LITE FRA GLI SFOLLATI DI ARQUATA, A SORTEGGIO LE PRIME 26 CASETTE
URLA, SPINTONI E LACRIME: IL NOTAIO FA RITARDO E LA TENSIONE SALE… POI L’ACCORDO: SI ESTRAE A SORTE…UNA VERGOGNA CHE A 10 MESI DAL TERREMOTO SOLO IL 5% DELLE CASETTE PROMESSE SIANO DISPONIBILI
Grida, lacrime, tensione fra i terremotati di Pescara del Tronto che dovrebbero vedersi assegnate oggi le prime 26 casette destinate alla frazione di Arquata rasa al suolo dal sisma.
Doveva essere una giornata di festa, e invece c’è molto nervosismo, sia per il ritardo del notaio, sia per il metodo di assegnazione delle Sae.
Gli sfollati non hanno raggiunto un accordo, e non si sa se si farà un sorteggio. Sono riuniti a porte chiuse con il sindaco (i giornalisti tenuti fuori) e si sentono urla e pianti.
Il notaio incaricato di presiedere al sorteggio delle casette aveva ritardato e gli sfollati in attesa si sono naturalmente innervositi.
“È da aprile che aspettiamo” brontola qualcuno e qualcun altro protesta: “è l’ennesima presa in giro”. “Come ci sentiamo? Arrabbiati e depressi, ecco come ci sentiamo!”.
La signora Anna è una tra le persone più tranquille in attesa davanti al modulo sede provvisoria del Comune di Arquata del Tronto, nella frazione di Borgo. “Siamo arrivati qui, aspettando, di 15 giorni in 15 giorni”.
La signora Elsa mostra ai giornalisti la confezione di un medicinale, probabilmente un ansiolitico. “Io dal 24 agosto sto così”.
Entrambe le donne si sono sistemate ad Ascoli con il Cas. “Io e mio marito non siamo tipi da albergo – spiega Anna – e poi noi siamo montanari, ad Ascoli fa caldo, vogliamo tornare qua”.
Ad annunciare il sorteggio è stato il sindaco Petrucci. Una commissione ha stabilito i criteri di assegnazione in base alla composizione dei nuclei familiari.
“Non c’è stato accordo per la divisione, per cui dovremo procedere con l’estrazione a sorte” ha spiegato Petrucci ai giornalisti. “Se poi entro qualche giorno i cittadini vorranno accordarsi per scambiare le destinazioni non ci sono problemi”.
Il sindaco aveva anche chiesto agli sfollati di valutare l’appello del vescovo di Ascoli, mons. Giovanni D’Ercole, per l’assegnazione al parroco, don Nazzareno Gaspari, di una delle abitazioni da 60 metri quadrati, invece che una singola da 40 mq, in modo da poter avere un ufficio in cui svolgere attività pastorale.
“Siamo i più colpiti dell’Italia centrale. Abbiamo aspettato nove mesi e anche io voglio accollarmi la responsabilità dei ritardi. Ma la gente sa l’iter che c’è dietro a tutto questo” ha detto Petrucci commentando le scene di nervosismo che si sono vissute.
Il suo obiettivo è riportare tutti i residenti ad Arquata territorio entro agosto, in tempo per l’inizio del nuovo anno scolastico “per riprendere una vita normale”.
Giuseppe Di Rado, presidente del comitato ricostruzione di Tufo, frazione di Arquata del Tronto, segnala i ritardi e i disagi per la popolazione.
“L’assegnazione delle casette è un passo importante, ma che avviene con un ritardo pauroso, come in ritardo è tutto il resto, come la sistemazione da parte dell’Anas delle strade, passaggio indispensabile per rimuovere le macerie dei nostri paesi terremotati. La ricostruzione, le macerie, la viabilità : problemi sui quali – insiste Di rado – non si riesce ad andare avanti. Abbiamo un ponte rotto e l’Anas sta studiando se è il caso di ripararlo o buttarlo giù e rifarlo nuovo, e il tempo passa. Lo stesso per un ponte a Tufo, tre chilometri dopo Pescara del Tronto, con la strada che ha dislivelli di più di mezzo metro: come fanno a passare i camion delle macerie? La ditta incaricata ci ha già detto che se non riparano la strada non ci vengono a prendere le macerie”.
(da “Huffingtonpost”)
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