LA LINEA MAGINOT DI MONTI: “DEVONO SFIDUCIARCI APERTAMENTE E ASSUMERSI LA RESPONSABILITA’ DEI RIFLESSI ECONOMICI E INTERNAZIONALI”
IL QUIRINALE PENSA AL VOTO IL 10 MARZO… IL CAVALIERE A FAR SALTARE INCANDIDABILITA’ E PROCESSO RUBY
«Se vogliono la crisi, ci sfiducino. Si assumano la responsabilità di far cadere il governo e di far schizzare lo spread». Mario Monti edifica l’ultima linea Maginot del suo governo.
Concorda ogni mossa con Giorgio Napolitano per rispondere all’attacco di Silvio Berlusconi.
E stabilisce con il presidente della Repubblica la linea di condotta per impedire che le “truppe” del Pdl aggirino la “linea”.
Prendere tempo, sfidare il centrodestra sul piano istituzionale. E blindare il percorso che solo pochi giorni fa il capo dello Stato aveva tracciato per arrivare alle elezioni: scioglimento delle Camere il 10 gennaio e voto il 10 marzo, se possibile con l’election day.
«Perchè non basta una semplice astensione per provocare una crisi di governo. Ci sfiducino e soprattutto si prendano tutta la responsabilità di mandare la macero alcune delle leggi più importanti ».
La rottura tra il premier e il Cavaliere, del resto, è ormai definitiva. E va oltre il rapporto politico.
Si tratta di una frattura anche personale: «Avete visto quanti insulti?».
L’ultimo contatto tra i due, infatti, non è stato affatto sereno.
Tutto concentrato sul decreto legislativo che prevede l’incandidabilità dei condannati. Ieri mattina improvvisamente il telefono è diventato rovente.
La tensione ha subito improvvisamente un picco.
Mancavano poche ore al Consiglio dei ministri e gli “ambasciatori” dell’ex premier avevano trasformato quel testo in un vero e proprio ricatto.
Ma dietro quel testo, spicca dell’altro.
Ben più decisivo per il capo del centrodestra. E tutti lo capiscono in un batter d’occhio. L’obiettivo di Berlusconi è quello di ottenere in un colpo solo almeno quattro risultati: affondare l’incandidabilità , archiviare la riforma elettorale, strappare l’election day.
E in ultimo sperare che anticipando la campagna elettorale, possa contare sul ricorso sistematico al legittimo impedimento per il processo Ruby.
Una tattica processuale, dunque, finalizzata a evitare la sentenza prima del voto.
Il suo incubo, infatti, è quello di ritrovarsi già a fine dicembre o inizio gennaio una condanna che trasforma la campagna elettorale in una corsa ad handicap.
Non a caso il Pdl in serata inizia a frenare.
Alfano assicura che il decreto Sviluppo e la Legge di Stabilità non correranno alcun pericolo. Ma nel piano del Cavaliere, la crisi è solo una eventualità , pronto a concretizzarla se le garanzie richieste non verranno fornite.
Il cuore di tutto, però, non è la sfiducia ma tutto il resto: far votare la Lombardia insieme alle nazionali, far risorgere il Porcellum e far saltare di fatto l’incandidabilità che, essendo un decreto legislativo, dovrà ricevere obbligatoriamente il parere delle commissioni di Camera e Senato. Ma con lo scioglimento in tempi brevi, quel parere non verrà mai espresso.
Claudio Tito
(da “La Repubblica“)
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