MARONI BRUCIATO DA CALDEROLI: AUSPICA IL DASPO PER I CALCIATORI RISSOSI, NON SA NEANCHE CHE E’ GIA PREVISTO
ENNESIMA BRUTTA FIGURA DEL MINISTRO: DAL 2007 LA CASSAZIONE AVEVA GIA’ STABILITO LA LEGITTIMITA’ DELLA MISURA CAUTELARE DI ALLONTANAMENTO TEMPORANEO PER I TESSERATI VIOLENTI… E’ STATO INFATTI APPLICATO NELLE CATEGORIE MINORI, AD ADRANO E PONTEDERA… LA DIMENTICANZA DI MARONI CAUSATA DA CALDEROLI CHE HA BRUCIATO LA NORMA PER SBAGLIO?
Nel festival dell’ovvio, un musicista come Maroni trova sempre la sua giusta collocazione sul palcoscenico.
Qualche giorno fa ha gonfiato il petto a un convegno, non per suonare il sax, ma sparare qualche pallonata delle sue.
Questa volta il suo intervento è stato a metà tra il giuridico (visto il suo passato di avvocato della Avon cosmetici) e il sociologico: l’argomento è stato la “subcultura” del pallone.
La sua proposta è stata di applicare il Daspo ai calciatori rissosi, ovvero di applicare il divieto di accesso allo stadio non solo ai violenti delle curve (fino ad oggi 1.500 provvedimenti), ma anche ai giocatori che si azzuffano in campo.
Il D.A.SPO. significa “divieto di accedere alle manifestazioni sportive” ed è una misura introdotta con la legge 13 dicembre 1989, n. 401 per contrastare la violenza negli stadi di calcio.
Il Daspo vieta l’accesso in luoghi dove si svolgono determinate manifestazioni sportive, viene emesso dal questore e la sua durata può variare da 1 a 5 anni.
Può anche essere accompagnato dalll’obbligo di presentarsi a un ufficio di polizia in concomitanza temporale della manifestazione vietata. Comprendiamo che Maroni si sia lasciato trascinare dalla platea del “Memorial Bardelli” di Pistoia, emerita iniziativa volta a promuovere una corretta pratica sportiva, ma auspicare un provvedimento già esistente forse è un po’ troppo anche per un noto cacciatore di spot.
L’importante è che i Tg abbiano riportata la sua “linea dura” a uso elettorale: che poi abbia fatto la figura del pirla di fronte agli addetti ai lavori è secondario, basta che non si sappia troppo in giro.
Maroni non sa infatti neppure che una sentenza della Cassazione num. 33864, emanata nel settembre 2007, recita testulmente: “Il giocatore, l’allenatore e qualunque altro tesserato della Federazione che prende parte a una rissa in campo, e magari la prosegue negli spogliatoi, deve essere bandito dallo stadio con provvedimento del questore di allontanamento temporaneo, come avviene per il tifoso che ha provocato incidenti”.
E la sentenza è stata pure applicata nelle categorie minori: a due giocatori della squadra calabrese della Bagnarese e a quattro giocatori dell’Adrano, serie D siciliana.
Persino è stato proposto per un giocatore del Pontedera che aveva esibito una maglietta offensiva per i rivali del Ponsacco.
Puo darsi a questo punto che Maroni sia rimasto vittima della sovrabbondanza di norme e regolamenti, delle leggi emanate di fretta e poi destinate a depositarsi nel limaccioso fondo dell’oceano normativo.
Non vorremmo che il suo collega padano Calderoli abbia dato alle fiamme anche quella sentenza della Cassazione, impedendo a Maroni di poterne prendere visione ed evitare la gaffe .
Chissà cosa avrà bruciato Calderoli , forse i suoi discorsi degli ultimi 20 anni. Malignamente, Gian Antonio Stella sul “Corriere della Sera” faceva due conti: “lavorando 12 ore al giorno dal momento in cui si è insediato, Calderoli ne avrebbe dovuto cancellare più di 1 al minuto”.
Potere della padagna del magna magna….regno dei pallonari.
Leave a Reply