IN VALSUSA SI FA STRADA LA TRAGEDIA: IN COMA MILITANTE NO TAV CADUTO DA UN TRALICCIO
L’ESASPERAZIONE DEL CONFLITTO HA PORTATO A QUESTO: VALEVA LA PENA? …. LUCA ABBA’, STORICO ATTIVISTA, SI ARRAMPICA SU UN PALO DELLA LUCE E CADE FOLGORATO DA DIECI METRI DI ALTEZZA… MOBILITAZIONE NO TAV, ORA SI RISCHIA IL PEGGIO
Sono gravissime le condizioni di Luca Abbà , 37 anni, l’attivista No tav caduto da un traliccio alla baita Clarea, mentre questa mattina cominciavano le operazioni di allargamento del cantiere dell’alta velocità Torino-Lione in località Chiomonte.
Abbà ha subito traumi da caduta e ustioni gravi dovuti alla folgorazione ed è stato trasportato con l’elicottero al Cto di Torino dove i medici lo hanno intubato, sedato e messo in coma farmacologico.
In serata probabilmente verrà trasferito in terapia intensiva.
Intanto la procura di Torino ha aperto un’inchiesta sull’incidente: il pm Giuseppe Ferrando è arrivato alla Baita Clarea per le indagini.
Ma cosa è accaduto prima dell’incidente?
La questura, arrivando con 24 ore d’anticipo, ha inviato un gran numero di agenti a presidiare l’area di “interesse strategico nazionale” del cantiere dell’alta velocità in vista dei lavori di allargamento e quindi degli inevitabili espropri di terra.
Alberto Perino, leader del movimento che si batte contro la realizzazione della Tav, l’aveva detto sabato durante la marcia da Bussoleno a Susa: “Martedì cominceranno gli espropri”. E così è stato.
Prima che Abbà cadesse a terra fulminato, aveva rilasciato un’intervista alla radio degli anarchici torinesi — Radio Blackout — in cui diceva: ”Mi sono arrampicato sul traliccio dopo essere sfuggito ai controlli. La situazione è tranquilla e non vedo violenze. Sono riuscito a svicolare. Mi guardavano attoniti. Gliel’ho fatta sotto il naso un’altra volta”.
Poi la frase finale destinata a far discutere: ”Adesso stacco perchè sta salendo un rocciatore e devo attrezzarmi per difendermi”.
Sui siti No Tav, sono rimbalzate subito le richieste di raggiungere la valle: “E’ in corso lo sgombero della baita, i compagni sono stati identificati, nessuna violenza, sembra verranno semplicemente riportati a Giaglione — scrivono gli attivisti — Intanto stanno chiudendo l’accesso ai sentieri, quindi invitiamo tutti a raggiungere la baita, ma dai sentieri, o a trovarsi a Giaglione, per tentare di raggiungere insieme la baita dai sentieri”.
E per chi non può muoversi ora, l’appuntamento — fanno sapere i militanti — è alle 17 a Bussoleno.
Due consiglieri — Davide Bono (Consiglio regionale del Movimento 5 stelle) e Michele Curto (capogruppo in Consiglio comunale di Sel) — hanno ottenuto il permesso per entrare all’interno del cantiere.
Gli attivisti intanto hanno bloccato la statale 24 e 25 nonchè l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia.
Secondo gli avvocati che compongono il ‘Legal team’ del movimento No Tav, l’occupazione dei terreni costituisce “una vera e propria emergenza democratica“.
“Ltf si è presentata nuovamente soltanto con un’ordinanza prefettizia — spiegano i legali — in palese violazione dell’articolo 2 del Testo unico di Pubblica sicurezza, che prescrive quella procedura soltanto in casi di estrema urgenza, che qui non vi sono. Presenteremo immediato ricorso al Tar del Piemonte”.
Ed è proprio con ordinanza del Prefetto della Provincia di Torino che è stata nuovamente “interdetta la circolazione di persone e mezzi, nell’area della Val Clarea — comunica la Questura — in alcune strade e vie dei comuni di Giaglione e di Chiomonte. E’ inoltre vietato l’accesso a tutti i sentieri ed alle aree prative e silvestri dei comuni di Chiomonte e Giaglione, che comunque conducano all’area di interesse strategico nazionale”.
Intanto il presidente della Comunità montana Valle Susa e Val Sangone, Sandro Plano, ha chiesto al Prefetto di Torino, Alberto Di Pace, di sospendere le operazioni in corso visto “il clima di tensione che si sta creando in Valle di Susa”.
La Confederazione unitaria di base di Torino invece, ha indetto uno sciopero generale provinciale per protestare contro l’esproprio dei terreni e, in una nota, parla di “attacco al presidio No Tav della Clarea” affermando che la caduta di Luca Abbà dal traliccio è stata “provocata dall’inseguimento da parte dei poliziotti”.
Ma Ltf, la società responsabile del tratto internazionale della nuova linea ferroviaria Torino-Lione fa sapere che i lavori di ampliamento stanno proseguendo.
E sulla vicenda emergono nuovi elementi. Luca Abbà , spiega una fonte interna al Movimento, “è un agricoltore, un coltivatore diretto proprietario del terreno oggetto di esproprio”.
Un esproprio, precisa la fonte, dai contorni ancora poco chiari.
“Abbà era in attesa di un decreto, un pezzo di carta insomma, che non è mai arrivato. Il terreno, infatti, è stato occupato a seguito di una decisione d’urgenza del prefetto e non seguendo l’iter di legge degli espropri per pubblica utilità ”.
Ma ci sarebbe dell’altro.
Il terreno, spiega ancora la fonte, “non fa parte dell’area del cantiere e quindi non si capisce per quale motivo dovesse essere occupato”.
L’ipotesi, sempre secondo la fonte, è che da parte delle autorità vi sia “l’intenzione di allargare l’area controllata per tenere i manifestanti a ulteriore distanza dal cantiere”. Non siamo ancora in grado, per il momento, di verificare con altre fonti tutti questi elementi.
«Una persona straordinaria». Chi conosce Luca Abbà , l’uomo caduto da un traliccio mentre protestava per l’ampliamento del cantiere della Tav, non nasconde l’emozione. E la rabbia: «Ora basta».
Luca, 37 anni, è tornato a vivere a Cels, una frazione di Exilles, da «diversi anni per fare l’agricoltore».
L’amore per la terra e la natura l’ha spinto «a difenderla fino in fondo dalle mani avide degli speculatori», come ha scritto lui stesso in un articolo per Notav.info.
Un impegno, il suo, che lo vede protagonista nel Comitato No Tav Alta Valle.
Abbà , insomma, «non si tirava mai indietro».
Anche perchè le sue «terre sono vicine al cantiere».
Ma non solo: fa parte dei 50 proprietari del terreno espropriato lunedì mattina per ampliare il cantiere e cominciare i lavori.
Gli amici sono tutti sconvolti.
Attendono notizie dall’ospedale.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply