LA MORTE SUL LAVORO DEI SEI OPERAI DI MINEO
L’ITALIA DEGLI EGOISMI E QUELLA DELLA SOLIDARIETA’… 474 MORTI BIANCHE DA GENNAIO 2008 …TRA STRAGI REALI E MONDO DELLE CHIACCHIERE
Non si smette mai di perdere la vita guadagnandosi da vivere: in Italia, dal 1 gennaio 2008 ad oggi, sono 468 le “morti bianche” sul lavoro, cui ora vanno aggiunti i sei operai di Mineo, uccisi mentre stavano pulendo una delle vasche del depuratore consortile del paesino etneo, probabilmente a causa delle esalazioni di acido solfidrico. Mineo è un paesino di 5.700 abitanti, a 53 km da Catania, tra Caltagirone e Palagonia. Un paese di tradizioni agricole, di produzione di olive, con un bel centro storico medievale: qui nacque lo scrittore Luigi Capuana, uno dei padri del “verismo”. Le vittime era tutti sposati con figli. Il parroco del paese, don Minè Valdini ha assistito al recupero dei corpi: ” Sono morti abbracciati uno con l’altro, certamente nel tentativo di aiutarsi e salvarsi a vicenda”. E’ questa l’immagine che è rimasta nella mente e nei cuori di molti giornalisti e commentatori.
Mentre giungevano le condoglianze delle Istituzioni, la solidarietà del Governo e dei sindacati, un’Italia semplice che si guadagna da vivere onestamente era rappresentata da quei sei uomini del profondo Sud, ognuno dei quali ha rischiato, perdendola, la propria vita, per salvare quella di un amico.
Come ci sembrano lontane, in questo momento, le “emergenze” di cui sono piene le pagine dei quotidiani e gli schermi televisivi. I politici si accapigliano sulle intercettazioni, sui rimborsi ai Comuni dell’Ici, su chi è “più duro e puro”, su chi vuole mandare l’esercito a far la guardia al bidone ( non più di benzina) di monnezza, su chi vuole le case chiuse e chi gli eros center, su chi vorrrebbe intercettare anche sua sorella e chi non vuole essere spiato. L’altra Italia muore per 1.000 euro al mese, soldi necessari per sfamare moglie e figli, mandarli a scuola, migliorare le proprie condizioni di vita .
I ministri annunciano “rivoluzioni”, c’e’ chi vuole aumentare gli stipendi agli insegnanti ma i soldi non ci sono, chi ridurre del 25% leggi ed enti inutili ma ammette candidamente che non si sa dove trovarle, Calderoli ha pensato un mese per dirci che la carta d’identità sarà portata da 5 a 10 anni di validità e la Gazzetta Ufficile non sarà più cartacea , ma via internet. L’altra Italia arranca tra mille rinunce e sacrifici, senza lamentarsi troppo, accompagnando feretri di tanti servitori dello Stato che non si nascondono nei Palazzi dorati, di fronte alla criminalità , ma la affrontano ogni giorno, sacrificando la propria vita o piangendo lavoratori senza difese e protezioni .
Da un lato miserabili egoismi di chi vorrebbe “trattenere” tutta per sè la ricchezza prodotta, se potesse la nasconderebbe ancora nei materassi per poter contare di notte le banconote, di chi pensa che l’unico scopo della vita sia accumulare denaro, uomini tristi dentro, e chi invece muore esaltando l’ultimo atto d’amore della propria vita, cercare di portare aiuto agli altri, abbracciando solidaristicamente il proprio simile.
Dovremmo tutti ringraziare i sei operai siciliani per averci riportato alla realtà , alla vita vera, al significato profondo della esistenza stessa: guardarsi ogni tanto dentro, nel profondo della coscienza e ritrovare dei valori, il senso della vita e della solidarietà umana.
Oggi sentire discutere di poltrone, di liti sui viceministri, di ministri e sottosegretari che non mollano la doppia carica di parlamentare, di gente che vuole “annientare” il diverso, punire, imporre, condannare, ci fa sinceramente più schifo del solito. Siamo stanchi di una politica per combattere esclusivamente “contro” qualcuno e qualcosa, mantenendo ben stretti i propri privilegi . Vorremmo aspettare il sorgere del sole sul mare, sentire la brezza del vento sul viso, un “uomo nuovo” che riscopra il sentimento anche in politica.
Vorremo vedere ministri che rinunciano all’auto blu e fanno due passi a piedi senza scorta, girando mercati rionali, ascoltando la gente comune. Lontano dalle telecamere, lontano dal potere che logora, vicino al popolo, abbracciandolo come fossero i sei poveri operai di Mineo.
Questo dovrebbe essere l’impegno politico, questo il modo di dare un senso alla propria vita …
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