L’SMS ALLA CIRINNA’ LA SERA PRIMA: “VOTEREMO IL CANGURO”
LA PROVA DEL VOLTAFACCIA DEI CINQUESTELLE
Lunedì 15 febbraio, compleanno di Monica Cirinnà .
Alle 20,56 dal cellulare di uno dei quattro senatori del M5S che seguono la legge sulle unioni civili parte un messaggio netto, chiaro e inequivocabile all’indirizzo della relatrice del ddl.
«Ok, stasera il mio gruppo di lavoro sul tuo ddl ha raggiunto ufficiosamente l’accordo di votare il Marcucci sia integro che spacchettato. Ovviamente mancheranno 2-3 nostri sulla lettera F, sulla step, ma gli altri ci sono. Domattina abbiamo la riunione di gruppo che ratificherà la decisione. Fino ad allora tienitelo per te, mi raccomando, poi domattina lo diremo noi ufficialmente. Grazie, in bocca al lupo anche a te».
A scrivere, come detto, è uno dei quattro Cinquestelle che si sono incaricati del confronto col Pd sulla legge per le unioni civili. Sono Airola, Buccarella, Cappelletti e Giarrusso.
Non specifichiamo l’autore del messaggio per una ragione banale: il M5S ha dimostrato in più occasioni di essere estremamente rapido nel decidere espulsioni sommarie dei suoi membri e non spetta a chi scrive favorire quel tipo di esiti.
Quel che accade dopo l’invio di quel messaggio è che il contenuto viene comunicato al capogruppo Zanda, il quale basa la sua strategia in aula sulla rassicurazione ricevuta dai Cinquestelle: con loro i numeri ci sono e la legge si può portare a casa in quarantotto ore.
Le cose, come sappiamo, andranno diversamente.
La mattina successiva accade qualcosa.
Fitti scambi di messaggi tra Milano e Roma, tra Camera e Senato, tra gruppi della comunicazione.
L’assemblea dei senatori M5S resta vaga e dubbiosa. Non si arriva in Aula con un mandato chiaro per i dubbi di molti sull’opportunità di votare il canguro di Marcucci. Così, quando Gian Marco Centinaio rinuncia agli emendamenti, i Cinquestelle finiscono nel panico e decidono di non votare il canguro.
«Hai fatto bingo», si complimenta Roberto Calderoli guardando i banchi del M5S.
I Cinquestelle ancora ieri mattina respingevano questa ricostruzione.
Durante una conferenza stampa convocata al Senato a domanda diretta il presidente della Vigilanza Rai, Roberto Fico, ha negato che qualunque esponente del M5S abbia mai dato rassicurazioni al Pd sull’intenzione del gruppo Cinquestelle al Senato di votare a favore del canguro di Marcucci.
Il messaggio che pubblica «La Stampa» prova il contrario.
Francesco Maesano
(da “La Stampa”)
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