IL DEGRADO DI ROMA: DAVANTI A CASTEL SANT’ANGELO, TRA TOPI, CAMION BAR, GLADIATORI E AMBULANTI, C’E’ ANCHE CHI ORINA NELLA STORICA FONTANA
E DI VIGILI NEMMENO L’OMBRA, COMUNE LATITANTE
Ecco cosa hanno visto i turisti (e i poveri romani) che nella tarda mattinata di mercoledì hanno scelto i giardini di Castel Sant’Angelo per una passeggiata: un barbone che fa le sue abluzioni nella fontana con protome leonina, in pieno centro di Roma. Purtroppo, non è tutto.
Dopo la denuncia del Corriere sull’invasione dei topi che hanno colonizzato la zona, adesso la mancanza di controlli e del rispetto delle regole rischia di degradare irrimediabilmente uno degli scorci di Roma più pregevoli.
50 metri da incubo
Sono centinaia le persone che ogni giorno percorrono il tratto di strada che da San Pietro (lasciata via delle Conciliazione alle spalle e costeggiando il Tevere) passa davanti l’ingresso di Castel Sant’Angelo per poi proseguire su ponte Sant’Angelo.
Lo spettacolo che accoglie il turista non è certamente all’altezza di una Capitale europea.
In 50 metri da film dell’orrore, s’incontrano: un camion bar, diverse bancarelle di cappelli, gadget, occhiali e cianfrusaglie varie.
Venditori di bastoni da selfie, musicisti di strada muniti di amplificatori che sparano watt a tutto spiano. Superato questo, si piomba addosso ad un paio di centurioni a caccia di prede.
Rifugio per clochard
Ma se si abbassa lo sguardo sul fossato che circonda il Castello si rischia lo svenimento: superata la vegetazione che ricorda una giungla, sotto gli archi, un clochard ha parcheggiato i suoi averi e ne ha fatto un rifugio. Ed è lì da mesi.
Le panchine dei giardini sono quasi tutte occupate dai senza fissa dimora che con tutti i loro fagotti ci passano la giornata senza essere disturbati: nel perimetro l’assenza dei vigili è evidente, visto che gli abusivi e i clochard sono lì, appunto, da mesi.
Ma la cosa che rattrista e che in questo percorso da incubo, i cumuli di «monnezza» che circondano i cestini dei rifiuti sono quasi confortanti.
La zona, nel 2016, durante l’anno del Giubileo della Misericordia voluto da Francesco, grazie al costante controllo delle forze dell’ordine che in quel quadrante strategico – essendo appunto di passaggio per i pellegrini diretti a San Pietro – avevano alcuni presidi, ne salvaguardava oltre che la sicurezza, anche il decoro.
Ora, è terra di nessuno.
(da “il Corriere della Sera”)
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