I GRILLINI FANNO LA RIVOLUZIONE BOICOTTANDO CAPITAN FINDUS E IL MOCHO VILEDA
NEL MIRINO GLI SPONSOR DELL’ARIA CHE TIRA, IL PROGRAMMA DI MYRTA MERLINO REA DI AVER CRITICATO LA RAGGI, COSA CHE FA QUALSIASI ITALIANO CON UN MINIMO DI CERVELLO…E SUL WEB SI SCATENA LA SATIRA
“Non comprerò più prodotti delle marche che sponsorizzano L’Aria che tira”.
Il messaggio di Angelo B. sulla bacheca Facebook del programma televisivo condotto da Myrta Merlino su La7 è solo uno tra i tantissimi che stanno animando la protesta sui social network di esponenti e attivisti del Movimento 5 Stelle contro la giornalista, accusata di parlare male dei pentastellati e della sindaca di Roma, Virginia Raggi.
Una protesta che invita simpatizzanti ed elettori dei 5 Stelle al boicottaggio dei prodotti di Findus e Vileda, sponsor del programma.
“Di sicuro Findus e Villeda non mi avranno come cliente per un bel po di tempo, vediamo se gli tocchi il portafogli come reagisce La7”, scrive un altro utente. E poi ancora: “Siamo diversi milioni di consumatori, possiamo fare politica anche con la spesa”.
La protesta è esplosa anche sui profili social di Findus e Vileda.
“Anch’io ho sempre usato i vostri prodotti perchè li trovo competitivi, ma finchè sarete lo sponsor di #lariachetira smetto di comprarvi e lo dirò a tutte le mie amiche, conoscenti e parenti”, scrive Claudia C. sulla bacheca Facebook dell’azienda che produce il famoso mocio.
Presa di mira anche Findus. “Sono stata vostra cliente, ma non lo sarò più, almeno fino a quando sponsorizzerete trasmissioni faziose di disinformazione. Ovviamente vi boicotterò anche parlando direttamente con chi vedrò in procinto di acquistare prodotti con il vostro marchio e quello degli altri sponsor”, è il messaggio di Stefania Z.
Le due aziende sponsor de ‘L’aria che tira’ hanno smentito ogni collegamento con la politica.
Sui social, intanto, si è scatenata l’ironia contro la protesta degli attivisti del Movimento 5 Stelle al grido di ‘Je suis sofficino’.
La dimostrazione che anche un comico può finire seppellito da una valanga di risate.
(da “Huffingtonpost”)
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