LA CORTE PENALE INTERNAZIONALE CHIEDE MANDATI DI ARRESTO PER NETANYAHU E SINWAR
LA LEADERSHIP ISRAELIANA E’ ACCUSATA DI “AVER CAUSATO LO STERMINIO E PRESO DELIBERATAMENTE DI MIRA I CIVILI A GAZA”
Potrebbero arrivare a breve i mandati di arresto nei confronti del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, e del capo di Hamas, Yahya Sinwar. Lo riporta il sito del Cnn, la cui giornalista Christiane Amanpour ha intervistato in esclusiva Karim Khan, procuratore capo della Corte penale internazionale. L’accusa generica è quella di crimini di guerra e di crimini contro l’umanità, sia per l’attacco del 7 ottobre partito dalla Striscia sia per la reazione di Israele, che ha bombardato e invaso i territori di Gaza.
È la prima volta che la Corte penale internazionale mette nel mirino il leader di un Paese alleato degli Stati Uniti. Oltre a Netanyahu, la Corte sta valutando di emettere un mandato d’arresto per il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, per Mohammed Diab Ibrahim al-Masri, leader delle Brigate Al-Qassem (più conosciuto come Mohammed Deif), e per Ismail Haniyeh, leader politico di Hamas.
Se raggiunto dal mandato di arresto internazionale, Netanyahu subirebbe le stesse limitazioni che hanno colpito Vladimir Putin, tra cui il poter viaggiare verso Paesi che hanno aderito alla Corte.
Sia Israele che gli Stati Uniti non ne fanno parte, tuttavia la Corte ha la giurisdizione su Gaza, Gerusalemme est e Cisgiordania, visto che i leader palestinesi hanno formalmente accettato di essere vincolati ai principi fondanti della Corte, nel 2015.
Le accuse contro Netanyahu e Gallant sono motivate dall’aver «causato lo sterminio, di aver usato la fame come metodo di guerra – inclusa la negazione degli aiuti umanitari -, e di aver preso di mira deliberatamente i civili durante il conflitto». Qualche settimana fa, Netanyahu aveva fatto sapere di considerare qualsiasi azione della Corte contro funzionari governativi e militari israeliani alla stregua di «un oltraggio di proporzioni storiche».
(da agenzie)
Leave a Reply