MONTE PASCHI E LO SCARICA BARILE: IL PD HA LE SUE COLPE, MA PDL E LEGA NON DICONO CHE FU TREMONTI A CONCEDERE 1,9 MILIARDI DI BOND PER SALVARE LA BANCA
STRUMENTALE ATTACCO A MONTI PER BASSA CUCINA ELETTORALE… IL PROBLEMA E’ CHE QUALCUNO DOVEVA CONTROLLARE SUI DERIVATI E NON L’HA FATTO
Giornate convulse per il Monte dei Paschi di Siena, mentre continua lo scarica barile sulle vere o presunte responsabilità politiche che avrebbero originato il grave stato economico della terza banca italiana.
Prova a prendere le distanze il Pd, nonostante il ruolo degli enti locali toscani nella nomina dei vertici della Fondazione Mps e lo storico supporto a Mussari da parte di pietre miliari del partito come Giuliano Amato e Franco Bassanini, per quanto riguarda Roma, mentre a Siena l’ascesa dell’avvocato calabrese fin dall’inizio è stata sostenuta dall’ex responsabile locale del Pd, Franco Ceccuzzi, già sindaco della città fino al commissariamento e attuale candidato per riprendersi la poltrona.
“Il Pd non c’entra un accidente – ha detto ieri Bersani – prima di andare via il sindaco ha promosso il rinnovamento”.
Peccato che Banca Mps sia controllata dalla Fondazione Mps, la cui deputazione è formata da 16 consiglieri, 13 dei quali vengono nominati dal Comune e della Provincia di Siena, da anni governati da amministrazioni di centrosinistra.
Ammette invece le responsabilità , ma solo per la politica locale, l’ex rottamatore Matteo Renzi. ”Ci sono delle responsabilità evidenti di chi ha governato la città di Siena, c’è una responsabilità della politica”, ha detto davanti alle telecamere di La7.
Amnesie e speculazioni di bassa lega anche da destra,
Tutti fingono di dimenticare il ruolo giocato dal campione del Carroccio al Senato per le prossime elezioni, Giulio Tremonti, nella recente storia del Monte dei Paschi di Siena.
E non solo per la concessione alla banca di 1,9 miliardi di euro di aiuti di Stato ribattezzati Tremonti bond dal nome dell’allora ministro del Tesoro, che l’istituto non ha ancora restituito dato che metà dei 3,9 miliardi di sostegno pubblico in arrivo a Siena è in realtà costituito da una rinegoziazione dei vecchi bond.
Porta la firma del professore di Sondrio anche un’autorizzazione piuttosto delicata e anomala concessa nel 2011 alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena: il via libera a indebitarsi per 600 milioni di euro per finanziare l’aumento di capitale da 2,1 miliardi di euro della banca senese di quell’estate, che sarebbe dovuto servire anche a rimborsare i Tremonti bond.
Cosa che però non è avvenuta, mentre l’ente bancario è a sua volta sprofondato in una profonda crisi proprio a causa di quel debito, complice lo stato di salute di Mps i cui titoli erano stati dati in pegno a garanzia del prestito.
A pagare il conto sono stati ancora una volta i cittadini, che hanno dovuto fare a meno di buona parte delle erogazioni al territorio della fondazione, la quale è venuta meno al suo scopo statutario — svolgere attività filantropiche – per cercare (senza successo) di continuare a fare una cosa che non era tenuta a fare, l’azionista di maggioranza di una banca.
Scelta che le è costata l’azzeramento del patrimonio.
Se Atene piange, insomma, sarebbe meglio che Sparta evitasse, per decoro, di ridere.
Leave a Reply