L’EX TESORIERE DELLA LEGA ORA ACCOGLIE I PROFUGHI: “L’ACCOGLIENZA E’ UN DOVERE, SALVINI VENGA QUA CHE GLI SPIEGO UN PO’ DI COSE”
PATELLI ERA UNO DEGLI ESPONENTI DI PUNTA DEL CARROCCIO DELLE ORIGINI, ORA LAVORA CON I RIFUGIATI A BUSTO ARSIZIO…OGNI TANTO UN PADANO NORMALE C’E’ , INFATTI SE N’E’ ANDATO DAL PARTITO
“Se Matteo Salvini vuol venire qui si prenda un caffè e gli spiego io un po’ di cose”. Alessandro Patelli è stato il tesoriere della Lega Nord nei primi anni ’90, quella che cambiò gli equilibri della politica decretando la fine della sofferente Prima Repubblica.
Finì anche invischiato in Tangentopoli; oggi invece lui, classe 1950, gestirà un centro per profughi a Busto Arsizio, in via dei Mille.
Richiesto a gran voce in quel ruolo dai migranti stessi.
Da circa due anni infatti Patelli – come racconta la Prealpina – lavora come responsabile delle manutenzioni nei palazzi dei rifugiati gestiti da una cooperativa. Solo che negli ultimi tempi i profughi hanno protestato contro i vertici della coop per come funzionano le cose dentro il palazzo, per la qualità del cibo servito dalla struttura e la lentezza con cui vengono esaminati documenti e richieste di asilo; malcontento che è sfociato in una rivolta vera e propria, barricate all’ingresso annesse. Sono stati proprio gli ospiti della comunità a chiedere al sindaco Emanuele Antonelli di far gestire il centro a “Sandro”, apprezzato dai migranti per l’umanità e la gentilezza.
Insomma, l’ex leghista come garanzia di pace. E lui ha accettato.
“Diciamo che la mia nomina è stata una soluzione perchè così si è sventato uno sgombero forzoso. Sono contento perchè mi è stato riconosciuto di aver costruito un rapporto umano con queste persone. Loro logicamente non conoscono nulla della mia vita passata”, sorride Patelli.
Già , un passato di peso: segretario amministrativo del Carroccio dal 1989 al 1992, e poi organizzativo fino al ’94. Finisce in mezzo alla bufera per una tangente dall’Enimont di 200 milioni di lire, soldi che va a nascondere alla sede del partito.
Un anno e mezzo dopo viene arrestato. Viene condannato a 8 mesi. Lui si dà del “pirla” da solo. Insomma, si immola e non tira in ballo i vertici.
Un leghista delle origini in soccorso dei migranti, sembra il mondo alla rovescia: “Ma il mio passato politico non influisce, di sicuro la mia esperienza giovanile di scout sì, sul sociale sono sempre stato molto attento. L’accoglienza è un dovere”.
Oggi Patelli non apprezza la svolta nazionalista del Carroccio: “Io credevo e credo nell’autonomia e nel regionalismo. Oggi che ci faccio con la Le Pen? Ricordo che all’epoca mi dicevano: ‘Se ti si avvicina La Russa dagli una sberla’”.
Patelli ha un vitalizio come ex consigliere regionale in Lombardia ma andrà in pensione a fine ottobre, quindi la sua missione è a tempo. “Se il segretario della Lega si fa un giro qui lo faccio parlare coi ragazzi, c’è gente che s’è vista ammazzare madre e fratelli. La stragrande maggioranza è fatta da persone che vogliono cambiare la propria vita”.
A Busto Arsizio anche grazie alla supervisione di un padano degli albori.
(da “il Corriere della Sera“)
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