LA STORIA DEI 5,4 MILIARDI PER LA FLOTTA MILITARE
IL SUPERBUROCRATE DEL MINISTERO E L’AMMIRAGLIO INDAGATO NON PER AVER CERCATO BENEFICIO PER SE’
L’uomo chiave in questa storia si chiama Valter Pastena, ieri burocrate sconosciuto ai più e oggi — è il dato che mette in allerta gli inquirenti — consulente del Ministero guidato, fino all’altro ieri, da Federica Guidi.
Il burocrate è notissimo a chiunque, nel mondo industriale, abbia dovuto accedere a finanziamenti del ministero delle Finanze. E in questo caso si trattava di gestire spese per 5,4 miliardi di euro: il progetto del rimodernamento dell’intera flotta italiana, inserito nella cosiddetta legge navale, fiore all’occhiello dell’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, capo di stato maggiore della Marina italiana, fino all’altro ieri in pole position per la guida della Protezione Civile.
Parliamo di uno dei nomi che, due settimane fa, avevano suscitato le perplessità del presidente della Repubblica nel giro di nomine — tra servizi segreti e stati maggiori — che Matteo Renzi dovrà gestire nei prossimi mesi.
Le perplessità del presidente Sergio Mattarella erano più che fondate: la procura sta indagando su De Giorgi e, a insospettire ancor di più gli inquirenti, è proprio la gratuità dell’incarico che il super burocrate Pastena riceve dal dicastero della Guidi. La parabola di questo secondo filone d’indagine porta al ministero della Difesa, per la precisione alla Marina Militare, che, oltre De Giorgi, vede indagato Gianluca Gemelli. Sempre lui, il compagno di Federica Guidi che, anche in questo caso, è indagato per traffico d’influenza illecita, proprio per aver speso la posizione dell’ex ministra.
Accusa aggravata dall’ipotesi dell’associazione per delinquere — con De Giorgi e altri — e dal concorso in abuso d’ufficio.
E questa volta, in ballo, c’erano i 5,4 miliardi destinati alla flotta italiana. E il grigio burocrate del Mef, ormai in odore di pensione, che in entrambi i ministeri — il Mise e il Mef — svolge un ruolo nevralgico.
Tocca a lui elaborare le “norme” — chiamiamole così, per semplificare — che servono a sbloccare i più importanti capitoli di spesa pubblica nel settore industriale. Sa come si scrivono. Conosce chi le redige. Sa con chi deve parlane. Conosce ogni più minuto ingranaggio del meccanismo burocratico.
E gli investigatori della squadra mobile di Potenza scoprono un fatto essenziale: si occupa proprio del progetto che sta a cuore all’ammiraglio De Giorgi.
L’ammiraglio, in questa vicenda, non viene accusato dagli inquirenti di aver cercato un profitto per sè, ma per l’intera Marina Militare.
Il punto è, però, che per realizzare il suo sogno cade in una rete ben collaudata: Gemelli, che può vantare la sua relazione con l’ex ministra, e l’amico Nicola Colicchi, consulente della Camera di Commercio di Roma.
Un lungo passato nella Compagnia delle Opere, che ha presieduto a Roma, già coinvolto in un’indagine a Milano, che l’ha visto assolto, da tempo Colicchi bazzica ambienti che ruotano intorno al business dell’energia.
Una passione che condivide con Gemelli e un terzo uomo, Paolo Quinto, ex collaboratore della senatrice del Pd Anna Finocchiaro.
Il trio che ha incuriosito gli investigatori, portando alla luce questo e altri filoni di indagine, è composto proprio da Gemelli, Colicchi e Quinto.
Che di volta in volta contattano persone diverse, negli ambienti istituzionali, per raggiungere i loro obiettivi.
Questa volta è il turno di Pastena che, se vuole, può intervenire al Mef per premere sul progetto che riguarda le ambizioni dell’ammiraglio De Giorgi.
La legge Navale stanzia 5,4 miliardi, sì, ma di anno in anno bisogna sbloccarli. E sia il Mef, sia il Mise, in questa prassi sono essenziali. La firma di Federica Guidi, sulla pratica, è imprenscindibile.
E Gemelli può spendere la sua vicinanza alla ministra. Ma ci vuole qualcuno che al Mef, alleggerisca la strada della “norma” che sblocca i fondi, prima che la Guidi possa apporre la sua firma. E l’uomo giusto è Valter Pastena. Che diventa essenziale.
È l’uomo titolato a comunicare tra i due ministeri. Ma è vicino alla pensione. E, peraltro, i fondi andranno sbloccati di anno in anno. Per lui, però, è già pronto un futuro al Mise.
Quello guidato dalla Guidi. E nel frattempo Gemelli può continuare a puntare sui suoi rapporti con la Guidi per puntare agli affari che, se non riguardano direttamente lui, possono interessare i suoi sodali.
Antonio Massari
(da “il Fatto Quotidiano“)
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