NAPOLI, IL RIDER RAPINATO TROVA LAVORO IN UN SUPERMARKET: “UN SOGNO, E’ QUELLO IL MIO VERO MESTIERE”
UN GRANDE GESTO: RINUNCIA A 11.000 EURO RACCOLTI PER LUI E LI DESTINA IN BENEFICENZA… LE MADRI DEI GIOVANI ARRESTATI CHIEDONO SCUSA: MA DOVE ERANO QUANDO ALLE 3 DI NOTTE I FIGLI DI 15 ANNI ERANO A FARE I CRIMINALI IN GIRO PER NAPOLI? VERGOGNATEVI, INVECE DI CHIEDERE SCUSA
Il suo unico desiderio era tornare a fare il suo lavoro, macellaio in un supermercato. E dopo lo choc per la violenta rapina subita ad opera di sei giovanissimi, adesso il sogno di Gianni Lanciato sta per diventare realtà : un’importante catena di market, alla quale il rider aveva inviato il curriculum attraverso il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli, ha risposto ieri sera e gli ha chiesto di presentarsi nei prossimi giorni per un colloquio. La svolta arriva sull’onda dell’indignazione suscitata dalla brutale aggressione subita dal cinquantenne, padre di due figli, preso di mira dal branco composto da quattro minorenni e due ventenni nella notte fra l’1 e il 2 gennaio, mentre stava completando le consegne a domicilio, attività alla quale Gianni si è dedicato per portare avanti onestamente la sua famiglia dopo cinque anni di disoccupazione.
Ieri Lanciato è stato ricevuto dal prefetto Marco Valentini che ha voluto esprimergli «la vicinanza delle istituzioni e la sua personale solidarietà – fa sapere una nota del Palazzo di Governo – evidenziando come il sostegno ricevuto dalla società civile contribuisca a rafforzare i valori della legalità e del sistema di sicurezza dei cittadini». Lanciato non ha trattenuto l’emozione per questo incontro: «Per me è un onore poter parlare con il prefetto», ha commentato.
Quando il video della rapina è diventato virale, facendo il giro del web, sui social è partita una mobilitazione per aiutare la vittima a riacquistare lo scooter che gli era stato rapinato con tanta violenza. Fra i promotori, l’imprenditore di Casalnuovo Vincenzo Perrella, titolare di un’agenzia di viaggi, l’organizzatore di eventi Vincenzo Galasso detto “Enzo Bambolina” e il manager di cantanti neomelodici, fra i quali anche Tony Colombo, Giorgio Mascitelli. Hanno partecipato tantissime persone, fra le quali anche il calciatore della Lazio Mohamed Fares, che ha donato 2500 euro con un gesto che il suo presidente, Claudio Lotito, ha definito «di grande generosità e sensibilità » anche «per la riservatezza e la discrezione con cui lo ha compiuto».
Alla fine sono stati raccolti circa undicimila euro. Ma dopo il ritrovamento del motorino, recuperato nelle ore che hanno portato poi all’arresto dei malviventi, Lanciato ha deciso di rinunciare alla somma che sarà destinata per metà agli ospedali pediatrici e per l’altra metà ad altre associazioni benefiche.
«Mai mi sarei immaginato tutta questa solidarietà », aveva detto Gianni intervistato da Repubblica. E parlando dei suoi aggressori aveva aggiunto: «Mi dispiace, mi dovete credere, per quei ragazzi, dovrebbero “faticare” onestamente, anche svolgendo i mestieri più umili».
Attraverso l’avvocato Carlo Ercolino, la madre di uno dei minorenni arrestati ha chiesto scusa a nome del figlio per quanto accaduto. E attraverso l’avvocato Luca Mottola la madre di un altro sedicenne indagato afferma: «Mio figlio lavora come salumiere dalla mattina alla sera. Ha capito bene la gravità del suo gesto ed è disperato».
Il consigliere regionale Borrelli però scuote il capo: «Le scuse così come il pentimento sono sempre bene accette ma devono essere sincere e questa dichiarazioni sono inaccettabili. Prima afferma che la famiglia vuole chiedere scusa alla vittima e poi vuol trovare giustificazioni ad un atto deprecabile commesso dal 16enne e dai suoi complici, siamo basiti. Come si fa – aggiunge – a sostenere che picchiare una persona di 50 anni che sta lavorando e privarlo dello scooter sia solo un atto di bullismo? E poi come è possibile che dei minorenni girino per la città a gruppi di 3 su singolo scooter, senza caschi, in piena notte, in zona rossa senza che i genitori si pongano il problema di dove siano e cosa facciano? Al di la delle giustificazioni – conclude Borrelli – questi ragazzi devono pagare il loro debito con la giustizia, noi chiediamo pene esemplari».
(da agenzie)
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