LA GRANDE STORIA D’AMORE DI LEGA E MOVIMENTO 5 STELLE CON PUTIN NEGLI ULTIMI ANNI PASSA DA ACCORDI COMMERCIALI, FINANZIAMENTI A ONLUS AMICHE E INTERROGAZIONI PARLAMENTARI CONTRO LE SANZIONI
NEL GENNAIO 2016, I GRILLINI DICHIARAVANO ESAURITE “LE MOTIVAZIONI DELL’ADESIONE ITALIANA ALLA NATO”, IN UN DOCUMENTO FIRMATO DA MANLIO DI STEFANO … TOSATO, PILLON: I LEGHISTI CON UN OCCHIO DI RIGUARDO PER MOSCA
Gli ultimi anni di pezzi di Lega e 5 Stelle sembrano una continua dichiarazione di amore al governo di Putin. Accordi commerciali, finanziamenti a onlus amiche.
E ancora: interrogazioni parlamentari per aiutare la Russia a uscire dalle sanzioni. Fino al cortocircuito che portò l’attuale presidente della delegazione italiana presso la Nato, Luca Frusone, a presentare una mozione per chiedere l’uscita dell’Italia dall’Alleanza.
I finanziamenti
E’ ormai storia il dialogo all’Hotel Metropol di Londra il 18 ottobre del 2018 quando Gianluca Savoini, presidente dell’associazione Lombardo- Russia ed ex portavoce di Matteo Salvini, parlò con tre russi di un presunto finanziamento da 65 milioni di dollari alla Lega in una trattativa mai conclusa.
Per questo Savoini è indagato per corruzione internazionale in un’indagine che, spiegano fonti della procura di Milano, difficilmente avrà uno sbocco: l’uscita di Mosca dal Consiglio d’Europa blocca infatti ogni collaborazione giudiziaria. E dunque la possibilità di ottenere una risposta alla rogatoria.
E’ già agli atti, invece, la storia di Novae Terrae, fondazione di cui il senatore leghista Simone Pillon è dirigente dal 2015. Si tratta della onlus su cui l’ex parlamentare Udc, Luca Volontè, fa transitare tra il 2012 e il 2014 poco meno di due milioni e mezzo di fondi azeri, oggetto di un’inchiesta della procura di Milano.
Fra il 2015 e il 2016 solo in Senato sono nove gli atti ispettivi (mozioni, interrogazioni, interpellanze) presentati per chiederne la revoca all’esecutivo.
Tre portano la firma di esponenti dei 5S, due sono depositati dalla Lega. Un’interrogazione è di Paolo Tosato e ha la data dell’8 luglio 2015. (…) A chiedere lo stop alle sanzioni è pure un’altra interrogazione leghista quasi contemporanea – è del 15 luglio 2015 – e con parole pressoché identiche: la prima firma, in questo caso, è dell’attuale sottosegretario Gian Marco Centinaio. (…) «Ogni accusa nei miei confronti è priva di fondamento», dice Tosato che minaccia querele. «Su Paolo metto la mano sul fuoco», sibila il collega Candiani.
Il paradosso pentastellato
Emblematica è però anche la mozione con cui, nel gennaio del 2016, i grillini dichiaravano esaurite «le motivazioni dell’adesione italiana alla Nato».
A firmare quel documento Manlio Di Stefano, oggi sottosegretario agli Esteri e, fra gli altri, Luca Frusone, oggi presidente della delegazione italiana presso l’Alleanza. Chi oggi rappresenta il nostro Paese nella Nato, quindi, sei anni fa voleva che ne uscissimo.
D’altronde lo stesso Di Stefano nella passata legislatura aveva sostenuto, da relatore di minoranza, un progetto di legge che aveva gli stessi obiettivi della mozione. Dopo una battaglia in commissione e in aula portata avanti dall’ex presidente della commissione Esteri Fabrizio Cicchitto e da Andrea Manciulli, relatore di maggioranza del Pd, l’iniziativa legislativa è stata bloccata.
(da “la Repubblica”)
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