I RUSSI HANNO CAPITO COME SFUGGIRE ALLA LEVA DI PUTIN, I GIOVANI HANNO ESCOGITATO METODI PER NON FARSI TROVARE
ALCUNI ESEMPI? NON VIVERE ALL’INDIRIZZO DI RESIDENZA UFFICIALE E LAVORARE IN NERO PER EVITARE CONTROLLI
«Il panico è passato, ormai ci siamo abituati a questa situazione», dice Evgeny, 28 anni, parlando della possibilità di una nuova mobilitazione in Russia. Il ragazzo, che lavora come barista in un popolare locale nel centro di San Pietroburgo, ha ricevuto l’ordine di arruolamento durante la scorsa mobilitazione ma non si è presentato all’ufficio. Dopo settimane di tensione, Evgeny ha capito come funziona l’arruolamento e come evitarlo: non vivere al suo indirizzo di residenza ufficiale e lavorare in nero per evitare che lo vengano a cercare.
Da diverse settimane ormai, si diffondono le voci di una seconda ondata di mobilitazione imminente in Russia. Secondo le fonti governative della Cnn, il governo russo starebbe per chiamare alle armi fino a 200.000 uomini, in aggiunta ai 300.000 già arruolati lo scorso autunno per combattere in Ucraina.
Una versione sostenuta ieri dal Ministero della Difesa britannico, secondo il quale il governo russo «tiene aperta l’opzione di un altro giro di arruolamenti», ma è preoccupato di provocare un aumento del dissenso interno.
Come mostra un sondaggio governativo riservato ottenuto dal canale Telegram russo Faridaily, la scorsa mobilitazione ha causato un forte choc nella popolazione ed è stata largamente percepita come il segnale che la guerra non stava andando secondo i piani. Per questo, secondo delle fonti governative interpellate da Faridaily, la prossima chiamata alle armi probabilmente non avrà carattere generalizzato ma avverrà in maniera più mirata e graduale.
La settimana scorsa la retorica del Cremlino è cambiata: Peskov ha detto che il decreto di mobilitazione continua ad essere attivo in quanto, oltre alla chiamata alle armi, includerebbe «altre misure necessarie per garantire l’adempimento degli obiettivi delle forze armate». Non è chiaro di quali misure si tratti esattamente.
Secondo alcuni media locali e canali Telegram, da qualche settimana gli uffici di reclutamento in diverse città della Russia starebbero convocando uomini per «verificare le loro credenziali». Per ora si tratta di casi singoli mentre, sempre secondo le fonti di Faridaily, non ci sarebbero segnali che indichino un’imminente chiamata alle armi su grande scala. Senza contare che una buona parte dei soldati arruolati lo scorso autunno non sono ancora stati impiegati al fronte.
(da La Stampa)
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