MA QUANTO CONTA UN LEADER? DIPENDE: L’81% DEGLI ELETTORI DI FRATELLI D’ITALIA VOTA IL PARTITO PER IL CARISMA DELLA MELONI, CALENDA HA UN 91,9% DI CONSENSI PERSONALI E UN MISERRIMO 0,7% DI VOTI AL PARTITO, CONTE HA L’83,6% DI CONSENSI PERSONALI
IL PD E LA LEGA OTTENGONO VOTI “NONOSTANTE” LETTA E SALVINI, INFATTI IL SEGRETARIO DEM MOTIVA SOLO IL 14,2% DEGLI ELETTORI MENTRE IL CAPITONE MOBILITA IL 17,%
Su che cosa credete che voteranno domani gli italiani?
Uno studio realizzato per l’Università Bocconi ha analizzato le motivazioni degli elettori.
Nel caso di Fratelli d’Italia l’81% dei consensi sarà merito della leader, Giorgia Meloni: la gente vota FdI perché c’è lei. Un altro 16,4% deriverà dal cosiddetto «effetto band wagon»: così fan tutti. Soltanto il 2,6% dei consensi al probabile vincitore delle elezioni verrà dal cosiddetto «voto strutturale»: quello dei militanti, basato sull’ideologia o sul radicamento territoriale.
Ancor più clamoroso questo fenomeno è per Calenda e Conte: il primo ha un 91,9% di consensi espressi per il leader, e un miserrimo 0,7% di voto strutturale; nel secondo la scelta premia Conte per l’83,6%, mentre il voto strutturale pesa solo il 5,1%. Sono tutti partiti deboli, organismi fragili con una testa enorme.
Capovolta la situazione per Partito democratico e Lega. La qualità della leadership di Letta è la motivazione di voto solo per il 14,2% degli elettori Pd, contro un 74,7% di voto strutturale.
E Salvini mobilita il 17,3% degli elettori della Lega contro un 69,4% di voti che vanno invece al partito, ai suoi programmi, alla sua classe dirigente locale.
Leader dunque deboli con partiti forti. Quando domani sera conosceremo i risultati, capiremo se hanno vinto i partiti che si fanno forti di un leader popolare, o i partiti a leadership più debole.
Io un’idea me la sono già fatta.
(da il Corriere della Sera)
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