I RENZIANI RIAPRONO LA MANOVRA: CHIEDONO IL RINVIO DI UN ANNO DI PLASTIC E SUGAR TAX
SERVONO 500 MILIONI… NUOVO ROUND VENERDI MATTINA
Il segnale che i renziani stanno facendo sul serio, che vogliono riaprire la manovra, arriva quando a palazzo Chigi sta per iniziare il vertice di maggioranza che Giuseppe Conte è stato costretto a convocare proprio per sondare le loro intenzioni. I partecipanti sono già seduti al tavolo.
Sono le 17.27. Matteo Renzi appare su Facebook: “Le tasse contro la plastica e lo zucchero ‘funzionano’ mediaticamente per i populisti. Fanno licenziare 5mila persone”. Il riferimento è ai grillini. È il là per dire ai suoi che sono dentro di iniziare a battagliare per cancellare le due tasse. Dentro ci sono Davide Faraone, Luigi Marattin e Teresa Bellanova.
Il messaggio è netto: “O si cancellano le due tasse o la manovra non va avanti”. La discussione si accende, partono le urla. Dopo oltre due ore si prende atto che le posizioni sono inconciliabili. Si butta sul tavolo una traccia di mediazione da verificare in nuovo vertice fissato venerdì mattina. Ma dopo due ore la traccia è già carta straccia.
La fumata nera a palazzo Chigi ha una genesi lunga, sottotraccia da settimane ed esplosa oggi per un’intera giornata.
La scia di questa fumata dice della difficoltà del governo di essere compatto sulla base minima del senso del suo mandato: la manovra. I tempi sono strettissimi e proprio quando i giochi sembravano chiusi al Senato per il primo via libera, ecco che la maggioranza si riscopre nuovamente divisa.
Ma ritorniamo al vertice. I renziani partono a razzo e provano a portare a casa il bottino pieno, ma il resto del governo frena subito le intenzioni più bellicose. Si discute per circa un’ora, poi tutti concordano sulla necessità di provare ad arrivare a una mediazione.
L’ipotesi prende forma, sempre per volontà dei renziani: se non è possibile cancellare le due tasse, allora rinviamole di un anno, al 2021. Al tavolo c’è anche Roberto Gualtieri. Il ministro del Tesoro è reduce dal risultato strappato a Bruxelles
(da “Huffingtonpost”)
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