I FRATELLI BIANCHI NON SI SONO MAI PENTITI, E’ DI NUOVO IN BALLO L’ERGASTOLO PER I KILLER DI WILLY MONTEIRO DUARTE, IL RAGAZZINO PESTATO A MORTE A COLLEFERRO
LA CASSAZIONE HA DISPOSTO UN PROCESSO DI APPELLO BIS PER I DUE FRATELLI: NEL NUOVO PROCEDIMENTO POTREBBERO NON ESSERE RICONOSCIUTE LE ATTENUANTI GENERICHE, CHE AVEVANO RIDOTTO LA LORO PENA DALL’ERGASTOLO A 24 ANNI… LA MAMMA DI WILLY: “DAGLI IMPUTATI NESSUN PENTIMENTO”
È di nuovo in ballo l’ergastolo per Marco e Gabriele Bianchi. Ieri la Corte di Cassazione – dopo aver riconosciuto per tutti e quattro gli imputati la responsabilità per il reato di omicidio volontario in relazione al brutale pestaggio di Willy Monteiro Duarte – ha disposto un processo di appello bis solo per i due fratelli e limitatamente alle attenuati generiche: se non dovessero essere più accordate, i Bianchi rischiano di trascorrere il resto della loro vita in carcere.
La Corte d’appello di Roma, lo scorso 12 luglio, aveva ridotto la pena per loro a 24 anni di reclusione, rispetto all’ergastolo inflitto il 4 luglio 2022 dalla Corte d’assise di Frosinone, proprio sulla base delle attenuanti. Secondo il sostituto procuratore generale Marco Dall’Olio, «erano consapevoli delle conseguenze dei loro colpi, estremamente violenti, inferti con tecniche di lotta Mma contro punti vitali, su un corpo particolarmente esile» come quello del 21enne, ucciso la sera tra il 5 e il 6 settembre 2020 nel centro di Colleferro, a circa 60 chilometri dalla Capitale.
Con la stessa sentenza i giudici della prima sezione penale della Suprema Corte hanno dichiarato definitive le condanne a 23 anni per Francesco Belleggia e a 21 anni per Mario Pincarelli, gli amici dei Bianchi che, davanti al locale “Due di picche”, innescarono la lite finita in tragedia
Nella sua requisitoria il pg ha sottolineato che «Willy riceve almeno due colpi potenzialmente mortali; dopo il primo colpo riesce ad alzarsi ma nuovamente viene colpito ancora per 40-50 secondi di follia»
Nell’atto con cui avevano riconosciuto le attenuanti generiche i magistrati di secondo grado hanno spiegato che «l’aggressione inizia con il violento calcio sferrato da Gabriele Bianchi al petto di Willy con tecnica d’arti marziali e con potenza tale da sospingerlo di schiena contro un’autovettura e al quale segue un pugno sferrato sempre da Gabriele al momento in cui il giovane tenta di rialzarsi.
A sua volta Marco Bianchi, in sinergia con il fratello, colpisce con un calcio al livello del collo e poi con un pugno in pancia un amico di Willy intervenuto a sua difesa e poi lo stessa vittima con calci e pugni».
Gli altri due imputati «si affiancano da subito ai fratelli Bianchi e colpiscono Willy con un violento calcio alla testa e con calci pugni quando ormai il ragazzo è a terra inerme». Per questo, per i giudici di secondo grado, «deve ritenersi accertato che tutti gli imputati hanno partecipato al brutale pestaggio di Willy colpendolo ripetutamente con violenza con calci pugni».
Per i legali di Gabriele Bianchi, gli avvocati Ippolita Naso e Valerio Spigarelli, «la risonanza mediatica del caso ha influito sulla vicenda processuale, introducendo un “pregiudizio”: Gabriele è stato tramutato in una icona della violenza». Ma evidentemente il pregiudizio di cui parlano non è così forte se una ragazza, guardando Mario Pincarelli al telegiornale nelle veste di imputato, se n’è innamorata.
Anche se la Cassazione ha confermato i 21 anni di reclusione, il giovane di Artena martedì prossimo convolerà a nozze in carcere a Civitavecchia, dove è detenuto, con la sua futura sposa.
“Non ho visto ancora nessun segno di pentimento da parte di questi ragazzi che dimostri che hanno capito il male che hanno fatto a mio figlio”. Così Lucia Duarte, mamma di Willy, commentando la decisione della Cassazione. La donna era presente oggi in udienza assistita dall’avvocato Vincenzo Galassi
Il rappresentante dell’accusa aveva sollecitato l’annullamento della prima sentenza di appello perché i due fratelli “erano consapevoli delle conseguenze dei loro colpi, estremamente violenti, inferti con tecniche di lotta Mma contro punti vitali, su un corpo particolarmente esile come quello di Willy”, ha detto il sostituto procuratore generale Marco Dall’Olio chiedendo la revoca delle attenuanti. Durante il pestaggio, ha sottolineato il sostituto procuratore generale di Cassazione, “Willy riceve almeno due colpi potenzialmente mortali, dopo il primo colpo riesce ad alzarsi ma nuovamente viene colpito ancora per 40-50 secondi ‘di follia’”.
Nel corso dell’udienza hanno preso la parola le difese. Per quelli di Gabriele Bianchi, gli avvocati Ippolita Naso e Valerio Spigarelli, “è escluso che il loro assistito sia sceso dall’auto per uccidere Willy. È arrivato sul posto convinto erroneamente di dover intervenire in difesa dei propri amici, infatti appena arriva dice ‘qua si stanno menando'”. Dal canto loro i difensori di Marco Bianchi, gli avvocati Leonardo Bianchini e Vannina Zaru hanno chiesto di derubricare l’accusa in omicidio preterintenzionale. Nelle motivazioni della sentenza di appello i giudici ricostruirono le fasi dell’aggressione.
Per i magistrati “resta dato inalienabile, riferito da tutti i testi, dei micidiali colpi sferrati da Gabriele e Marco Bianchi contro Willy. Certa è anche la condotta violenta tenuta da Belleggia costituita in particolare nel colpire Willy con un calcio alla testa, nella fase finale del pestaggio”. Nell’atto con cui hanno motivato il riconoscimento delle attenuanti generiche i giudici affermano, inoltre, che “deve ritenersi accertato che l’aggressione inizia con il violento calcio sferrato da Gabriele Bianchi al petto di Willy con tecnica d’arti marziali e con potenza tale da sospingerlo di schiena contro un’autovettura e al quale segue un pugno sferrato sempre da Gabriele al momento in cui il giovane tenta di rialzarsi.
A sua volta Marco Bianchi, in sinergia con il fratello, colpisce con un calcio al livello del collo e poi con un pugno in pancia un amico di Willy intervenuto a sua difesa e poi lo stessa vittima con calci e pugni”. Gli altri due imputati “si affiancano da subito ai fratelli Bianchi e colpiscono Willy con un violento calcio alla testa e con calci pugni quando ormai il ragazzo è a terra inerme”. Per questo, conclusero i giudici, “deve ritenersi accertato che tutti gli imputati hanno partecipato al brutale pestaggio di Willy colpendolo ripetutamente con violenza con calci pugni”.
(da agenzie)
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