IL RIDICOLO VADEMECUM PER LA PENITENZIARIA IN ALBANIA; “NON CORTEGGIATE LE DONNE, NON ANDATE IN GIRO NUDI E NON BEVETE IL CAFFE’ IN PIEDI”
ORA NESSUNO L’HA SCRITTO: “COLPA DI UN FUNZIONARIO ZELANTE”
Pensavano fosse una fake. Invece è tutto vero. Nero su bianco. Un vademecum per gli agenti della polizia penitenziaria che dal 20 agosto prossimo dovranno vigilare nel settore detenuti dei due Centri di permanenza per il rimpatrio aperti dall’Italia in Albania, a Shengjin e a Gjader, secondo l’accordo dello scorso anno fra i due governi.
Un’operazione rinviata già un paio di volte – doveva essere avviata ad aprile – che adesso sembra in dirittura d’arrivo tanto che personale della polizia di Stato è già al lavoro nelle strutture da qualche settimana. Complessi simili a quelli italiani che dovranno gestire l’afflusso di migranti sbarcati in Italia e trasferiti in Albania per la pratiche di identificazione e verifica dei loro requisiti per rimanere nel nostro Paese. Solo che adesso le «regole» consigliate agli agenti hanno fatto scoppiare una bufera.
«Documento prodotto senza il vaglio del vertici del Dap»
«Credevamo fosse una fake, ma poi abbiamo appreso che in effetti quel
vademecum è stato realmente stilato e distribuito. Non crediamo si sia
volutamente essere sessisti, intolleranti o, diciamo, anti-etnici. Probabilmente si tratta dell’opera di un qualche funzionario troppo zelante, ma quel che sorprende è che tutto ciò possa essere gestito – come sembra evidente – in maniera estemporanea e senza il vaglio preventivo dei vertici del Dap, se non vi è stato».
A spiegarlo è il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria Gennarino De Fazio. «Se accadono cose di tal genere prima che la missione abbia inizio, non osiamo immaginare ciò che, a queste condizioni, potrebbe succedere in almeno 5 anni di servizio operativo. Atteso che si disquisisce anche di religione, non rimane che appellarsi a una qualche divinità», aggiunge proprio il sindacalista parlando con l’agenzia LaPresse.
«Non corteggiate le donne di altri uomini»
Ma cosa c’è scritto nel documento? E perché ha fatto tanto scalpore? Possibile che sia stato prodotto con la collaborazione di qualche albanese o sulla base di missioni o rapporti del passato? Fra i primi punti ritenuti discutibili quello di «evitare di corteggiare le donne albanesi nei vari contesti e in maniera estemporanea. Si tratta di una società più conservatrice, specialmente al nord del Paese. L’uomo che sa o vede la propria donna corteggiata da un altro uomo può reagire in malo modo». Sono 14 i «consigli» dati agli agenti della Penitenziaria. Raccomandazioni per chi dovrà controllare in 45 al massimo 20 migranti che dovessero rendersi responsabili di reati durante la permanenza dei Cpr in trasferta. Saranno coordinati da un direttore italiano.
«Non girare nudi, gli albanesi si offendono»
A parte la disparità del rapporti fra agenti e detenuti rispetto a quanto accade in Italia – con una carenza di organico di almeno 7mila agenti e un sovraffollamento nelle carceri di 14mila detenuti, con strutture dove un poliziotto deve controllare anche cinque reclusi, mentre in Albania sarebbero più di due per ogni detenuto -, nel vademecum viene descritto un Paese quasi da terzo mondo invece di un partner europeo riconosciuto da anni. Gli albanesi – è scritto – sono «un popolo pudico, quindi nudità o vestiario poco sobrio in pubblico non sono graditi», «gli albanesi non amano essere sottovalutati nel senso mai presentarsi con un approccio di superiorità».
Al bar e al ristorante
«La consumazione del caffè non è al bancone, ma la solo seduti: questa è una tradizione assoluta a cui attenersi». «Nei ristoranti attenersi a quanto previsto dal menù: richieste di cambi nella formazione del menù non sono graditi e ingenerano errori e fraintendimenti». Attenzione poi alle «pietanze albanesi» che «sono molto speziate». Infine «portare prodotti repellenti» perché «la zona di Gjader è fortemente infestata da insetti e zanzare» e ancora «prestare attenzione a come si parla: l’italiano lo conoscono bene quasi tutti gli albanesi».
(da Il Corriere della Sera)
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