INTERVISTA A BASSOLINO: “IO E ALMIRANTE, TRENT’ANNI DOPO GLI RENDO OMAGGIO”
QUANDO LA POLITICA ERA FATTA DA UOMINI VERI, NON DA CIALTRONI…”UN AVVERSARIO FORTE E RISPETTOSO, NON DIMENTICHERO’ MAI LA SUA CORRETTEZZA E LA SUA VISITA ALLA SALMA DI BERLINGUER”
«A trent’anni dalla morte ricambio il gesto che Almirante fece verso le persone a me più care, Valenzi e Berlinguer, andando all’iniziativa che hanno organizzato per lui»
A scorrere i nomi del parterre che il 22 maggio si è dato appuntamento per ricordare Giorgio Almirante uno spicca subito: è quello di Antonio Bassolino
«Partecipo con piacere».
Lei è l’unico di sinistra. Perchè ha accettato l’invito?
«Per ragioni napoletane e nazionali».
Almirante è stato in consiglio comunale a Napoli.
«Un grande personaggio della Sala dei Baroni. Capolista del Msi nell’80, quando Maurizio Valenzi si ricandidò a sindaco e fu rieletto, Almirante era capo dell’opposizione».
Che avversario era?
«Forte e rispettoso. Poi ci fu il terremoto. Che fu catastrofico nelle zone del cratere, ma disastroso in città non solo per i danni materiali, ma dal punto di vista politico. Il 23 novembre cambia la storia della città . Cambiò tutto. La camorra fece un salto di qualità , i grandi sforzi delle giunte Valenzi fecero i conti con quella vicenda. Ricordo benissimo, io ero segretario regionale del Pci, facevo la spola tra il cratere e Napoli e ricordo l’appello di Maurizio a tutte le forze».
Chiese una sorta di tregua.
«Certo. Chiese a ognuno di fare la propria parte. Almirante rispose positivamente a quell’appello e non lo dimentico. E poi lui è rimasto in consiglio comunale fino all’84. Lo lasciò quando morì Marcello Zanfagna, un parlamentare del Msi. Almirante si dimise per fare subentrare il figlio di Marcello, il primo dei non eletti. Per dire come contavano i rapporti umani e personali in politica».
Ora non più?
«No. Quando sono stato eletto sindaco nel ’93 avrei potuto prendere tempo, invece mi dimisi da parlamentare subito perchè il primo dei non eletti era Guido De Martino ed era il figlio di una persona carissima come Francesco De Martino. Eravamo così».
Quando ha reincontrato Almirante?
«Ero alle Botteghe oscure quando Almirante venne a rendere omaggio alla salma di Berlinguer. Per noi, la famiglia del Pci, fu molto importante. Ero lì quando due compagni della vigilanza mi avvertirono che in fila c’era Almirante. Io andai verso di lui, un altro compagno avvertì Pajetta, uno che si era fatto parecchi anni di galera da antifascista. Eppure Giancarlo scese subito e lo fece entrare. E Almirante rese omaggio alla salma di Berlinguer. Come, anni prima, accolse l’appello di Valenzi. Per me ha contato molto, ad Assunta Almirante l’ho detto più volte. E questo dimostra anche la straordinaria intelligenza degli uomini della vigilanza del Pci, di solito ex operai. Capirono subito che era un omaggio a Berlinguer. Due ore fa è morto il padre di Angela, la mia segretaria storica, faceva la vigilanza notturna al Pci in via dei Fiorentini. Ha fatto questo per anni. Bisogna avere rispetto, altrimenti la politica cosa diventa?».
(da “il Corriere della Sera”)
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