IN PIEMONTE DECESSI E CONTAGI CONTINUANO A CRESCERE
RISCHIO ALTO PER TORINO, SECONDA PROVINCIA CON PIU’ POSITIVI D’ITALIA.. NELLE CASE DI RIPOSO CONTAGIATO IL 25% DEGLI ANZIANI OSPITI
Nel giorno in cui in Italia si parla di riaperture, il Piemonte resta al palo, in una situazione di stallo che non vede ancora una fase discendente capace di tranquillizzare. Oggi ancora 54 morti (su 300 decessi in tutta Italia, oltre un sesto è piemontese), 3.086 in totale e una crescita di contagi che non diminuisce, 458 più di ieri – quando se n’erano registrati 457 in più – 26.453 dall’inizio dell’epidemia nella regione.
Solo la Lombardia registra numeri più alti, i nuovi contagiati sono 259 in Emilia Romagna e 135 in Veneto.
L’assessore alla sanità Luigi Icardi avrebbe preferito mantenere per dieci giorni ancora la Regione in una fase 1: “L’epidemia da noi è partita con dieci giorni di ritardo da un focolaio lombardo. Siamo indietro”.
Le preoccupazioni maggiori sono per la provincia di Torino, che ieri ha sorpassato quella di Brescia, diventando la seconda provincia con più contagiati d’Italia, tanto che il presidente Alberto Cirio ha scelto di rimandare l’apertura del servizio d’asporto di bar e ristoranti, consentito invece nel resto del Piemonte.
L’ex-ministro del governo Berlusconi Ferruccio Fazio, adesso a capo della task force che deve programmare la riorganizzazione dei servizi territoriali, l’anello più debole del sistema sanitario piemontese, concorda sull’ipotesi che Torino e anche Alessandria possano restare “zone rosse”: “Credo che sia positivo immaginare un passo diverso nei diversi territori. Un conto sono le valli del Piemonte, altro è Torino”.
Ieri la Regione ha aggiornato i dati sul contagio nelle rsa: su 34.180 tamponi, 7.982 sono gli ospiti risultati positivi.
(da agenzie)
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