NELLA LEGA TRA BOSSIANI E MARONIANI ORA SE LE DANNO A COLPI DI MAIL: COME DUE DEBOLEZZE NON FANNO UNA FORZA MA SOLO UNA FARSA
IL “CERCHIO MAGICO” INONDA LE CASELLE DEGLI ISCRITTI PADANI CON IL FAC SIMILE DI UNA LETTERA DOVE SI ESPRIME SOSTEGNO A BOSSI E CHE VA RESTITUITA FIRMATA… I MARONIANI INSORGONO MA POCHI GIORNI PRIMA AVEVANO FATTO LA STESSA COSA
Le ferite interne alla Lega, apparse pubblicamente nella manifestazioni di Milano, continuano a dilaniare il partito del Carroccio anche sottotraccia.
L’ultimo scontro si sta consumando infatti via posta elettronica attraverso una “conta” digitale degli schieramenti.
In questi giorni nelle caselle degli iscritti al Carroccio circola infatti una mail datata 18 gennaio – di cui l’agenzia di stampa Dire ha una copia – con allegato il fac simile di una lettera da inviare al segretario Umberto Bossi per fargli sentire la propria “vicinanza”, in “questo momento di duri attacchi”.
Ma sempre la Dire ha scoperto che i maroniani, nei giorni precedenti, avevano bombardato di mail il Senatur.
Mentre, nel clima agitato in casa Lega, si inserisce anche un incontro tra Bossi e Berlusconi.
Partiamo dall’iniziativa dei bossiani del cosiddetto “cerchio magico”.
La mail, da inviare all’indirizzo “sempreconbossi@gmail.com”, prevede uno spazio da compilare con la sezione di appartenenza, e comincia così:
“Caro Umberto, come tanti fratelli padani ho deciso di scriverti dopo mesi che su tutti i giornali assisto ad un incredibile teatrino di interventi fratricidi che nulla hanno a che vedere con la nostra battaglia per la libertà “.
Una “serie di articoli sui giornali dei poteri forti – prosegue la lettera – che denigrano il nostro impegno e che infangano, abbassandola ad una questione di poltrone e potere, la nostra lotta per l’indipendenza della Padania”.
E ancora: “Noi vogliamo essere padani a casa nostra, non nei consigli di amministrazione e sulle poltrone di potere. Hai detto che la Lega deve produrre libertà e non posti, noi vogliamo cambiare e non gestire”.
Perchè, si legge ancora, “il potere corrode e confonde, il potere romano da duemila anni divide e opprime la padania”.
Da qui l’appello al Senatur: “Solo tu hai avuto il coraggio di ribellarti quando tutti tacevano, solo tu con il tuo esempio di coraggio e rinunce hai saputo risvegliare il nostro popolo. In questo momento, quando il nemico è nell’angolo costretto dalla tua tattica a mostrarsi per la prima volta con il suo vero volto tutto unito nel governo Monti, non permettere che divisioni e gelosie facciano fallire ancora una volta il nostro sogno di libertà regalando a Roma la vittoria”.
nsomma: “i militanti, i dirigenti, i colonnelli, nessuno è in grado di unire i padani. Solo tu. Decidi tu, dicci tu cosa dobbiamo fare, guidaci come hai sempre fatto. Solo tu hai l’autorità per farlo. Noi ti seguiremo”.
Fin qui niente di strano: la mail sembra rientrare nella normale attività di propaganda interna di un partito.
Ma i leghisti più scafati sentono puzza di bruciato.
In coda alla mail si chiede infatti di rimandare “il prima possibile” il messaggio agli indirizzi “segretarioumbertobossi@gmail.com” e “dcantamessa@leganord.org”.
Chi è pratico di Carroccio sa che gli indirizzi “leganord.org” sono riservati esclusivamente ai membri della segreteria di via Bellerio.
E in particolare, quello a cui si chiede di rispedire la lettera, appartiene a Daniela Cantamessa, funzionaria della segreteria particolare di Umberto Bossi, su cui regna incontrastata la fedelissima Rosi Mauro
In pratica, quindi, è il ragionamento che si fa tra i “maroniani”, la mail non avrebbe altro scopo che indicare al Cerchio Magico, attraverso il feedback, su quante forze può contare.
Sempre la Dire, però, ha scoperto che nei giorni precedenti anche i maroniani avevano lanciato una massiccia campagna a colpi di mail.
“Come tanti fratelli padani ho deciso di scriverti- si legge nella lettera – dopo mesi che su tutti i giornali assisto ad un incredibile teatrino di interventi mirati a fare piazza pulita di chi tra i primi ti ha seguito nel ‘folle’ progetto di conseguire la libertà del nostro popolo. Liberati di coloro che sfruttano il tuo nome per creare divisioni tra i militanti, e infangano per biechi motivi di interessi personali, il nome di chi con te ha lanciato, scrivendoli sui muri, i primi ruggiti del popolo oppresso”.
Da segnalare infine l’incontro per cena, tra Bossi e Berlusconi, nella residenza milanese del Cavaliere.
Domenica il numero uno del Carroccio, dal palco della manifestazione di piazza Duomo, aveva lanciato l’ultimatum all’ex premier: o fa cadere il governo Monti o la giunta Formigoni sarà a rischio.
Ventiquattro ore dopo, il faccia a faccia per rassicurare il leader del Pdl che stava scherzando: chi lo dice poi ai leghisti lumbard che devono lasciare la poltrona?
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