MATTARELLA RICEVE CONTE: “VI RENDETE CONTO DI QUELLO CHE STA ACCADENDO?”
PRESSING DEL QUIRINALE SUL GOVERNO DEI LADRI DEI RISPARMI DEGLI ITALIANI… MA CHI LAVORA PER DISTRUGGERE L’EUROPA AL SERVIZIO DI POTENZE STRANIERE SE NE FREGA DEL DESTINO DEL POPOLO ITALIANO
L’incontro dà il senso della delicatezza del momento. Giuseppe Conte sale al Colle. Proprio nel giorno in cui, di fatto, l’Europa boccia il Def gialloverde perchè un aumento del deficit su spesa improduttiva (non per investimenti) fa lievitare il debito. E mentre lo spread sale ancora sui mercati, oltre la soglia raggiunta nel venerdì nero. Ancor più preoccupante l’allargarsi dello spread a due anni, che fotografa le maggiori incertezze degli investitori verso l’Italia nel prossimo futuro: in questo caso il differenziale sale di una trentina di punti.
È la fotografia di un nuovo “caso Italia”.
§Di un incendio destinato a divampare, se qualcuno non indosserà i panni del pompiere. Anche perchè, i pochi pompieri che c’erano, come nel caso del ministro dell’Economia sono stati inchiodati alla logica del gran falò dei conti pubblici.
Non c’è da stupirsi se, in questo quadro, Sergio Mattarella si è sentito in dovere di chiedere, nel corso del colloquio col premier, se si ha la consapevolezza di quel che sta accadendo.
Conte fa sapere in una nota che “si è trattato di un proficuo scambio svoltosi in un clima sereno e costruttivo”.
Sia come sia, il senso è di un garbato pressing del Quirinale perchè c’è ancora tempo affinchè prevalga la ragionevolezza.
O meglio affinchè il premier si faccia interprete, di questa ragionevolezza. Non è dato sapere quanto Mattarella confidi il questa eventualità , leggendo baldanzose dichiarazioni di giornata di Di Maio sull’Unione europea che “gioca a fare terrorismo sui mercati”, o sull’irrinunciabilità a fare spesa in deficit.
Dichiarazioni rilasciate, e non è un dettaglio, dopo che è uscita la notizia dell’incontro al Quirinale del presidente del Consiglio.
Parole che alimentano il timore, nei vertici delle istituzioni, che proprio la manovra, rappresenti il terreno consapevole dell’innesco di un conflitto con l’Europa, teorizzato, voluto e perseguito dai teorici del cosiddetto “piano B”.
Tutti gli elementi portano a dire che, su questo dossier, Di Maio abbia consapevolmente messo nel conto un conflitto anche istituzionale, come ai tempi dell’impeachment e dalla linea di sfida al Quirinale in nome di Paolo Savona, il teorico, appunto, del “piano B”.
È chiaro, però, che compito di un capo dello Stato è comunque di tutelare l’interesse nazionale, nei limiti dei propri poteri e delle proprie prerogative.
E che, in questo iter lungo e complicato, non si limiterà al ruolo di spettatore, come ha fatto capire solo un paio di giorni fa nel suo primo “monito” in materia di conti pubblici.
È presto per porsi, sin da ora, la fatidica domanda: “Mattarella firmerà una manovra che mantiene questo livello di deficit, in un aperto conflitto con l’Europa e dopo settimane di inferno sui mercati?”.
Però non è presto constatare che, in questa fase, c’è un certo attivismo presidenziale, anche in termini della più classica moral suasion.
Perchè, evidentemente, al Colle nessuno vuole passare alla storia come complice del default nazionale.
Parliamoci chiaro, il rischio c’è. I mercati hanno dato i primi segnali di fibrillazione, ma sono in chiara “attesa speculativa”, finchè non saranno resi noti i numeri della manovra.
Non c’è un solo operatore finanziario e un solo economista di rilievo a non aver spiegato che questo Def è solo una misura elettorale, fatta di spesa corrente, e non di investimenti per creare lavoro.
Più debito, in un paese che già ha un debito altissimo e proprio del momento in cui si sta chiudendo l’ombrello della Bce. La classica tempesta perfetta.
La domanda, a fine giornata, rimbalza nelle conversazioni informali di chi è di casa al Colle: “Conte che pure ha capito quale è la posta in gioco, avrà la forza di spiegarlo a Salvini e Di Maio?”.
E la risposta non tarda ad arrivare, purtroppo per Mattarella. Fonti di Palazzo Chigi infatti spengono qualsiasi speranza e mostrano come il premier sia allineato e coperto sulle posizioni di Di Maio e Salvini: “Conte ha ribadito la bontà della manovra economica a cui il governo sta lavorando, ribadendo anche che l’impostazione del Def non è in discussione, incluso il rapporto deficit/Pil al 2,4%”. Punto.
(da “Huffingtonpost”)
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