BERLUSCONI “REGALA” 500.000 EURO A TARANTINI: PER I PM SI TRATTA DI UN’ESTORSIONE AI DANNI DEL PREMIER
L’IMPRENDITORE CHE AVEVA PORTATO PATRIZIA D’ADDARIO A PALAZZO GRAZIOLI E IL DIRETTORE DELL’AVANTI LAVITOLA CHE VIAGGIAVA A ST. LUCIA PER COSTRUIRE ACCUSE CONTRO FINI, INDAGATI PER ESTORSIONE… SE FOSSE VERO, PERCHE’ BERLUSCONI AVREBBE PAGATO IL LORO SILENZIO?… DA SILVIO LA SOLITA RISPOSTA: “HO AIUTATO UNA PERSONA IN DIFFICOLTA”
Un versamento di mezzo milione di euro più altre somme ogni mese.
Così il premier Silvio Berlusconi pagava Gianpaolo Tarantini, l’imprenditore che nel 2008 portò Patrizia D’Addario a Palazzo Grazioli.
La circostanza, secondo quanto riferito dal numero di Panorama in edicola oggi, sarebbe agli atti di un’inchiesta della Procura di Napoli che ipotizza un’estorsione ai danni del presidente del Consiglio.
Nel registro degli indagati sarebbero iscritti fra gli altri Tarantini e il giornalista Walter Lavitola, direttore ed editore de L’Avanti!, protagonista un anno fa della campagna di stampa sulla casa di Montecarlo in uso al cognato di Gianfranco Fini.
Nelle anticipazioni diffuse ieri e rilanciate dalle agenzie di stampa e siti online, il settimanale di proprietà dello stesso Berlusconi riferisce numerosi particolari indicati come al centro dell’indagine nella quale il premier risulterebbe come parte offesa.
Il fascicolo sarebbe affidato ai pm Francesco Curcio, Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli, i magistrati che in questi mesi si sono occupati del caso P4 (i primi due) e del procedimento nei confronti del deputato pdl Marco Milanese.
Nella ricostruzione di Panorama, Tarantini avrebbe ricevuto il denaro per dichiarare al processo istruito a Bari che il premier non sapeva di ospitare escort retribuite dall’imprenditore.
“Pagato per mentire? No, perchè al telefono Tarantini ribadisce più volte che quella è la verità “, sostiene il settimanale nelle sue anticipazioni.
I 500 mila euro, si legge ancora nel resoconto, dovevano servire “soprattutto” a convincere l’imprenditore pugliese a scegliere il patteggiamento per evitare un processo pubblico e la conseguente pubblicazione di “intercettazioni telefoniche ritenute imbarazzanti” che avrebbe danneggiato il premier.
La Procura di Napoli non commenta.
Dall’ufficio dei pm traspaiono però in maniera chiara stupore e irritazione per la diffusione di indiscrezioni su un argomento così delicato, per giunta in una fase dell’indagine indicata dal periodico come “a un punto di svolta” e a breve distanza dagli sviluppi investigativi che, soprattutto nell’ambito del caso P4, avevano visto gli inquirenti imbattersi in numerose e allarmanti fughe di notizie.
Il settimanale di Berlusconi ospita anche una dichiarazione del premier: “Ho aiutato una persona (vale a dire Tarantini n. d. r.) e una famiglia con bambini che si è trovata e si trova in gravissime difficoltà economiche. Non ho fatto nulla di illecito, mi sono limitato ad assistere un uomo disperato non chiedendo nulla in cambio. Sono fatto così e nulla muterà il mio modo di essere”.
L’avvocato Nicola Quaranta, legale di Tarantini con l’avvocato Giorgio Perroni, contattato da Repubblica spiega che l’imprenditore non ha presentato alcuna richiesta di patteggiamento nel filone escort: “È nostro interesse leggere conoscere tutti gli atti. Attendiamo l’avviso di conclusione delle indagini per guardare le carte e fare le nostre valutazioni”.
Nella versione di Panorama, l’indagine dei pm Curcio, Woodcock sarebbe imperniata su intercettazioni telefoniche anche molto recenti.
Molte riguarderebbero conversazioni di Lavitola con Tarantini o con la moglie dell’imprenditore.
Gli inquirenti sospetterebbero inoltre un “gigantesco raggiro” ai danni di Tarantini ad opera dell’editore de L’Avanti! che avrebbe trattenuto 400 dei 500 mila euro per impiegarli in operazioni finanziarie.
In un colloquio dello scorso luglio Lavitola si sarebbe sfogato con Berlusconi parlando dell’inchiesta P4, nella quale sono detenuti il lobbista Luigi Bisignani (agli arresti domiciliari) e il deputato del Pdl Alfonso Papa (in carcere) e dove è indagato a piede libero anche l’editore per un’ipotesi di rivelazione del segreto d’ufficio.
Nella conversazione Berlusconi replicherebbe tranquillamente affermando di essere distaccato dalle questioni al vaglio dei magistrati e aggiungendo di poter mettere la mano sul fuoco sull’integrità di Gianni Letta.
Dario Del Porto
(da “La Repubblica“)
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