INDEGNA SANATORIA DA 90 MILIARDI PER LE CONCESSIONARIE DELLE SLOT
LA CORTE DEI CONTI AVEVA CONDANNATO I GESTORI DELLE SLOT A PAGARE 90 MILIARDI DI EURO PER TASSE NON PAGATE, CONTRATTI NON RISPETTATI E INTERESSI… IMPLICATI CONCESSIONARI LEGATI A PARTITI…ORA UN EMENDAMENTO DEL PDL STA PER FAR PASSARE UNA SANATORIA VERGOGNOSA…
CON 90 MILIARDI LO STATO AVREBBE PAGATO 8 RICOSTRUZIONI DELL’ABRUZZO
La vicenda parte da una brillante inchiesta giornalistica condotta da Marco Menduni del “Secolo XIX” a fine maggio 2007, a seguito della quale un comitato parlamentare, presieduto dall’allora sottosegretario alle Finanze, Alfiero Grandi, punta il dito contro il mondo delle slot machines e delle sue mille anomalie.
Contemporaneamente un’indagine della Guardia di Finanza fa i conti in tasca alle dieci concessionarie finite nel mirino della Corte dei Conti.
Il conto richiesto à salato: 90 miliardi di euro, una cifra pari a 4-5 leggi finanziarie.
In pratica il gioco era questo: nella prima fase di “regolarizzazione” delle macchinette, una buona parte e per un lungo periodo non fu mai collegata al sistema di controllo dello Stato e quindi i concessionari non versarono mai la quota di spettanza, determinando una evasione fiscale enorme. Non furono neppure rispettate alcune norme a carico dei concessionari e a quel punto, calcolando anche gli interessi, la Corte dei Conti fissò in circa 90 miliardi la somma che le società avrebbero dovuto versare allo Stato tra arretrati e ammende.
Il 4 dicembre 2008 inizia il processo a Roma e gli avvocati dei concessionari sollevano la questione della competenza amministrativa: il procedimento si blocca in attesa che la Cassazione stabilisca se il procedimento è di competenza del Tar o della Corte dei Conti.
Un primo risultato è stato ottenuto: bloccare il processo.
Giovedì scorso secondo atto: in Commissione Bilancio e Finanze della Camera arriva l’emendamento Ventucci, che prevede una sanatoria in pratica su quanto i concessionari devono allo Stato e propone di far versare appena un ottavo del minimo dovuto della somma base, sostenendo che “la normativa delle slot prevede sanzioni abnormi dal 2004 al 2006”. L’emendamento va a interferire quindi su quella sanzione di 90 miliardi, perchè secondo Ventucci “le sanzioni vanno tarate sulle leggi e sulla possibilità di applicarle” (testuale).
In pratica erano state previste sanzioni eccessive a suo tempo e il settore non era ancor bene avviato.
La Corte dei Conti ha fatto giustamente rilevare che nessuno aveva costretto i concessionari a firmare contratti con lo Stato con la pistola alla tempia.
Se i concessionari hanno firmato contratti che prevedevano penali onerose, queste vanno pagate. Tanto più, osserviamo noi, che si erano trattenute per anni sistematicamente quote spettanti allo Stato. E sono miliardi di euro truffati, grazie al non collegamento con la centrale di controllo. Secondo la difesa invece “il ragionamento della Corte è sballato, non ci si può chiedere di eseguire una norma non eseguibile”.
Secondo Ventucci poi “con i soldi che provengono dal gioco, lo Stato si finanzia i Beni culturali e il Turismo ed è troppo importante continuare a utilizzare quei soldi. Oggi lo Stato può controllare le slot e non bisogna andare ad appesantire il comparto. I cittadini non devono pensare che si voglia fare un regalo alle concessionarie, abbiamo solo tutelato un comparto che è qualcosa di incredibile e valido”.
Pertanto quell’emendamento di sanatoria è stato inserito nel decreto legge anticrisi.
Sulla base del ragionamento del Ventucci, le slot rendono e quindi evitiamo di chiedere danni per 90 miliardi di euro evasi.
A questo punto se anche camorra e mafia rendessero allo Stato, lasciamole tranquille, anche i pedofili se pagano le tasse, lasciamo loro violentare i neonati.
Siamo di fronte a un provvedimento vergognoso: con 90 miliardi di euro si potrebbero pagare subito i danni di 8 terremoti dell’Abruzzo, si potrebbero dare aiuti ai pensionati e ai disoccupati, assumere i precari, risolvere tanti problemi del nostro Paese.
Pur avendo diritto a riscuoterli invece che si fa?
Una legge di condono dove basterà restituire due briciole ( e magari neanche quelle) dei soldi sottratti, senza ammende e interessi e tutto sarà sanato.
Ma informatevi sui protettori delle dieci aziende concessionarie, sui loro amministratori e soci, sui loro addentellati politici, e capirete che questo emendamento interessa tutti, da destra a sinistra, dal sud alla padagna.
Nella più grande concessionaria, ad es., l’amministratore e proprietario era addirittura un deputato, in altre erano risaputi i partiti di riferimento.
In realtà il sistema permetteva di assicurare una fonte di finanziamento, sia per sè che per il partito attraverso un comitato di affari interpartitico che a tutto pensava, salvo a collegare le macchinette alla centrale di controllo sulle slot. E dall’altra parte nessuno metteva in mora i concessionari.
E ora, mentre non c’è mai un euro per nulla, neanche per i terremotati, si rinuncia a incassare 90 miliardi di euro: è il più grosso scandalo del dopoguerra, peccato che solo pochi giornali indipendenti lo abbiano trattato.
E poi tutti parlano di etica della politica….
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