MASI PREPARA LA GUERRIGLIA PER FAR SALTARE “ANNO ZERO”: IN STUDIO I GUARDIANI DELLA RIVOLUZIONE A FARE CASINO
IL PUBBLICO SARA’ SELEZIONATO DAL DIRETTORE DI RETE: BASTERA’ QUALCHE GUASTATORE TALEBANO PER TAPPARE LA BOCCA AI TALK-SHOW CRITICI CON IL GOVERNO… LA SANTANCHE’ SI ERA PRESENTATA CON 60 CLACQUISTI… E IL PDL PRESENTA LA BOZZA CENSURA
A volte le coincidenze sono poco, anzi per niente, misteriose.
Nemmeno una settimana fa, in Consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi ha criticato ferocemente Annozero: “Orribile”.
E ieri Mauro Masi ha scritto, firmato e inviato l’ennesima circolare per obbligare i conduttori, ovviamente Michele Santoro, ad accettare le claque che i politici di destra arruolano per l’occasione.
E chi disobbedisce? Non va in onda.
Masi esaudisce (anche) un desiderio di Daniela Santanchè che giovedì scorso, prima di abbandonare contrita Annozero, aveva raggiunto lo studio con una sessantina di accompagnatori personali, nient’altro che una claque per fare un po’ di rumore (e confusione ) durante il dibattito.
Santoro li ha lasciati all’ingresso, ma ora il direttore generale Rai impone di far gestire il pubblico ai “direttori di rete e testata e non ai conduttori o autori dei programmi”.
Significa che il giornalista perde un suo diritto editoriale e quando invita un politico, a sua insaputa, l’azienda e l’ospite convocano un tifo organizzato.
Per la Rai è soltanto un ordine — mica un consiglio — per la “presenza del pubblico attivo all’interno di programmi di approfondimento informativo”.
Molte trasmissioni del servizio pubblico hanno accolto senza protestare, Santoro ha rispedito al mittente: “Scelgo il pubblico da trent’anni”.
Un dirigente di Raidue pronostica le conseguenze di uno scontro tra Masi e Santoro: “Così non va in onda”.
Il direttore generale ha calato le sue carte per frenare Annozero o addomesticare le trasmissioni sgradite.
Il colpo grosso è pronto per le elezioni anticipate: una norma sulla par condicio confezionata su misura in commissione di Vigilanza, tale e quale al bavaglio che sospese per cinque settimane l’informazione durante la regionali 2010.
Nell’attesa, ecco la claque.
Che serve a interrompere le discussioni, a innervosire il giornalista, a modificare le scalette.
Avanti la rissa, così sarà più facile chiudere le trasmissioni.
Oppure è difficile spiegare perchè Masi, in pochi mesi, abbia firmato tre note ufficiali e sia intervenuto a distanza ravvicinata dalle fughe del sottosegretario Santanchè (da Santoro e poi da Andrea Vianello, Agorà ).
L’operazione è politica e televisiva, insieme: la Rai limita la libertà dei conduttori e concede un bel po’ di poltrone in studio ai politici e i partiti, nel caso specifico il Pdl, offre a Santoro il provocatore Vittorio Sgarbi – prossimo al debutto su Raiuno – al posto dei vari Niccolò Ghedini.
Non c’è più spazio per legulei precisi e inappuntabili, occorrono kamikaze pronti a urlare e insultare (o disertare) pur di proteggere il Capo.
La circolare di Masi è a breve scadenza, per ora alimenta l’infinita lotta tra la Rai e Santoro, mette a rischio l’indipendenza dei giornalisti, ma nel tempo sarà sostituta da un documento che proviene sempre dalla Vigilanza e che rischia di mutilare l’informazione del servizio pubblico.
Il capogruppo Alessio Butti (Pdl), la settimana scorsa, ha presentato una bozza per l’atto di indirizzo sul pluralismo che la Commissione parlamentare, una volta approvata, invierà al Consiglio di amministrazione di viale Mazzini che, a maggioranza Pdl e Lega, avrà tutto il suo interesse a farla propria.
La bozza Butti prevede che se una trasmissione parla di Ruby il lunedì – e il lunedì c’è Porta a Porta – per otto giorni nessun programma potrà trattare l’argomento.
Il Pdl ha pensato di saldare i conti con editorialisti e giornalisti non allineati: doppio conduttore e doppio giornalista.
Il senatore Butti precisa che la bozza non è soltanto sua, ma espressione della maggioranza in Vigilanza: una maggioranza che con 21 voti a favore e 19 contro ha via libera.
La bozza è in discussione, oggi c’è un’altra seduta: “Entro la settimana prossima – aggiunge Butti – voteremo”.
Carlo Tecce
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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