IL PIANO B DI SALVINI E’ UNA PATACCA, LUI MIRA SOLO A UN NUOVO GOVERNO DEI LEADER PER TORNARE AL VIMINALE E FAR FUORI GIORGETTI
I NOMI “SEGRETI“ SONO SEMPRE I SOLITI TROMBONI
Il leader della Lega Matteo Salvini ha annunciato un piano B per la presidenza della Repubblica. E questo allontana la candidatura di Silvio Berlusconi per il Quirinale e apre nuove prospettive anche per il nuovo governo che il segretario del Carroccio chiede. E che dovrebbe vedere la partecipazione dei leader del partito.
Mentre lo scenario annunciato da Salvini non vede (per ora) l’ascesa di Mario Draghi al Colle. L’approdo al Quirinale con Matteo king maker sarebbe invece appannaggio di alcuni nomi ben precisi.
Quello della presidente del Senato Elisabetta Casellati o dell’assessora al Welfare di Regione Lombardia Letizia Moratti. Ma nella lista ci sono anche Marcello Pera e Pierferdinando Casini.
Gli scenari
Il piano B di Salvini, spiega oggi un retroscena su La Stampa, è quindi un complicato sistema di incastri. Che prevede l’addio alla candidatura di Berlusconi possibilmente senza far arrabbiare troppo il Cavaliere. Poi puntare su un candidato alternativo del centrodestra sul quale far convergere Forza Italia e Fratelli d’Italia. Infine, su questa proposta intavolare una trattativa con il premier sul prossimo governo.
L’idea dell’esecutivo dei leader, sulla quale ieri anche Matteo Renzi ha detto sì, è la prima mossa di una strategia che punta alle elezioni nel 2023. Il leader del Carroccio però punta in primo luogo a un obiettivo antico. Ovvero il ministero dell’Interno. Anche se magari non sarà per forza lui a guidarlo, spiega il quotidiano, il Viminale dovrà tornare ad essere centrale nella narrazione politica. Per risalire i sondaggi e superare Giorgia Meloni che insidia la sua leadership. In questa ottica, spiega il quotidiano, sono tre gli scenari attesi:
il primo è il governo dei politici: Mario Draghi potrebbe andare al Quirinale mentre a Palazzo Chigi arriverebbero i leader di partito con ministeri chiave; e Salvini punterebbe al Viminale
il secondo è la conferma dello status quo: in questo caso Sergio Mattarella verrebbe riconfermato presidente della Repubblica e Draghi resterebbe presidente del Consiglio fino al 2023, quando arriveranno le elezioni politiche;
il terzo è il voto anticipato: se al Quirinale arrivasse un nome scelto dal centrodestra senza trattative con il centrosinistra la conseguenza più probabile sarebbero le urne nel 2022.
Il nome “segreto” di Salvini
Ieri le agenzie di stampa hanno raccontato di una lunga e cordiale telefonata tra Berlusconi e Salvini. Nella serata di ieri alcune fonti leghiste hanno fatto trapelare con l’AdnKronos che «le letture malevole» del suo piano B vanno respinte
Il Corriere della Sera però spiega che dal Carroccio c’è prima di tutto preoccupazione per il possibile flop della candidatura del Cavaliere: «O dentro o fuori, non possiamo arrivare all’inizio delle votazioni in Aula con un quadro ancora incerto», dicono i rumors. Per questo ci vuole una candidatura «che piaccia a molti, se non a tutti».
E dietro l’accelerazione molti vedono l’ombra di Denis Verdini. Che aveva appunto chiesto un ruolo di king maker per il Capitano nella lettera a Confalonieri e Dell’Utri. Per farlo c’è bisogno di un nome. Che può essere quello giusto per il Quirinale. O lo spauracchio per ottenere il governo dei leader e il posto al Viminale.
Ora però il problema sarà riuscire a concretizzarlo. Il primo nome “segreto” che circola tra quelli che potrebbe fare Salvini è quello di Elisabetta Casellati, presidente del Senato, figura istituzionale ed esponente di Forza Italia. Il secondo è quello di Letizia Moratti. Ma a Salvini non dispiacerebbe nemmeno Marcello Pera. Così come Pierferdinando Casini. E non a caso si tratta di nomi contigui (oggi o un tempo) all’area berlusconiana.
Mentre sullo sfondo rimane l’opzione Draghi.
(da Huffingtonpost)
Leave a Reply