I SOLDATI RUSSI HANNO REALIZZATO DI ESSERE STATI USATI COME CARNE DA CANNONE
SI AVVENTURANO CON MAPPE DEGLI ANNI 60, CON POCO CIBO E POCHI PROIETTILI. ALCUNI DI LORO AVEVANO A MALAPENA SPARATO CON UNA PISTOLA E UNO DEI DOTTORI DA CAMPO ERA UN EX BARISTA SENZA FORMAZIONE MEDICA”
«I soldati russi vanno in battaglia con poco cibo, pochi proiettili e vaghe istruzioni raccolte su Wikipedia per maneggiare armi che conoscono a malapena. Si avventurano per l’Ucraina alla cieca o con vecchie mappe degli Anni 60, recuperate dal campo di battaglia. Si parlano su linee telefoniche aperte, rivelando le loro posizioni ed esponendosi a rischi figli dell’incompetenza e del disordine che regna nei loro ranghi. Arrivano da addestramenti in fatiscenti basi russe svuotate dalla corruzione. Gli vengono dati orari e obiettivi irrealistici, mentre loro si lamentano di essere stati spediti in un “tritacarne”».
Questa è «la guerra di Vladimir Putin» raccontata in un’inchiesta del New York Times basata su interviste, intercettazioni, documenti e piani di battaglia segreti secondo cui quella che doveva essere una «passeggiata nel parco» si è trasformata in una catastrofe per la Russia.
Su tutte svettano le fallimentari sortite della 155ª Brigata di Fanteria navale spedita dal Cremlino al fronte senza mappe, kit medici o walkie-talkie funzionanti.
Solo poche settimane prima, i suoi membri erano operai e camionisti, che guardavano alla televisione di Stato un’infinita vetrina di presunte vittorie militari russe prima di essere arruolati a settembre.
Uno di loro, col ruolo di dottore da campo, era un ex barista senza nessuna formazione medica. I membri della Brigata spiegano che alcuni di loro avevano a malapena sparato con una pistola e che erano quasi sempre a corto di proiettili, per non parlare della copertura aerea o di artiglieria.
Sei gli argomenti fondamentali. Il primo sono gli errori, commessi sin dall’inizio. I piani di invasione russa ordinavano alle truppe di penetrare in Ucraina su centinaia di chilometri da più direzioni e più dimensioni (cielo, terra e mare) con la convinzione che ci sarebbe stata esile resistenza. Il secondo è l’arroganza. Il terzo aspetto è la corruzione interna, «tutti o quasi rubavano e mentivano a Mosca».
Il crollo dei fronti e la progressiva consapevolezza dei soldati che nessuno sarebbe sopravvissuto è un altro aspetto emerso con l’invasione. Così come la frammentazione degli sforzi, con i Wagner che hanno sempre agito per conto proprio. Ed infine la realizzazione di essere stati usati come carne da cannone edulcorata «da un bicchiere di vodka».
(da agenzie)
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