GRILLO A ROMA PER FAR SENTIRE A CONTE LA VOCE DEL PADRONE
DIVERSI PARLAMENTARI: “M5S E’ BEPPE, NON PUO’ TAGLIARLO FUORI”
Alla fine dovrebbe spuntarla Beppe Grillo. Il garante del Movimento 5 stelle è atteso a Roma nel weekend.
Vuole testimoniare la propria vicinanza ai suoi in un momento di passaggio, alla vigilia della presentazione del nuovo Statuto e della nuova Carta dei valori, certo. Ma vuole anche evitare scherzi.
Perché Giuseppe Conte ha sempre rivendicato di aver accettato la nuova avventura da leader a patto di avere carta bianca. E questa volontà, nei piani dell’ex premier, è coerente con un ridimensionamento dei poteri del garante, relegato al ruolo di padre nobile ma senza poteri sostanziosi nel calibrare e decidere la linea politica.
Ma Grillo non ha nessuna intenzione di mollare le mani dalla sua creatura, e nonostante le vicissitudini che di recente hanno investito la sua famiglia è intenzionato a marcare stretta la fase finale della definizione della nuova impalcatura.
Il fondatore fa leva sul rumoreggiare dei parlamentari: lo scarso coinvolgimento nella definizione delle nuove regole, la fumosità nella definizione di quel che sarà il nuovo M5s, la contrarietà diffusa all’uomo solo al comando, hanno spinto un buon numero di deputati e senatori a sposare le ragioni di Grillo.
“Non esiste che venga tagliato fuori – spiega un deputato generalmente assai moderato – già non abbiamo garanzie sull’organigramma, e più in generale non sappiamo nulla, il Movimento è Grillo, e non può venir tagliato fuori”.
Chi ha sentito il padre nobile lo racconta determinato: “Nessuno pensi di non poter fare senza di me”, il ragionamento che avrebbe consegnato agli interlocutori a lui più vicini.
Il timore che serpeggia nelle chat grilline è che il nuovo corso dei 5 stelle si trasformi di fatto nel partito personale di Conte, e contro questa eventualità si è saldata la comunione d’interessi tra Grillo e il gruppo parlamentare.
Dice un senatore che “se Conte pensa di farsi il suo partito non va affatto bene, ma sono sicuro che non sia così”. Avvertimenti e proteste, veleni e maldicenze sono il contesto niente affatto facile che fa da contorno al nuovo inizio. Un fumo denso di contestazione che Conte è convinto di spazzare via allorché, la settimana prossima, presenterà finalmente le carte rifondative dei 5 stelle.
Ma intanto si registra l’ennesimo episodio di frizione tra i due uomini alla guida, mentre ancora non è stato sciolto il nodo del limite dei due mandati, che per Grillo rimane un totem mentre Conte vorrebbe preservare una quota compresa tra il 10% e il 20% di eletti al terzo mandato sulla base di merito e capacità, in modo tale da un lato da garantire il ricambio voluto dal garante e una malleabilità per il M5s che verrà e dall’altro non decapitare del tutto una classe dirigente che pur con tutti i suoi errori ha un patrimonio di esperienza nel Palazzo da non disperdere.
(da Huffingtonpost)
Leave a Reply