I VERI PARADISI FISCALI NON SONO IN EUROPA, MA NEGLI STATI UNITI
SARKOZY E LA MERKEL VOGLIONO REGOLE PIU’ SEVERE, MA SONO GLI STATI UNITI CHE GARANTISCONO PROTEZIONI BANCARIE… 800.000 AZIENDE AMERICANE HANNO SEDE LEGALE NEL DELAWARE… NIENTE IVA, TASSE DEL 5,95%, IMPOSTA SUGLI UTILI DELL’ 8,7%… E POI VENGONO A CHIEDERE TRASPARENZA AGLI EUROPEI
Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, nel corso del vertice del G20 hanno sottolineato la necessità di scrivere regole più severe per quanto riguarda i cosiddetti “paradisi fiscali”, sottolineando la necessità di rifondare l’architettura finanziaria.
Sarko si è spinto ad affermare che occorre “moralizzare un sistema immorale”.
Il primo ministro del Lussemburgo, Jean Claude Junger, destinatario di forti pressioni per l’abolizione del segreto bancario nel proprio Paese, ha polemicamente affermato che vorrebbe che lo stesso coraggio usato nei confronti di Belgio, Austria e Lussemburgo, per abbandonare la riservatezza bancaria, venisse usato anche nei confronti degli Stati Uniti.
Come dargli torto: una lista nera delle piazze finanziarie “coperte” non deve e non può certo limitarsi a quelle poche realtà europee, se non si ha poi il coraggio e l’onestà di inserirvi anche Stati “a stelle e strisce” come il Delaware, lo Wyoming, il Nevada e le isole sperdute degli States.
Sarà anche che la tradizione anglosassone è più indulgente verso i paradisi fiscali, ma se occorre dare l’esempio bisognerebbe iniziare proprio dal Delaware.
Si tratta di un piccolo Stato a un’ora e mezzo di treno da New York, che la metà delle società americane quotate in Borsa ha eletto come sede legale.
In totale più di 800.000 aziende, non male per uno Stato che conta appena 865.000 abitanti.
Ci sono tante imprese quante sono i cittadini registrati all’anagrafe…
In Delaware basta aprire un solo ufficio (direzione e attività possono essere dislocate altrove) e si gode di un regime fiscale da sogno.
Niente Iva, tasse sul reddito che non superano il 5,95%, imposte sugli utili d’impresa ferme all’8,7%.
Non c’è nemmeno una legge sull’usura: una società di carte di credito con sede in questo Stato può applicare il tasso di interesse che gli pare, ovunque nel mondo.
E noi qua in Italia stiamo a fare la caccia agli interessi usurari… quando vi sono società protette dal governo americano che li applicano nella piena legalità .
Gli interessi in gioco sono enormi.
Nel Delaware hanno non a caso la loro sede società come la McDonald’s, la Coca Cola, Google, la Walt Disney, General Motors e Bank of America.
Ritenete che con il nuovo presidente progressista le cose cambieranno?
Pensate che nella cittadina di Wilmington ha casa un certo Joe Biden… il Delaware è un feudo democratico da oltre 20 anni ed è il collegio elettorale del vicepresidente degli Stati Uniti d’America… così avete già la risposta alla vostra speranza.
Chiedetevi perchè le grandi aziende Usa finanziano a vagonate di milioni di dollari i candidati alla Casa Bianca, in particolar modo il Partito democratico di Obama.
Salvo poi restare nella bratta finanziaria per le speculazioni di certi gruppi e coinvolgere il mondo intero nel loro tracollo.
Per questo auspichiamo che l’Europa assuma una posizione forte e non da scendiletto nei confronti degli intrallazzi del capitalismo americano. Se un nuovo giorno deve nascere, cominci con il mettere tutte le economie sullo stesso piano, senza favoritismi e sconti per nessuno.
Prima di fare i “gendarmi del mondo” qualcuno pensi a passare la ramazza a casa propria.
Leave a Reply