GRECIA, ECCO PRONTO UN PIANO DA 12 MILIARDI
LE BANCHE VERSO LA RIORGANIZZAZIONE, AUMENTO DELLE ALIQUOTE IVA
Un piano da 12 miliardi di euro di riforme, da completare nei prossimi due anni: sono le proposte di Alexis Tsipras che i creditori internazionali dovranno valutare e approvare, per permettere ad Atene di accedere al terzo piano di salvataggio dallo scoppio della crisi.
Secondo quanto riporta il quotidiano ellenico Kathimerini, nel documento che deve arrivare sul tavolo di Bruxelles entro la mezzanotte di oggi ci sono più riforme di quelle pronosticate alla viglia, ma anche un dipinto tragico dell’attuale congiuntura greca: a fronte di una crescita preventivata dello 0,5% – quest’anno – il Pil dovrebbe contrarsi del 3%, a causa delle incertezze e turbolenze degli ultimi tempi.
C’è quindi bisogno di intervenire e le bozze che circolano parlano di misure incisive, mentre si studia la riorganizzazione del sistema bancario, colpito in alcuni casi a morte dalla crisi degli ultimi giorni.
Il piano di riforma per i creditori.
Dopo le aperture lanciate ieri da Tsipras, con il coinvolgimento della riforma delle pensioni, il report citato dal quotidiano ellenico mette nero su bianco che “le misure da 8 miliardi di dollari che la Grecia ha presentato per il 2015 e 2016 devono essere elevate a 12 miliardi”.
Secondo un altro giornale, Naftemporiki, ci sarebbe anche il dettaglio di alcuni interventi previsti: la tassazione per le aziende salirebbe dal 26 al 28%, l’Iva sui beni di lusso dal 10 al 13% (insieme all’aliquota del 23% per gli alimenti, i ristoranti, i trasporti e alcuni servizi sanitari); quella sugli alberghi dal 6,5 al 13%.
Nel disegno, le isole continuerebbero a beneficiare degli sgravi fiscali che per i creditori sarebbero invece da rimuovere.
Gli stessi quotidiani ammettono che questi pacchetti probabilmente incontrerebbeo l’opposizione dell’ala radicale di Syriza, ma Tsipras ha incassato il sostegno della stragrande maggioranza dell’arco parlamentare perchè porti a casa un accordo.
Banche da rifare.
Mentre si studiano le proposte per i creditori, il mondo finanziario si prepara alla ristrutturazione del sistema del credito, che dovrà procedere di pari passo con il salvataggio del Paese.
Come già alcuni analisti facevano notare, e ora confermano fonti europee a Reuters, alcune grandi banche dovranno fondersi tra loro per sopravvivere alla crisi: delle quattro (National Bank of Greece, Eurobank, Piraeus e Alpha Bank) grandi istituzioni ne potrebbero rimanere due.
Sarebbe una misura alla quale si opporrebbe una fiera resistenza in quel di Atene, la per i funzionari Ue “il modello di Cipro potrebbe essere da seguire”: quindi forte intervento nel sistema finanziario in vista, se si considera che a Nicosia delle due banche presenti ne restò una.
Proprio il sistema finanziario è stato nel cuore della crisi greca, con gli istituti in costante cerca di liquidità (garantita solo dalla Bce, che ora ha congelato i rubinetti) e la fuga dei depositi che ha assottigliato il cuscinetto di contante disponibile, nonostante la chiusura forzata degli sportelli e il limite ai prelievi fissato in 60 euro al giorno.
Solo un anno fa, ricorda l’agenzia anglosassone, le banche sembavano esser entrate in una nuova era: avevano rafforzato il capitale e guadagnato di nuovo l’accesso al mercato per finanziarsi.
Ma la crisi di liquidità ha gettato tutto alle ortiche e ogni ristrutturazione ora deve passare per forza di cose da una ricapitalizzazione del sistema, visto che la nuova crescita del credito di cattiva qualità e l’esposizione a un debito pubblico di nuovo a rischio hanno peggiorato sensibilmente i bilanci.
Ora, un’ondata di fusioni sembra improcrastinabile, anche se potrebbe portare malcontento visto che con ogni probabilità significherebbe anche tagli del personale.
(da “La Repubblica“)
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