IN EUROPA SI TASSANO BANCHE, RICCHI E REDDITI DA CAPITALE, IN ITALIA SOLO I POVERACCI
SUI REDDITI ALTI AUMENTA IL PRELIEVO IN FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA…GLI STESSI PAESI TASSANO BANCHE, SOCIETA’ ENERGETICHE E RENDITE FINANZIARIE…. IN ITALIA SACRIFICI SOLO PER GLI STATALI E TAGLI AI SERVIZI LOCALI
L’austerity un Eurolandia non è fatta solo di tagli alla spesa pubblica e sacrifici per gli statali.
La nuova tendenza continentale, a differenza della manovra di Tremonti, per recuperare risorse e dare un senso di equità agli aggiustamenti di bilancio, è quella di ritoccare in vario modo le aliquote per i redditi alti e di elevare il prelievo su rendite finanziarie, stock option e superstipendi.
Questa tendenza è trasversale ai governi di destra e di sinistra, a parte il nostro, dove chi è ricco non viene minimamente sfiorato da questa manovra, mentre i dipendenti pubblici per 4 anni si vedranno congelata la retribuzione e gli enti locali ridotti i trasferimenti per i servizi anche del 30%.
La Merkel in Germania, ad es., non ha escluso un imminente aumento dell’aliquota Irpef più alta, oggi ferma al 42%.
In Francia è previsto un prelievo straordinario sui redditi oltre gli 11.000 euro mensili, in Portogallo è stata fissata una nuova aliquota del 45% per i redditi sopra i 150 euro, in Gran Bretagna del 50% sui redditi oltre le 150.000 sterline e anche in Spagna è stato annunciato un aumento fiscale.
Solo in Italia l’aliquota sopra i 75.000 euro resta inchiodata aal 43%.
Per quanto riguarda la tassa sui redditi da capitale, mentre il nostro Paese non ha adottato nessuna nuova misura, in Spagna l’aliquota è aumentata dal 18% al 19-21%, in Portogallo hanno messo una tassa del 20% sulle plusvalenze azionarie, in Francia una ritenuta alla fonte del 50% nei paradisi fiscali, nel Regno Unito un prelievo sui capital gain.
Vediamo le banche: in Italia nessun intervento, in Portogallo una tassa del 2,5% sugli utili degli istituti di credito, in Francia e Gran Bretagna è prevista una nuova tassa nel 2011, in Germania hanno messo un prelievo sulle società energetiche.
Quanto alle remunerazioni speciali di banchieri e uomini della finanza, l’Italia ha introdotto una addizionale del 10% su bonus e stock option che superino di tre volte lo stipendio base: in pratica riguarda ben poche pesone.
Più dura la mano della Francia che ha varato un’imposta straordinaria del 50% per i bonus oltre il tetto di 27.500 euro e del Regno Unito (50% oltre 25.000 sterline per i dirigenti di banca).
La Germania ha stabilito un tetto ai compensi dei manager bancari salvati dallo Stato.
Il tutto mentre viene evidenziato, da uno studio della Cgia di Mestre, che la pressione fiscale reale in Italia è ben superiore al 43,2% ufficiale, ma è arrivato al 52% del Pil.
Il tutto a causa della economia sommersa che è stimata intorno ai 230-250 miliardi di euro.
Quello che non è condivisibile nella manovra d Tremonti, a parte il metodo (decide da solo, senza ascoltare nessuno, in un delirio di onnipotenza), è che mette le mani nelle tasche degli italiani attraverso gli enti locali, costretti ad aumentare la pressione fiscale e a tagliare i servizi, e prende i soldi da coloro a cui è più facile sottrarli, ovvero i dipendenti statali a 1.300 euro al mese.
Una manovra da amministratore di condominio, non certo da insigne economista.
E chi paga sono sempre i soliti.
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