tanto la pensione sociale), garantendo però – per gli assegni dai 936 ai 1400 euro – una indicizzazione parziale (del 50 o 70 per cento); la seconda porterebbe invece il tetto ai 1.170 euro (corrispondenti a 2,5 volte la pensione minima) ma permetterebbe, entro questo limite, una rivalutazione dell’assegno al cento per cento.
L’imposta sulla prima casa alleggerita in base a reddito e figli
Alleggerire la pressione sulla prima casa: è l’altra correzione al decreto alla quale il governo sta dando la precedenza. Sotto accusa è il peso dell’Imu, l’imposta municipale unica già prevista dal federalismo e che il decreto ha ribattezzato come Imp, imposta propria, anticipandola al 2012. Il maxiemendamento dovrebbe prevedere un potenziamento della detrazione: ora è di 200 euro e potrebbe arrivare ai 350-400.
Lo sconto, comunque, non sarebbe garantito a tutti i titolari di una prima casa, ma andrebbe a beneficio solo delle famiglie numerose con redditi bassi.
I tecnici del governo stanno infatti calcolando il ritocco basandosi sull’Isee, l’indicatore della situazione economica equivalente del proprietario, che incrocia il reddito con la composizione del nucleo familiare.
Di fatto, così facendo, ne risulterebbero avvantaggiate soprattutto le famiglie con più di due figlie e con un reddito basso.
Il contante
Sale il limite per i pagamenti dalle banche conti a costo zero
Il decreto Monti limita l’uso del contante ai 1000 euro, ma per i pagamenti della pubblica amministrazione il tetto scende a 500.
Oltre tali somme il passaggio di denaro deve risultare tracciato: la norma costringerebbe molti pensionati – per ritirare un assegno anche di poco superiore a quella cifra – ad aprire un conto corrente e sopportarne i costi.
La soluzione su questo punto è già stata individuata, il governo ha dato via libera all’emendamento: il tetto del cash pagabile dallo Stato sarà innalzato a 980 euro.
Possibili interventi anche sulle commissioni di spesa, punto sul quale è arrivata un’apertura dell’Abi. “Le banche sono disponibili a ragionare su un conto corrente a zero spese per i pensionati al minimo e sui costi delle carte di credito” ha detto il presidente Mussari.
Lo scudo fiscale
Una tassa del 3% sui capitali rientrati o l’acquisto di Btp con mini-rendimento
Rivedere le aliquote da far pagare a chi ha fatto rientrare in patria dall’estero capitali scudati, ovvero protetti da un vantaggio fiscale: è questa la norma sulla quale si sta lavorando al fine di trovare la copertura alle modifiche su pensioni e Imu.
La manovra oggi introduce una tassa una tantum dell’1,5 per cento da far pagare a chi ha utilizzato i tre “scudi” varati a suo tempo da Tremonti.
Troppo poco, avevano protestato da più parti, molto probabile, quindi, l’arrivo di un ritocco.
Le alternative sono due: a chi ha rimpatriato e regolarizzato capitali ed immobili cavandosela con esborsi ridotti potrebbe ora essere chiesto di versare una tassa non più dell’1,5, ma del 3 per cento, oppure di sottoscrivere Btp decennali per lo stesso valore del capitale scudato con tassi d’interesse del 2,5-3 per cento.
Chi non accetterebbe una delle due alternative perderebbe l’anonimato.
Il risparmio
Imposta di bollo sui titoli più alta una chance per reperire risorse
Capitali freschi da reperire aumentando l’imposta di bollo: questa è l’altra strada che il governo sta pensando di percorrere per finanziare le correzioni che ritiene di dover fare alla manovra.
Il decreto “salva Italia” ha già esteso l’imposta di bollo a tutti gli strumenti finanziari, anche a quelli non soggetti a obbligo di deposito titoli (praticamente ne risultano esclusi solo i fondi pensione e quelli sanitari), prevedendo un minimo di 34,2 euro e un massimo di 1.200.
Il prelievo è attualmente definito in misura proporzionale al valore degli strumenti finanziari detenuti: si versa lo 0,1 per cento per il 2012, che diventa 0,15 nel 2013.
La misura così definita garantisce un maggiore gettito per un miliardo nel 2012 e 921 nel 2013. Visto l’ampliamento della base imponibile si era parlato di “piccola patrimoniale”, ora da questa voce si vorrebbe ricavare di più.
Ici-Chiesa e frequenze tv in salita
Verso il prelievo sulle pensioni d’oro
Come copertura è fra le più avverse al Pdl, ma fra i possibili interventi sul tavolo, c’è anche l’ipotesi di un possibile aumento dal 43 al 46 per cento a carico dello scaglione Irpef più alto (oltre i 75 mila euro di reddito): la strada resta comunque difficile ad percorrere per via della forte opposizione degli uomini di Berlusconi. In piedi resta anche la possibilità di contributo di solidarietà da chiedere alla pensioni d’oro e un ulteriore ritocco ai contributi previdenziali a carico dei lavoratori autonomi, mentre sembrerebbe tramontata l’ipotesi di togliere l’esenzione Ici per le attività commerciali degli enti ecclesiastici.
Grande incertezza anche sulle vendite delle frequenze tivù, anche se dall’asta si potrebbero ricavare due miliardi: il Pd non la vuole escludere, ma per il Pdl la strada è impraticabile.
Luisa Grion
(da “La Repubblica“)
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