LE INTERCETTAZIONI: “ANCHE MARONI SAPEVA”
NELLE REGISTRAZIONI DELLA DIA DI REGGIO CALABRIA, BELSITO DICEVA CHE MARONI LAVORAVA CONTRO BOSSI: “BAFFETTO HA TUTTO IN MANO”…MARONI ERA A CONOSCENZA DELL’OPERAZIONE TANZANIA E LA USAVA CONTRO IL SENATUR….GIRARDELLI RIVELAVA: “ORA INCONTRO BOBO”
A un certo punto la “banda dei quattro” si spacca.
La barca sulla quale sono saliti il tesoriere della Lega Francesco Belsito, l’“ammiraglio” in odor di ‘ndrangheta Romolo Girardelli, il presunto avvocato Bruno Mafrici e l’imprenditore esperto in investimenti off-shore e operazioni di estero-vestizioni, Stefano Bonet, affonda.
“Qui rischio di finire in galera per colpa loro”. E’ il 19 gennaio scorso quando Paolo Scala, braccio operativo degli investimenti dei fondi della Lega a Cipro e in Tanzania, si sfoga con la moglie e piange a dirotto.
La barca pilotata in modo spregiudicato da Francesco Belsito è un Titanic.
“Tra 2 mesi l’euro salta”
E a poco servono le rassicurazioni che un vecchio amico della Lega, un esperto di materie finanziarie e di flussi economici, come l’ex superministro Giulio Tremonti, fornisce ai suoi amici.
Incontra Belsito nell’agosto del 2011, dice all’imprenditore Bonet che c’è poco da preoccuparsi per i soldi trasferiti all’estero, e Bossi è d’accordo con lui, perchè la Lega aveva voluto diversificare gli investimenti
Che si trattasse di soldi pubblici, contava poco, perchè la Lega “dei risparmi può fare quello che vuole, e se loro non credono nell’euro non vede dove sia il problema, anche in virtù del fatto che fra due mesi l’euro sarebbe saltato”.
A saltare, invece, sono i nervi dell’allegra combriccola, prima unita dal sistema di interessi che ruotava intorno a Francesco Belsito, poi divisa dal crollo della piramide e in preda alla sindrome del “si salvi chi può”.
Una lotta non solo interna al gruppo, ma anche dentro la Lega.
Da una parte il cerchio magico, dall’altra i maroniani.
Tutto ricostruito nell’inchiesta del pm della Direzione antimafia di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo.
“Tutti uomini suoi”
Chi manovra contro Belsito e il “cerchio magico”? “Baffetto”, vale a dire Maroni, l’uomo che punta al vertice della Lega.
Ne sono certi Romolo Girardelli e il suo interlocutore Lombardelli in una telefonata contenuta nel dossier che la Dia di Reggio ha consegnato ai magistrati.
“Il 23 ci sarà il Consiglio federale, ha organizzato tutto Baffetto perchè vuole vedere tutto in fondo. Si sono divisi la torta e sapevano già venti giorni prima che sarebbe stato sferrato l’attacco e per questo erano pronti a difendersi e il Baffetto ha messo tutti uomini suoi, lui è stato in un posto chiave (il Viminale, ndr) per quattro anni”.
E allora i due si dicono d’accordo sul fatto che “conviene chiamare il Baffo per dargli gli elementi per affondare Belsito”.
E allora è guerra di dossier, girandola di incontri.
Il primo tra ‘l’imprenditore Bonet e Maroni lo organizza Lubiana Restaini, un impiegata della Camera molto vicina all’ex ministro dell’Interno. ”
Vedrai, riuscirò a riabilitarti ai loro occhi”. Loro sono Maroni, Giorgetti e Calderoli. “Spingere su Formigoni”
Il summit viene fissato per il 27-28 gennaio in una villa di Varese. La donna rassicura l’imprenditore veneto. “Ormai la linea della Lega è tutta in mano a Maroni, cambierà il capogruppo della Lega e sarà un maroniano, e anche Zaia è passato sotto la sua corrente. Stiamo spingendo su Formigoni che ci aprirà tutta la Lombardia”.
“La mia disponibilità è totale”, è la risposta di Bonet.
Un uomo terrorizzato che comincia a intuire cosa c’è dietro la fuga di notizie sui 5 milioni e 700 mila della Lega che Belsito ha investito a Cipro e in Tanzania.
Logge
“La massoneria”, gli dice il tesoriere in una telefonata del 24gennaio scorso. Belsito fa il nome di un avvocato in ottimi rapporti proprio con Maroni: Andrea Mascetti, fondatore di “Terra nsubre”, molto legato in passato ai neofascisti, “l’eminenza grigia del sistema di potere che si contrappone al cosiddetto cerchio magico.
”.L’ammiraglio”
Tutti vogliono parlare con “Baffetto-Maroni”: anche Romolo Girardelli, “l’ammiraglio”, ritenuto dalla Procura antimafia di Reggio Calabria, uno dei referenti della cosca De Stefano al Nord.
In una telefonata del 27 gennaio informa il suo sodale Bonet che presto incontrerà Maroni e Calderoli.
Ma cosa spaventava il gruppo, tanto da indurre Stefano Bonet a scrivere un memoriale-dossier da inviare addirittura in Vaticano, per “evitare problemi con la Santa Sede qualora qualcuno gli avesse richiesto delle spiegazioni nella vicenda Belsito e i soldi della Lega”?
La pubblicazione dei primi articoli sullo scandalo dei fondi esteri.
Il primo è del Secolo XIX e viene pubblicato l’8 gennaio. C’è tutto sui soldi transitati a Cipro e diretti in Tanzania, tutto particolareggiato.
Talpe maroniane? Il sospetto che Belsito scarica addosso all’intimorito Bonet è che sia tutta opera di “talpe” leghiste legate a Maroni che passano veline ai giornali.
È iniziata la guerra.
“Hai preso gli orologi”
Girardelli litiga ferocemente con Belsito. “Ti ha regalato gli orologi e non me ne hai dato neanche mezzo a me… e i soldi che ti sei pigliato da shampato (Bonet, ndr) per i cazzi tuoi…”.
Quanto basta per iniziare una campagna per “distruggere” Belsito.
L’8 gennaio Girardelli parla con un amico che è pronto“ a dare ai giornali nuovi elementi su Belsito”
Castelli e i telefoni
Ma bisogna stare attenti ai telefoni e alle cose che si dicono. Stefano Bonet lo avverte del rischio che i telefoni siano intercettati. “Me lo ha detto il senatore Castelli” (ex ministro della Giustizia, ndr).
Bonet & compagnia hanno la certezza che la parabola politica di Belsito, di Bossi e del suo cerchio magico è alla fine.
Enrico Fierro e Lucio Musolino
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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