LEGA IN CONFUSIONE MENTALE: PRIMA LA BATTAGLIA CONTRO EQUITALIA E LE GANASCE FISCALI, ORA VUOLE PREMIARE I DELATORI
DALLA LOTTA CONTRO IL 117 DI VISCO, LA LEGA ORA E’ PASSATA A DIFENDERE GLI SPIONI E PARLA DI VALORE CIVICO DELLA DELAZIONE
A Pontida, dal palco e dal pratone, si erano sentite espressioni poco tenere nei confronti degli esattori di Equitalia.
Il no della Lega alle ganasce fiscali era risuonato forte e chiaro, anche a costo di creare uno screzio con l’amico ministro Giulio Tremonti.
Ora con un’inversione a U, di quelle che rischiano di mandare le vetture fuori strada, la Padania di ieri è arrivata a sostenere il valore civico della «delazione fiscale». Ovvero i cittadini mobilitati al fianco dell’agenzia delle entrate nella veste di ausiliari del Fisco.
Secondo il quotidiano del Carroccio l’evasione fiscale è uno dei malanni dell’economia del Paese e, siccome la Guardia di Finanza indirizza giocoforza le sue attenzioni ai grandi truffatori, i piccoli evasori se la spassano.
Da qui la proposta della Padania : «Retribuire i cittadini che segnaleranno casi di evasione con una percentuale sulle sanzioni incassate».
La ricompensa agli ausiliari del Fisco dovrebbe essere però pagata «garantendo l’anonimato».
Secondo i leghisti «far temere all’evasore che ogni suo cliente può far emergere l’irregolarità fiscale» è un deterrente psicologico che può funzionare.
Chissà se l’ex ministro Vincenzo Visco ha avuto l’occasione ieri di leggere la Padania , nel caso gli saranno tornate alla memoria le virulente polemiche sull’istituzione del 117, il numero telefonico della Guardia di Finanza nato nel ’96 per denunciare i furbetti del Fisco.
L’attivazione del numero verde fu duramente contestata dal centrodestra con un’interrogazione parlamentare di 40 deputati.
Margherita Boniver parlò di «una decisione moralmente rivoltante, che adotta metodi alla Di Pietro» e il leghista Cesare Rizzi tuonò contro «il famigerato 117».
Persino la Chiesa si mobilitò contro Visco e la delazione.
Risultato: dopo un iniziale boom i cittadini persero la voglia di usare il numero verde che oggi si presenta come un quindicenne precocemente invecchiato e con poche ambizioni.
Il tema dell’intensificazione dei controlli antievasione, viste le dimensioni della manovra, è tornato all’ordine del giorno e ancora ieri il segretario dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, Enzo Letizia, si è spinto a proporre l’istituzione della «figura dell’agente fiscale sotto copertura» che manca nel nostro ordinamento.
Ora, che i poliziotti chiedano di creare gli 007 dell’erario ci sta, la sorpresa è quando la richiesta di spionaggio fiscale matura in casa della Lega.
E le domande fioccano.
L’ homo bossianus è veramente disposto a collaborare attivamente con lo Stato centralista e a denunciare quanti all’interno della sua comunità locale si arricchiscono con l’evasione?
Basta l’incentivo finanziario della ricompensa più la rigorosa garanzia dell’anonimato a spingere l’artigiano, il piccolo commerciante, la partita Iva a operare una delazione nei confronti di un suo simile?
La Lega di farsa e di governo ogni giorno se ne inventa una, possibilmente l’opposto di quanto da essa stessa sostenuto fino e ieri.
Dario Di Vico
(da “La Repubblica”)
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