IL GOVERNO PRIMA ABOLISCE IL NUMERO CHIUSO A MEDICINA ALL’INSAPUTA DEL MINISTRO, POI CI RIPENSA
E’ LA CORTE DEI MIRACOLI, TRE CAMBI DI LINEA IN 12 ORE
Lo si legge chiaro e tondo nel comunicato che questa mattina il governo italiano ha fatto pubblicare sul sito della presidenza del Consiglio dei ministri: “Si abolisce il numero chiuso nelle facoltà di Medicina, permettendo così a tutti di accedere agli studi”.
Un’affermazione perentoria e sicura che nel corso della mattinata è diventata una boutade.
In un tweet il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), Walter Ricciardi, che per ovvi motivi risalenti al decreto Lorenzin non si aspetta certo di essere confermato dall’esecutivo in quel ruolo, dice che si tratta di una decisione folle.
Poi arriva la prima mazzata: a margine di una conferenza stampa organizzata a Venezia il ministro della Pubblica Istruzione Marco Bussetti fa sapere che la decisione è stata presa a sua insaputa: “Voglio essere sincero, a me non risulta questa cosa. Farò le dovute verifiche ma non mi risulta nulla di simile”.
Verso mezzogiorno arriva la nota congiunta di Bussetti e di Giulia Grillo, ministra della Sanità e altra interessata al provvedimento: qui arriva una mezza retromarcia che però va letta tra le righe.
I Ministri Bussetti e Grillo hanno chiesto in sede di Consiglio dei Ministri di aumentare sia gli accessi sia i contratti delle borse di studio per medicina.
Lo si apprende in una nota ufficiale che precisa quanto uscito oggi in alcuni siti che parlava di una abolizione del numero chiuso.
“È un auspicio condiviso da tutte le forze di maggioranza che il Governo intende onorare — si legge poi — Si tratta chiaramente di un percorso da iniziare già quest’anno per gradi. Per assicurare l’aumento dei posti disponibili e avviare un percorso condiviso, a breve sarà convocata una prima riunione con tutti i soggetti interessati a cominciare dalla Crui”.
Alle 12,30 finalmente parla Palazzo Chigi: “In merito al superamento del numero chiuso per l’accesso alla facoltà di Medicina, la Presidenza del Consiglio precisa che si tratta di un obiettivo politico di medio periodo per il quale si avvierà un confronto tecnico con i Ministeri competenti e la Conferenza dei Rettori delle università italiane (CRUI), che potrà prevedere un percorso graduale di aumento dei posti disponibili, fino al superamento del numero chiuso”.
Insomma, il governo non ha abolito il numero chiuso, obiettivo di medio periodo, ma ha cominciato ad annunciarlo per portarsi a casa i risultati di breve periodo.
Quelli elettorali-
L’effetto di una cosa del genere sull’organizzazione delle Università sarebbe dirompente, basti pensare che quest’anno su 67mila candidati sono passati in 10mila, coiè coloro che hanno superato il test e sono entrati nel numero chiuso. E’ facile comprendere quale sforzo organizzativo richiederebbe agli atenei far entrare tutti e non solo dal punto di vista delle aule dove si svolgono i corsi. In generale andrà riorganizzata tutta la didatica, cosa che richiederà fondi extra.
Tanto più che probabilmente il numero chiuso scoraggiava alcuni giovani diplomati, che temendo di essere bocciati non si presentavano nemmeno. Con l’apertura a tutti, dal prossimo anno a Medicina potrebbero iscriversi ancora più persone di quelle che normalmente si candidano al test.
Il problema principale del reclutamento dei medici da parte del servizio pubblico in questo momento, tra l’altro, ha a che fare con le scuole di specializzazione, cioè si presenta in una fase successiva rispetto all’ingresso alle Università .
Per formare cardiologi, internisti, chirurghi generali eccetera quest’anno sono state bandidte 7mila borse di studio per laureati in medicina.
Si tratta di un numero inferiore ai circa 10mila laureati ma anche a quello dei medici che dovrebbero andare in pensione (circa 8mila).
Ammettere tutti a Medicina senza aumentare le borse di specializzazione non servirebbe quindi ad far crescere il numero degli specialisti pronti ad entrare in ospedale o a diventare medico o pediatra generico, perchè l’imbuto si trova appunto nelle scuole di specializzazione.
(da agenzie)
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