GOVERNO DRAGHI, SLITTANO I TEMPI PER LA NASCITA, I DUBBI DEL M5S PROVOCANO UN RINVIO
ORLANDO: “FORSE CI SARANNO ALTRI PASSAGGI NON PREVISTI”
I tempi della nascita del governo di Mario Draghi si allungano. E gli interessati ne prendono atto. “Non abbiamo notizie di un terzo giro di consultazioni. Ci rendiamo conto che ci troviamo di fronte ad una crisi che ha caratteristiche del tutto inedite, la sua soluzione può richiedere anche passaggi al momento non preventivati”, dice il vicesegretario del Partito democratico Andrea Orlando.
Beppe Grillo, infatti, deve fare i conti con l’incognita del voto di gradimento dei militanti sulla piattaforma Rousseau. E per convincerli a dire sì all’ex presidente della Bce prende tempo. Riesce nell’intento di rinviare l’appuntamento che era previsto per oggi e domani. Con Alessandro Di Battista e i suoi frondisti che per l’ennesima volta sperano che il voto della base sconfessi il gruppo dirigente e gli consegni la guida del Movimento. Anche per questo il reggente Vito Crimi lascia aperte tutte le porte: “Non andremo al governo a tutti i costi, ci stiamo confrontando”, dice.
Draghi, dunque deve rinviare il passaggio al Quirinale per sciogliere la riserva nella mani di Sergio Mattarella che era previsto per oggi o domani. Si scivola verso sabato. Sempre in attesa che la sibilla Rousseau faccia conoscere il suo verdetto. Verdetto che adesso è appeso alle parole di Draghi, alle sue dichiarazioni, ai suoi progetti.
Perchè, come dice Grillo, i militanti mica possono votare sul nulla. “Dire sì o no a Draghi sarebbe troppo povero. Quando avremo qualcosa su cui votare scriveremo nei quesiti ‘vogliamo stare in un governo che ha queste caratteristiche?’, dice sempre Crimi.
E dietro queste parole si nasconde il nodo chiave del quesito, o dei quesiti da sottoporre ai militanti. Perchè i dissidenti vorrebbero che ci fosse pure la domanda sull’ipotesi di astenersi nel voto di fiducia a Draghi. Ma si sa che su questo terreno il Movimento è capace di acrobazie incredibili.
È evidente, infatti, che se i grillini si sfilano, bisognerà ridiscutere tutto. Perchè senza il Movimento il peso specifico degli altri contraenti del patto di governo aumenta. E aumentano anche gli appetiti, la voglia di quel posto o di quella poltrona.
Ammesso e concesso che il presidente incaricato sciolga la sua riserva entro venerdì, il giuramento potrebbe avvenire sabato 13. Da quel momento il presidente del Consiglio, che sarebbe nella pienezza dei suoi poteri, avrebbe dieci giorni di tempo per presentarsi alle Camere per ottenere la fiducia. Ma presumibilmente la fiducia potrebbe essere votata lunedì 15 alla Camera e martedì 16 al Senato. Ma non si esclude una dilatazione ulteriore delle tappe, con giuramento lunedì e fiducia nei giorni a seguire.
Tempi ampi. Ma il Movimento Cinque Stelle deve decidere presto. Perchè Draghi, quando si presenterà al Quirinale per sciogliere la riserva porterà con sè anche la lista dei ministri che il presidente della Repubblica dovrà nominare.
Però Draghi deve anche dire che programma ha in concreto.
(da agenzie)
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